Crediti fotografici:
Collezione Giorgio Apostolo – Archivio Autori – Archivio Associazione Mitteldream – Archivio G.B. Carulli
Collaborazione alla stesura delle didascalie:
Giorgio Apostolo, Fulvio Chianese, Giovanni Battista Carulli, Sergio Mecchia
Edito da MittelDream - settore Aviazione (già Associazione Culturale 4° Stormo)
Stampa:
Centro stampa s.n.c. Monfalcone - (GO) novembre 2015
Presentazione
La stesura di questo libro avviene nel 15° anniversario di fondazione
della “Associazione Culturale 4° Stormo” che in tale occasione ha voluto
cambiare la propria denominazione in “Mitteldream” per perseguire ulteriori
finalità sociali come la valorizzazione della storia del territorio
e la promozione di eventi locali.
Per realizzare la pubblicazione sono state determinanti le testimonianze,
le memorie e la documentazione fornitaci dal personale di volo e di terra,
direttamente o tramite le loro Fa- miglie, che ringraziamo per aver messo
a nostra disposizione le loro collezioni.
Il Presidente “Mitteldream” Com.te Fulvio Chianese
Prefazione degli autori
Quando Fulvio Chianese, nota figura aviatoria e pilota, ci ha chiesto di
scrivere un libro sull’A- eroporto di Merna, in quel di Gorizia, ci siamo
sentiti onorati della fiducia ma anche molto timorosi per l’impegno che ci
siamo assunti. Nello scrivere questo libro sull’Aeroporto e la sua storia
abbiamo tentato di restare il più possibile freddi e distaccati, sforzandoci
di fare delle cronache, da storici, senza cedere ai sentimenti, grazie ai
suggerimenti e ai racconti di Fulvio Chianese. Per alcuni passi abbiamo scritto
come fossimo sotto dettatura e lo ringraziamo per
Nascita dell’aeroporto di Merna (Gorizia)
i campi e gli idroscali
capitolo 1
quanto siamo riusciti a riportare. Abbiamo avuto accesso alla miniera delle
sue foto e di quel- le dei suoi amici e conoscenti che hanno gentilmente concesso
quanto era nei cassetti dei loro archivi e negli album di famiglia. Abbiamo
scritto, corretto, cancellato e riscritto secondo le notizie che Fulvio ci
dava e quelle che riuscivamo ad avere. Speriamo di essere riusciti ad essere
all’altezza della fiducia che Fulvio ha riposto in noi. Gli siamo ovviamente
grati soprat- tutto per i ricordi che ci ha trasferito. Questo libro non
esisterebbe senza il suo prezioso aiuto e la sua disinteressata collaborazione.
Franco Bugada e Carlo d’Agostino
Nel corso del primo conflitto mondiale, con la crescente necessità
di “aerodromi“ (così erano
allora chiamati gli aeroporti) si poté assistere a un notevole incremento
della loro realizza- zione, agli inizi approssimativa ma poi col passare
dei mesi sempre più perfezionata e adatta allo scopo.
I grandi spazi erbosi pianeggianti necessari alle operazioni di volo dovevano
non solo essere adatti alle corse di decollo e atterraggio, ma anche ospitare
i velivoli e avere tutte le strutture per la loro operatività, quindi
hangar per i velivoli, costruzioni per il personale di volo e
di terra: cucine, mense, dormitori per la truppa e edifici a camere
singole o doppie per i piloti, depositi e magazzini, officine per le riparazioni,
uffici per la gestione amministrativa e così via. Venne creato un
complesso di infrastrutture distribuite su tutto il territorio nazionale,
com- prendenti piste o spazi erbosi nonché gli idroscali costituiti
da specchi d’acqua calma su cui
Carlo d’Agostino, giornalista pubblicista è iscritto dal 1959 all’UGAI
Unione Giornalisti Aerospaziali Italiani ed a livello giornalistico ha collaborato
per molti anni attivamente a quotidiani nazionali e locali. Per il
settore aeronautico ha compilato diverse voci della Grande Enciclopedia De
Agostini. Dal 1972 ha iniziato la pubblicazione di numerosi te- sti sulla
storia dell’aeronautica. Nel 1987 ha ottenuto il “Premio Rotondi” dalla sezione
Lombarda dell’Associazione Italiana di Aero- nautica e Spazio e nel 1990
il Diploma d’O- nore per la migliore produzione giornalistica aerospaziale
nell’ambito del Premio Lette- rario Aerospaziale dell’Associazione Arma Aeronautica.
Nel 2012 ha ricevuto un rico- noscimento per aver raggiunto il traguardo
del mezzo secolo di iscrizione all’Albo dei Giornalisti.
Franco Bugada - Ingegnere aeronautico, aeromodellista e giornalista. Scrive
corrente- mente di argomenti storici e tecnici per rivi- ste specializzate
italiane, inglesi e francesi. Fa parte del Savoia Marchetti Historical Group
che ha come scopo il recupero di documen- ti, restauri e ricostruzioni
al vero di velivoli famosi, attualmente l’idrovolante S 55 X del- la Crociera
Nord Atlantica del 1933. è iscrit- to anche all’Associazione
Amici del Museo Volandia e al Gruppo Amici Velivoli Storici.
In gioventù, mentre praticava l’aeromodelli- smo agonistico nella categoria
Riproduzioni, si divertiva anche a progettare modelli Team Racing.
è stato Delegato dell’Aero Club Mi- lano per l’Aeromodellismo ed ha
svolto la relativa attività didattica presso una scuola
di Milano. Professionalmente ha lavorato come agente esclusivo per l’Italia
e, per più di 15 anni, Direttore Generale di una società
produttrice di forni e apparecchiature termi- che per l’industria metallurgica,
ceramica e vetraria.
operavano gli idrovolanti. Si aggiunsero i cosiddetti “campi di fortuna” allestiti
allo scopo di poter accogliere i velivoli che, per varie ragioni collegate
all’impiego militare, non avrebbero potuto raggiungere il campo base dal
quale erano decollati: non erano dotati di attrezzature particolari se non
quelle strettamente necessarie per l’assistenza in caso di avaria o emergenza.
Al termine del primo conflitto mondiale, dopo alcuni anni nei quali i campi
d’aviazione, sia militari che civili, non ebbero praticamente sviluppo, se
non sporadici interventi di singole persone o associazioni, presto divenne
impellente adeguarsi ai tempi e provvedere ad una risistemazione generale
di tutto quanto riguardasse l’aeronautica. Era la via intrapresa già
da altri Paesi europei che avevano iniziato un’opera di consolidamento e
sviluppo del mezzo aereo, sia civile che militare.
La nascita dell’Arma Aerea: 1923
Il fulcro della rinascita fu la determinazione del Governo di istituire inizialmente
un Commis- sariato per l’Aeronautica (che venne poi sciolto), per giungere
il 23 marzo 1923 alla fondazio- ne della Regia Aeronautica come Arma indipendente
nella quale confluirono tutti i complessi demaniali aeronautici comprendenti
un centinaio fra aeroporti, aeroscali ed idroscali ed una ventina di campi
di fortuna. Nel complesso gli aeroporti e gli idroscali erano in discrete
con- dizioni, mentre i campi di fortuna era stati ceduti ai legittimi proprietari
terrieri che li avevano nuovamente convertiti all’agricoltura, senza compiere
né opere murarie né erigere edifici.
Il passaggio da Commissariato a Regia Aeronautica produsse un’accelerazione
dei lavori rela- tivi alle infrastrutture aeroportuali e nei primi anni, a
partire dallo stesso 1923, la realizzazione di alcuni nuovi aeroporti, fra
i quali quello di Merna. Quando Mussolini (primo ad assumere l’incarico “ad
interim” di Ministro dell’Aeronautica) cedette l’incarico al gen. Italo Balbo,
questi si accinse a dare una moderna ed efficiente struttura alla “Regia Aeronautica”
con particolare riguardo agli aeroporti seguendo il suo principio che prima
si costruisce la casa e dopo la si consegna agli abitanti.
L’aeroporto di Merna: era la “Campagna Grande”
Il sito dell’aeroporto di Merna, i cui lavori si fanno risalire intorno al
1924, venne ricavato da una vasta pianura nei pressi della città, denominata
dai residenti “Campagna Grande”. Era stata utilizzata per un certo tempo
dall’aviazione austriaca in sostituzione del campo di Wie- ner Neustadt a
volte non operativo nel periodo invernale per le copiose nevicate e le molte
giornate di vento forte in primavera e autunno. Già dal 1909 era stata
utilizzata dai fratelli Russjan coi loro diversi prototipi “EDA”. La loro
costruzione cessò a causa di un incidente mortale a Belgrado di Edoardo
Russjan in occasione di un’ esibizione di volo con uno dei suoi velivoli.
Iniziati i lavori di adattamento ed ampliamento nel 1911 e completati in
circa un anno fu trasferita nell’aeroporto goriziano di Merna la Scuola di
volo austro-ungarica considerando le sue migliori caratteristiche anche dal
punto di vista meteorologico (assenza di venti do- minanti). L’aeroporto
fu presto abbandonato quasi all’inizio del conflitto per la vicinanza di
Gorizia al territorio italiano.
A guerra iniziata, anche se prima abbandonato, l’aeroporto di Merna, (l’omologo
paese con cui veniva identificato l’aeroporto oggi si trova in
Slovenia) ebbe l’onore delle cronache dell’epoca.
Azioni di guerra nel cielo di Gorizia
Gorizia, Merna - 1924. Foto aerea del 1924. Sono trascorsi pochi anni dalla
fine della guerra e l’aeroporto porta segni visi- bili del conflitto. Da
Nord verso Ovest, partendo dai manufatti, si nota un camminamento parzialmente
ricoperto in direzione delle le trincee in prossimità della ferrovia.
Un altro cammina- mento attraversa il centro del campo in direzione Nord -
Sud. Più ad Est, un’altra trincea passa esternamente all’aeroporto
ed attraversa la strada che costeggia il campo. Due”T” deli- mitano la lunghezza
del campo e tra esse, al centro, la scritta GORIZIA. A Sud, verso la frazione
di Peci, il terreno è ancora adibito a coltivazione e solo in un secondo
tempo verra’ inglo- bato nell’aeroporto. Sul lato Nord-Est si notano i lavori
di co- struzione della Palazzina Comando, ancora parzialmente priva del tetto.
Tutto intorno il terreno è smosso e senza vegeta- zione per la presenza
dei cantieri di lavoro (Demanio Militare)
Gorizia, Merna. Foto aerea dei primi anni ’60.
Il
monumento ad Amedeo di Savoia Duca d’Aosta ed il lapidario del 1° e 4°
Stormo sono gia’ stati eretti. Si notano a Sud le aree vuote occupate in
Il 18 febbraio 1916 un gruppo di bombardieri biplani Caproni “Ca 1” da poco
entrati in ser-
vizio, basati sull’aeroporto di Aviano, decollano con obiettivo Lubiana. Al
rientro dopo il bom- bardamento la formazione si divide, alcuni si dirigono
su Trieste per sganciare le ultime bombe rimaste a bordo mentre tre apparecchi
si inseriscono nella valle del Vipacco per rientrare ad Aviano. Nei pressi
di Gorizia, mentre sorvolavano il Monte Grado, quasi nel cielo della zona
probabilmente sono dovuti alla promulgazione
della Legge n. 1630 del 23 giugno 1923 voluta dall’allora Sottosegretario
all’Aeronautica Italo Balbo che chiede a tutte le Province in cui esi- stono
“campi di fortuna” di migliorarli e ren-
passato dagli hangar Lancini del 4° Stormo, ed a Nord quelle della Palazzina
avieri e degli hangar della Ricognizione Aerea. In territorio Jugoslavo sono
ancora visibili i resti della polveriera di Vertoi- ba (Demanio Militare)
dell’aeroporto, sono attaccati dai caccia austriaci decollati da Aidussina.
Uno viene colpito e tenta un atterraggio di fortuna ma si salva solo il pilota
che viene fatto prigioniero, muoiono il
secondo pilota e l’osservatore. Sul secondo muoiono i due membri dell’equipaggio
mentre il pilota Oreste Salomone, benché gravemente ferito, riesce
a rientrare con l’apparecchio crivel- lato di colpi e col sangue dei deceduti
sparso in tutto l’abitacolo. A Salomone verrà conferita
la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il terzo bombardiere riesce a fuggire
e l’equipaggio rientra senza danni. Poco tempo dopo, il 4 maggio, il dirigibile
M4 della Regia Marina, al comando del maggiore
dell’esercito Giovan Battista Pistine con cinque membri dell’equipaggio, decol-
lato da Casarsa delle Delizie nella notte precedente per una missione di
bombardamento su Lubiana, mentre sta tornando alla base, esaurisce il carburante
e, malgrado ogni tentativo di sfuggire, viene colpito ed incendiato dalla
caccia avversaria. Precipita in fiamme poco distante dal perimetro dell’aeroporto
da dove era decollato con la morte di tutti gli occupanti.
i campi di fortuna e i lavori di Merna
I lavori per rendere adatto lo spazio esistente iniziano con la costruzione
di alcune strutture e
derli maggiormente adatti all’operatività dei
velivoli. Fervono i lavori a Merna e,
fra l’altro
viene realizzata la Palazzina Comando in stile palladiano, seguendo le indicazioni
del Dema- nio aeronautico che suggerisce agli architetti
responsabili del progetto di richiamare le linee costruttive dello “stile”
presente sul territorio per i principali edifici degli aeroporti.
Per quanto riguarda l’aeroporto di Gorizia la prima documentazione del dopoguerra
è una foto aerea del giugno 1924 che evidenzia l’inizio di consistenti
lavori di realizzazione di edi- fici destinati a strutturarlo come aeroporto
militare: alcuni edifici, come ad esempio la citata palazzina Comando, si
richiamano alle linee architettoniche della città. Si ha il primo
insedia- mento della Regia Aeronautica alla fine del 1925, con l’arrivo della
38^ Squadriglia del 63° Gruppo, 21° Stormo Ricognizione Aerea appena
costituito a Bologna il 23 dicembre 1925, dotato del Fiat BR 2, bombardiere
biplano disegnato da Celestino Rosatelli.
Due anni più tardi giunge anche il Comando del 63° Gruppo con
le Squadriglie 41^ e 113^ dotate di Ansaldo A 300, ricognitore biplano sviluppato
dallo SVA 10 e più tardi la 41^ che riceverà i nuovi IMAM Ro
1 (il biplano ricognitore e bombardiere Fokker CV E costruito su licenza
olandese, commercializzato anche come “Romeo Ro.1”).
Nel 1929 trasferendo a Gorizia il Comando del 21° Stormo, tutti
i velivoli verranno sostituiti con i Romeo Ro 1: lo Stormo opererà
su vari fronti fino all’8 settembre 1943.
Intanto proseguono i continui “aggiornamenti” delle infrastrutture, nel 1930
il lavoro di adattamento e riordino, con la realizzazione di tre hangar Lancini
in zona Sud-Est ed uno a Nord-Est, magazzini, uffici ed edifici per ospitare
ufficiali e sottufficiali dei reparti di volo e dei servizi. Una nuova entrata
viene ricavata dalla strada che porta al Vallone verso Trieste, nei pressi
di Merna. A questi si aggiungono un centro radiometeorico e di assistenza
radiogo- niometrica, un impianto per il volo notturno, composto da un aerofaro
di avvistamento, un semaforo a due fasi in grado di emettere segnali luminosi
verdi e rossi e la “T” di atterraggio luminosa nonché fari per l’illuminazione
delle superfici di decollo ed atterraggio.
Tullio Crali pittore
L’aeroporto che sta sorgendo alle porte della città, situato nell’ultimo
lembo di pianura friu- lana, prima delle pendici carsiche, colpisce anche
l’attenzione di un ragazzo, Tullio Crali, che negli anni trenta diventa uno
dei maggiori rappresentanti dell’aeropittura futurista, ammirato ed elogiato
da Marinetti in innumerevoli occasioni.
Il vecchio Caffè Teatro Verdi, in centro a Gorizia, la cui apertura
risale al periodo austriaco, è luogo di ritrovo della Gorizia “bene”
e degli Ufficiali dell’aeroporto che amano le sue sale da bigliardo. Nei locali
del Caffè vengono spesso esposte opere dei pittori futuristi tra cui
Crali. Verso la fine degli anni ‘30 il colonnello Ernesto Botto, Comandante
della Scuola Caccia, ha occasione di incontrare Crali nel locale ed è
ben lieto di consentirgli di frequentare il campo di Merna. L’artista ha
anche occasione di essere portato in volo con i CR 30 B, biposto della Scuola
e fare quelle esperienze che gli ispireranno i suoi famosi quadri di ”aeropittura”.
Crali vive con i genitori in un elegante palazzina di proprietà della
famiglia Viatori, in corso Vittorio
Emanuele III (oggi corso Italia), e sopra di lui, al terzo piano, abita fino
al ’44 il maresciallo del
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 1926. Gruppo di piloti e specialisti fotografati accanto ad un Caproni serie Ca3 (Ca 33 o Ca 34), velivolo da bombardamento costruito nel 1918. La foto è stata scattata davanti all’hangar Gleiwitz. La deriva con le strane losanghe è stata utilizzata occasionalmente su qualche trimotore di quel periodo. Il secondo da sinistra è Federico De Naccini, nato a S.Domenica di Albona (Istria) nel 1902. De Naccini diverra’ in seguito sottufficiale pilota della Ricognizione e partecipera’ a diverse Campagne (Bengasi e Agedabia nel ’26, Calam e Dogali nel ’39, Gimma nel ’40). Nel 1934 è a Gorizia dove vola sempre come pilota ricognitore su Ro1. Durante il Secondo Conflitto Mondiale viene fatto prigioniero e rinchiuso nel campo di prigionia di Yol (India) e successivamen- te trasferito in Inghilterra. è deceduto a Gorizia nel 1955. (coll. F. De Naccini)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 1926. Vista
4° Stormo Vittorio Romandini e, dopo la sua scomparsa, Raffaele Chianese.
Nelle cantine di questo stabile Crali ha il suo studio. Nel dopoguerra, Crali
viene “ignorato” dalla critica per molti anni probabilmente a causa delle
sue frequentazioni con il personale dell’aeroporto ed in particolare con
Botto.
Assieme alla lettura delle riviste futuriste, il passaggio delle squadriglie
da caccia in volo sulla città è l’elemento scatenante di una
passione che il ragazzo dalmata (nato a Igalo il 6 di- cembre 1910) coltiverà
per quasi settant’anni. Comincia a dipingere aerei in volo, acrobazie, motori
ed eliche, facendosi notare subito per il suo stile vigoroso e personalissimo
che gli permette di affermarsi fin dalle prime mostre. Un artista che nonostante
la sua lunga assenza dalla città natale, prima a Parigi e poi a Milano,
saprà mantenere sempre un legame fortissi- mo con la sua terra dove
tornerà spesso fino a poco prima della sua scomparsa avvenuta a novant’anni,
nel 2000.
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – (1924). Lavori di edificazione sul
lato Nord dell’aeroporto. Da sinistra, l’hangar Gleiwitz, il serbatoio dell’acqua,
l’officina III tipo. Sullo sfondo le scritte sulla foto riportano: “Lucinico,
Monte Podgora, S. Andrea”. L’hangar Gleiwitz fa parte delle “ricompense”
per i danni di guerra subiti dall’Italia. Costruito in Austria nel 1909,
al termine della guerra viene “smontato” e trasportato in treno fino a Gorizia.
Dal convoglio, fermato in prossimità dell’aeroporto, sono stati por-
tati i vari componenti sul campo di volo e rimontati. (arch. Associazione)
interna dell’aeroporto, in direzione Nord – da sinistra verso destra: Hangar
del 21° Stormo Ricognizione, 113^ Sq. (suc- cessivamente 116^ Sq.) e
41^ Sq. - 21° Stormo, 38^ Sq. Ricognizione - In secondo piano: antenne
marconiane della Stazione Radio Telegrafica (sul retro del Comando 21°
Stor- mo) - Serbatoio d’acqua pensile – Palazzina Avieri (la Palaz- zina
Sottufficiali verra’ edificata successivamente). (Demanio militare)
La costituzione del 4° Stormo Caccia Terrestre
L’aeroporto che ospita tre squadriglie del 21° Stormo, subisce un “salto
di qualità” nel set- tembre del 1931 e lo si deve alla costituzione
del 4° Stormo Caccia Terrestre che ha tutta una sua storia. Nell’ultima
decade di agosto del 1931 vengono organizzate le “Grandi Manovre
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 1926. Vista esterna dell’aeroporto,
in direzione Ovest. Da sinistra verso destra: Palazzina Comando del 4°
Stormo - Hangar in ferro Lancini - Autoreparto con annesso laboratorio fotografico.
(Demanio militare)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 1926. Vista interna dell’aeroporto, in direzione Sud: I tre Hangar in ferro Lancini, costruiti probabilmente intorno al 1926, inutilizzati fino al settembre 1931 e successivamente divenuti sede operativa del 4° Stormo Caccia Terrestre. Di dimensioni considerevoli, 50 mt. x 50 mt. di base ed un’altezza di circa 20 metri. Gli hangar, situati nel lato Sud dell’aeroporto avevano un’appendice sul retro, utilizzata come Coman- do di Squadriglia e uffici. (Demanio Militare)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 1926. In primo piano: campo sportivo
– infermeria – amministra- zione (Demanio militare).
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1932. Sfilata di velivoli
del 21° Stormo Ricognizione Aerea in occasione della visita del Duca di
Genova con gli ufficiali della 5^ Divisione Navale. Sullo sfondo i tre hangar
del 4° Stormo. (arch. Associazione)
Planimetria dell’aeroporto di Merna “Egidio Grego”, ag- giornata al 1933.
La costruzione di tutti gli edifici risulta ultimata ad eccezione della “Zona
Alloggi Ufficiali”. L’e- sigenza di disporre di una palazzina Ufficiali era
partico- larmente sentita in quanto quest’ultimi erano costretti ad alloggiare
in citta’, in appartamenti privati. Si noti al centro dell’aeroporto
la scritta “Gorizia” che serviva per l’identificazione da parte dei velivoli
in arrivo, non “stanziali”. In basso a sinistra la collinetta per la taratura
delle armi di bordo ed ai due lati le “T” che fungevano da indicatori della
direzione d’atterraggio (arch. Asso- ciazione)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 6 maggio 1932. Abitanti del vicino
paese di Merna con i generi ali- mentari donati dal Comando d’Aeroporto. Sullo
sfondo l’hangar Gleiwitz della 38^ Squadriglia (arch. Associazione)
Gorizia, Merna – 1933. La “Colonia elioterapica” che ospitava i figli degli
abitanti di Merna, paese limitrofo all’ae- roporto. I contadini del posto,
a seguito dell’esproprio dei campi nel 1924 per permettere la co- struzione
dell’aeroporto, si tro- varono in gravi condizioni eco- nomiche e Amedeo
di Savoia, Comandante dell’aeroporto e del 4° Stormo, fu fautore dell’i-
niziativa che ospitava in aero- porto, nel periodo estivo, i figli degli
abitanti di Merna. (arch. Associazione)
Terrestre con sede nell’aeroporto di Gorizia, con il IX Gruppo (73^ -
96^ e 97^ squadriglia) ed
dell’Armata Aerea” che vedranno coinvolti i Reparti della “Regia” con 894
velivoli delle varie specialità: caccia, bombardamento, collegamenti
ed osservazione. In tale occasione lo Stato Maggiore decide di costituire
in via provvisoria un nuovo Reparto di Volo, il 4° Stormo con il IX Gruppo,
formato dalla 73^ - 96^ e 97^ squadriglia del 1° Stormo di Campoformido
ed il X Gruppo, formato dalla 90^ squadriglia del XVII
Gruppo del 1° Stormo, dislocata ad Aviano e dalla 84^ - 91^ del VII Gruppo
Caccia Autonomo, dislocate a Ciampino Sud.
Al termine delle manovre, viene ampiamente dimostrata la preparazione dei
componenti del 4° Stormo e si decide di dare forma
definitiva al nuovo Reparto. Nasce così il 4° Stormo Caccia
il X Gruppo (84^ - 90^ e 91^ Squadriglia), coi biplani da caccia Fiat CR20.
I primi piloti giun- geranno a Gorizia, da Aviano e Campoformido, nel settembre
1931 poi seguiti da tutti gli altri. Al momento del loro arrivo, l’aeroporto
si presenta in tutta la sua completezza, dopo notevoli lavori di manutenzione,
aggiustamenti ed aggiunta di nuovi edifici. Quattro grandi hangar del tipo
“Lancini”, alti circa 20 metri, aventi base quadrata di 50 metri x 50 richiamano
subi- to l’interesse di tutti come i due altri hangar più bassi, lunghi
65 metri e larghi 50 che sono affiancati al vecchio hangar originale austriaco
Gleiwitz (ceduto nell’ambito dei “danni di guerra” dal Governo di Vienna)
lungo 67 metri e largo 28 metri. Tutti questi ricoveri costitu-
Aeroporto “E. Gre- go” di Merna, Gorizia
- primi anni ‘30. Festa dell’Aeronautica: cerimo- nia nell’hangar del 21°
Stormo della Ricognizione Aerea. Il sergente Renzi a destra,
senza berretto, cadra’ in combattimento in Nord-Africa l’8 agosto 1940 ed
il suo corpo non sarà più ritrovato (coll. N.Renzi)
Manuale “Disciplina del Volo” - 1932. Pubblicazione edita dal “Comando d’Aeroporto”,
destinata ai piloti, riportante le norme operative di volo previste. In calce
è riportato a mano “Pilota Bruno Sartori, 79^ Sq”. (coll. B. Sartori)
Manuale “Disciplina del Volo” - 1932. Pagina del manuale che regolamenta
le operazioni di decollo ed atterraggio. Notare che una
fascia centrale (comune) era dedicata agli atterraggi sia dei velivoli del
4° Stormo che di quelli della Ricognizione.
Le due fasce, un a Nord ed una a Sud, erano rispettivamente dedicate ai decolli
della Ricognizione e del 4° Stormo.
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – anno imprecisato.
Piloti della 90^ Squadriglia. Ter- zo da sinistra, il serg. Ro- mandini (coll.
A. Cagliari)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 18 aprile primi anni ‘30. Festa
dell’Aeronautica: cerimonia nell’han- gar del 21° Stormo della Ricognizione
Aerea, occasione per invitare i piccoli ospiti goriziani (coll.N. Renzi)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – primi anni ‘30. CR 20 Asso della
91^ Sq. durante una prova motore. Si puo’ notare che la coda del velivolo
poggia su un carrello a due ruote utilizzato per il traino. L’elevatore è
tenuto “alzato” per costringere la coda a terra (coll. U. Chiaranti)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – anni ‘30. Un aviere scherza con
il collega specialista Simonetti, con la tuta bianca, fin- gendo di gettarlo
nella vasca (tuttora esistente) sul lato Ovest dell’e- dificio M.S.A. (Materiali
Speciali Aeronautici). Sullo sfondo la Stazio- ne Radiotelegrafica ed una
delle tre antenne per le comunicazioni HF a lunga distanza (coll. G.Simonetti)
Foggia - 1936. Guglielmo Biffani con Luc- chini alla Scuola di Pilotaggio
(coll. G. Bif- fani)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 1936. Foto scattata nell’aeroporto
di Gorizia il 9 dicembre. Lo schieramento di CR32 è imponente. (coll.
Biffani).
Treviso 1943. Una Squadriglia di due CR32 nella versione “caccia notturna”della
Scuola Assalto di Ghedi viene trasferita il 20 marzo nell’aeroporto di Gorizia
per un breve periodo di addestramento ai voli notturni. Ripresa in transito
nell’aeroporto di Treviso prima di giungere a Gorizia. (coll. C. d’Agostino)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – marzo 1938. Piloti e specialisti
davanti ad un CR 32. Da sinistra: m.llo Romandini (1°), uno specialista
non identificato (2°), cap. D’Agostinis (3°), uff. pilota del SIAM
Sawuk Rakdham (4°), m.llo Patriarca (5°), m.llo Chianese (6°),
serg.m. Fioriti (7°) (coll. R.Chianese)
iscono la parte dedicata ai velivoli mentre diversi altri edifici sono utilizzati
come magazzini, uffici, officine, dormitori e mense, posto di guardia, cinematografo.
I velivoli del 4° Stormo, sono ospitati in tre hangar Lancini posti uno
di fianco all’altro sul lato Sud dell’aeroporto: in ogni hangar vengono ospitate
due Squadriglie. Nel primo, di fianco alla strada statale che costeggia l’aeroporto,
la 73^ e 96^; nel secondo la 97^ e 84^ e la 90^ e 91^ nel terzo. In locali
(detti “appendici”) appositamente predisposti sul retro degli hangar, trova
posto, nel primo il Comando di Stormo, nel secondo i Comandi del IX Gruppo
e del X Gruppo. Nello spazio retrostante agli hangar qualche anno dopo sarà
dislocata la Colonia Elioterapica vo-
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1941. Fontanella lungo il viale
che portava all’ingresso dell’aeroporto. Si riconoscono da sinistra, il serg.
Mario Guerci (73^ Sq.), il serg. Pasquale Rossi (73^ Sq.), il serg.m. Vittorio
Scipioni, il m.llo Raineri (73^ Sq.), il serg. Gino Santo (97^ Sq.), il serg.
Teresio Martinoli (78^ Sq. M.O.V.M.) ed il serg. Emanuele Passaglia (coll.
S.Gino)
Aeroporto “Egidio Grego” di Merna, Gorizia - 1940. Il pilota Giovanni
Levi sul calesse, trainato dal Pony donato dal Duca d’Aosta. Quando il Duca
d’Aosta era ancora il comandante del 21^ Stormo Ricognizione Terrestre,
ebbe in regalo un pony bianco e marrone: lo fece portare
in aeroporto a disposizione del reparto logistico affinché venisse
utilizzato per piccoli servizi di pulizia del campo. Venne costruito un apposito
carret- to e l’animale tenuto in una piccola stalla sul retro degli hangar
Lancini, in compagnia di una capretta tibetana, donata anch’essa dal Duca.
Una notte il pony aprì la porta della stalla e andò a spasso
per il campo. La senti- nella di guardia al retro degli hangar del 4°
Stormo udì un rumore ed intimò il “chi va là” e, non
udendo rispo- sta, sparò un colpo uccidendo il pony. La povera bestia
era la mascotte del campo e la sua morte fu un lutto per tutti ed anche
per le due principessine, le figlie del Duca, Margherita e Maria Cristina,
che con un piccolo calessino e con grande gioia ogni tanto andavano a spasso
per il campo (coll. G.Levi).
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - estate 1941. Il serg.m. Antonio
Valle davanti all’hangar Lancini, ac- canto ad un MC 200 della 73^ Sq. Alle
sue spalle altro personale tra cui si riconoscono il s.ten Giuseppe Oblach
(73^ Sq.), seduto sulla sdraio, ed il ten. Piero Bonfatti (73^ Sq.) che dialoga
con degli specialisti (coll. S.Gino)
luta dal duca d’Aosta per i figli minori dei contadini sloveni che hanno
perso il terreno con gli espropri
necessari per la realizzazione dell’aeroporto. Il settore Nord, adiacente
alla strada statale, è occupato da due edifici nei quali sono sistemati
il Reparto Servizi e Cassa, la Ca- sermetta alloggio per i Carabinieri, che
assicurano il servizio di vigilanza, e l’Infermeria, con
un ampio giardino dotato di piscina. Accanto a queste due costruzioni si
trova la Palazzina Comando, e nella zona antistante, una grande Rosa dei
Venti in conglomerato cementizio. Più
avanti sorge un hangar Lancini, utilizzato per qualche tempo dal 6° Stormo,
dotato di Aerofaro “Luria”. Vi sono installati anche la Cabina del pozzo,
l’Autorimessa ed il Gabinetto Fotografico, di fianco al primo ingresso (ce
ne sono altri tre, il più a Sud per raggiungere gli hangar del 4°
Stormo, un altro in corrispondenza della Palazzina Comando e un altro in
corri- spondenza della Caserma Avieri). Da esso parte un vialetto che porta
all’Officina Riparazioni, al grande vecchio hangar
austriaco Gleiwitz occupato dalla 38^ Squadriglia del 61° Stormo Osservazione
Aerea, il Magazzino MSA (Materiali Speciali Aeronautici) , l’ufficio
Comando della Ricognizione. Si ha sullo stesso vialetto l’hangar delle
altre Squadriglie (41^ e 116^Os- servazione Aerea). Alla sua destra, oltre
alla Palazzina Avieri, il Lavatoio all’aperto, l’Alloggio avieri e la mensa,
la Stazione Ricetrasmittente, il Magazzino Vestiario
e il Cinematografo. Più avanti sempre verso sud-Ovest
c’è il deposito carburante ed il terrapieno per le prove e
la calibrazione delle mitragliatrici dei velivoli da caccia. Di fianco a
ciascuno degli hangar del 4° Stormo, del
6° e della Ricognizione sono state installate torri alte un dozzina di
metri per
Aeroporto “Egidio Grego” di Merna, Gorizia - 1941. Il capo collaudatore dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone, Mario Stoppani, davanti ad un Cant Z 1007 monoderiva. Alle sue spalle gli hangar della Ricognizione Aerea ed alcuni CR 42 parcheggiati (coll. G.Levi)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1941. Lato Sud-Est dell’aeroporto:
un Cant Z 1007 bis e dietro alcuni MC 200 (coll. G. Oblach)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1941. Stoppani in visita a Gorizia
col Cant Z 1007 bis (vedi foto pa- gina precedente) decolla alla volta dell’aeroporto
di Ronchi dei Legionari. In primo piano un Nardi FN 305 della “Scuo- la Caccia”
assegnato alla 91^ Sq. ed alcuni MC 200 (coll. G. Oblach).
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1941.
Reggiane Re 2000 nell’hangar Lancini. (coll. G. Oblach)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1941. Lato Nord dell’aeroporto,
un MC 202 davanti ad alcuni MC 200 (coll. G. Oblach)
le segnalazioni visive agli aerei in decollo ed in atterraggio. Sull’altro
lato della strada statale che costeggia l’aeroporto, alla fine degli anni
‘30 in una elegante Palazzina, saranno ricavati gli alloggi per gli Ufficiali
con relativa mensa. Verso est sul terreno della frazione di Vertoiba trova
posto la Polveriera e la Riservetta con relativo Posto di Guardia.
Al comando del col. Felice Porro inizia quindi la normale attività
di questo Reparto la cui inse- gna è “uomo alato con gladio” suggerita
dallo stesso Porro e riportata sulle tute di volo e su alcuni velivoli. Non
è però ancora quella “ufficiale” che verrà più
tardi.
L’epoca è quella delle “grandi manovre” e manifestazioni aeree alle
quali naturalmente non possono sottrarsi i piloti del 4° e già
nel 1932 partecipano con le Squadriglie del IX Gruppo all’aeroporto del Littorio
di Roma (ora dell’Urbe) alla grande manifestazione aerea organiz- zata per
rendere omaggio ai partecipanti del “Convegno Internazionale dei trasvolatori
At- lantici”, quelli della crociera dell’Atlantico Meridionale, Italia-Brasile.
Sono presenti anche le Squadriglie del 1°, 2° e 3° Stormo. Il
4° sorvola più volte la zona dell’aeroporto con 27 velivoli che
ad ogni passaggio modificano la formazione fra gli applausi delle migliaia
di persone accorse all’avvenimento.
il Duca d’Aosta
Il 1° maggio 1933 Amedeo di Savoia duca d’Aosta assume il comando dello
Stormo. Co- mandava già il 21° Stormo e sotto la sua conduzione,
su suggerimento di alcuni ufficiali da lui subito accolto, viene adottata
l’insegna ufficiale del “Cavallino Rampante” che Francesco Baracca aveva fatto
dipingere sul suo aereo per ricordare che proveniva dalla Cavalleria. L’in-
segna viene accettata dallo Stato Maggiore e, alla morte del Duca, sarà
l’emblema di tutta la 91^ Squadriglia dove lui aveva militato. Inizialmente
il “Cavallino” è nero su fondo bianco per il X Gruppo e bianco su
fondo nero per il IX, ma in seguito sarà utilizzata solo la prima
versione per tutti i Gruppi di volo dello Stormo.
Nel 1934 il Duca d’Aosta assume il comando della III Brigata Aerea con il
grado di generale di Squadra Aerea, formata dal 1° Stormo di Campoformido
e dal 4° Stormo di Gorizia. Nel 1936 assumerà il comando della
Divisione “Aquila” formata dagli stessi Stormi oltre l’8° e
il 14°. Alla fine del 1937 viene nominato Vicerè d’Etiopia e si
deve trasferire in Africa, dove morirà in prigionia nell’agosto 1942.
In questa occasione all’insegna del “Cavallino” verran- no aggiunti il nodo
sabaudo, il motto “FERT-FERT-FERT” e il nodo Savoia. Lo stesso aeroporto
cambierà nome, fino a quel momento intitolato a Egidio Grego, pilota
di idrovolanti, dece- duto in azione di guerra. Nel Foglio d’Ordini n. 10
del Ministero dell’Aeronautica troviamo l’indicazione “ Sotto la data del
10 marzo 1942 (l’aeroporto- n.d.r) assume come nome di battesimo quello di
AMEDEO DUCA D’AOSTA in memoria di sua A.R. Amedeo di Savoia duca
d’Aosta, decorato di medaglia d’oro al valor militare e deceduto in prigionia
di guerra a Nairobi (Kenya) il 3 marzo 1942”.
L’attività prosegue
Negli anni seguenti lo Stormo prosegue nella sua attività partecipando
a riunioni, esibizioni in Italia ed all’estero, manifestazioni e “grandi manovre”.
La vita in aeroporto era anche soggetta a quelle che potrebbero
definirsi “attività varie” come le visite su invito alle più
importanti e note famiglie della cosiddetta “buona società” da parte
di giovani e brillanti ufficiali, nella
loro elegante e moderna divisa azzurra, adottata da Italo Balbo dopo la sua
nomina a Ministro dell’Aviazione. Importanti dunque le “attività sociali”
fra le quali possiamo citare l’allestimento di una colonia elioterapica
per ragazzi di famiglie disagiate del vicino paese di Merna. Si prov- vede
anche alla distribuzione di “pacchi viveri” ai meno abbienti, questo anche
per ingraziarsi la popolazione di origine slovena che sopportava
con un certo malessere la vicinanza dell’ae- roporto e dei suoi frequentatori,
dovuto all’esproprio del Demanio Militare che nel 1924 aveva
sottratto campi di loro proprietà, causando notevoli problemi alla
loro stessa sopravvivenza. Nel 1936 inizia la guerra di Spagna e molti piloti
e specialisti del 4° si offrono volontari, attirati dalla possibilità
di mettere in pratica tutto quanto hanno imparato negli anni trascorsi e
nello stesso tempo desiderosi di dare una mano a quelli che a loro avviso
stanno combattendo per la libertà dall’oppressione comunista. L’11
aprile dell’anno successivo, con una cerimonia alla presenza di Autorità
civili e militari e di fronte ai Reparti che operano in aeroporto, viene con-
segnata allo Stormo la Bandiera di Guerra, ricevuta a Roma nei giorni precedenti
– insieme a quella di altri Stormi – nel corso di un analoghi eventi all’Altare
della Patria.
Nella seconda metà degli anni ’30 l’aeroporto è la sede prescelta
per i primi esperimenti di siluramento aereo (precorritori nel 1914: Alessandro
Guidoni e Raoul Pateras-Pescara). Gli aerei prescelti sono i
trimotori SIAI Marchetti S 81 e S 79 appositamente predisposti mentre i siluri
derivati e modificati da quelli marini, sono prodotti dalla Società
Whitehead di Fiume. Il 4 maggio 1937 si verifica
un avvenimento quanto meno inconsueto mentre si sperimenta la stabilità
trasversale del siluro dopo il lancio: è dotato di impennaggi in legno
controllati da un giroscopio sistemato all’interno della parte anteriore
del siluro stesso. Ai comandi dell’S 81 utilizzato per la prova c’è
il Comandante della Divisione Aerea Gen. Amedeo duca d’Aosta
e a terra il lancio è seguito dal Principe Aimone di Savoia Aosta,
Contrammiraglio e Coman- dante della Marina Militare e della piazza di
Pola.
Dal ‘36 al ‘39 lo Stormo partecipa con la sua Pattuglia Acrobatica a numerose
manifestazioni, Budapest due volte, Zurigo, Roma e Berlino. Quella di Berlino
del 23 giugno 1939 vede la partecipazione di Ernesto Botto (detto Gamba di
Ferro per avere perso una gamba in un combattimento aereo in Spagna, ma senza
mai smettere di volare). La manifestazione si svolge sull’aeroporto di Staaken,
in occasione del rientro della Legione Condor dalla Spagna. Il successo ottenuto
è il risultato dell’intenso lavoro di addestramento e allenamento
di piloti e tecnici.
Ormai i venti di guerra, provenienti dalla Polonia invasa, spirano sempre
più violenti e non c’è posto per altro che non sia dedicato
ad un conflitto che si avvicina sempre più. Il “messaggio alla Nazione”
proveniente da Roma in piazza Venezia il 10 giugno 1940 “Combattenti di terra,
di mare e di cielo…l’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra
Patria, l’ora delle decisioni irrevocabili…” contiene parole che nessuno
dei presenti e degli ascoltatori alla radio dimenticherà mai più!
in guerra
L’aeroporto di Gorizia vede un continuo succedersi di eventi: trasferimenti
di reparti e inten- sificazione del servizio di vigilanza diurna e notturna
in conformità al piano di mobilitazione.
Il personale e l’armamento presenti nei Campi di manovra dipendenti dall’aeroporto
che si trovano a Divaccia (nei pressi di Trieste), a Ronchi del Legionari
ed a Aidussina, confluiscono a Gorizia
per essere poi smistati verso le varie destinazioni. Questo determina molto
lavoro anche amministrativo e con notevoli problemi logistici.
Al momento dell’entrata in guerra risulta dislocato nell’aeroporto di Gorizia
il IX Gruppo del 4° Stormo con le sue 73^- 96^ e 97^ Squadriglie su Fiat
CR 42 mentre il X Gruppo con le sue 84^
- 90^ e 91^ lo ha già lasciato il 5 giugno per raggiungere il campo
T2 di Tobruk il 15 dello stes-
so mese; le 38^ e 116 ^ Squadriglie della Osservazione Aerea lo hanno già
lasciato da tempo. Verso la fine di giugno il funzionamento dei vari servizi
logistici entra nella fase dell’attività normale. Per la difesa contraerea
vengono approntate postazioni di mitragliatrici e sono ri- cavate alcune
trincee antischegge ai margini del campo con una capacità ciascuna
di 225 uomini. L’armistizio della Francia comporta il rientro di velivoli
e personale da quelle zone, con conseguenti problemi per la sistemazione
della truppa in alloggi anche di fortuna e la preparazione del rancio in
vari turni, non essendo le cucine in grado di preparare tutti i pasti simultaneamente.
Il Comandante dell’aeroporto invia in merito un nota alla Direzione Ter-
ritoriale di Commissariamento lamentando che i 400 posti branda disponibili
per la truppa sono insufficienti essendo la forza media presente di 600 uomini.
Di questi, 200 avieri ven- gono distribuiti nei vari locali disponibili presso
i diversi fabbricati (aviorimesse, autorimesse, magazzini, cinematografo)
non facilmente gestibili dal punto di vista della disciplina militare. Gli
impianti igienici sono difettosi, la Palazzina Sottufficiali dispone di 38
posti letto contro i circa 150 militari in servizio nell’aeroporto e la mensa
può erogare solo 100 pasti, tanto che gli ammogliati residenti in
città vengono autorizzati a rientrare a casa per i pasti. Solo la
Palaz- zina Ufficiali risulta efficiente. A queste lamentele non viene data
alcuna risposta e ci si deve arrangiare come sempre “all’italiana”.
Verso la fine del 1940 prosegue l’attività nel settore logistico anche
per l’affluenza di mate- riale vario e di velivoli nonché di personale
della Scuola Caccia proveniente dall’aeroporto di Campoformido (settembre)
nonché di personale dell’aeroporto di Aiello (ottobre). Il 9 ottobre
giunge il Capo del Governo, Benito Mussolini, per incontrare il gen. Vincenzo
Pricolo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica. La visita comporta il consueto
schieramento di tutti i reparti di volo coi relativi velivoli ed il preventivo
controllo di tutte le infrastrutture.
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1941. Un MC 200 della 73^ Sq.
Davanti all’hangar Lancini (coll. G. Oblach)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 7 giugno 1940. Il X Gruppo in
partenza per l’Africa. Si riconosce in seconda fila, con la tuta bianca e
gli occhi chiusi, il serg. Ugo Corsi, il piu’ famoso pilota acrobatico del
4° Stormo. Perira’ pochi giorni dopo, il 19 giugno 1940, in un combattimento
aereo a Bir el Gib, Africa Settentrionale, quando si trovò ad affrontare
da solo quattro Hurricane inglesi (coll. G. Oblach)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 7 giugno 1940. Il X Gruppo in partenza per l’Africa per il trasferimen- to velivoli a Tobruk T2, davanti all’hangar della 90^ Sq. Si riconoscono nella foto: Corsi, Santonocito, Gino, Bandini, Nicola, Agnelli, Piragino Oblach, Vanni, Monti, Zanfranco, Ferrulli, Rosa, Migliorato, Fiorito, Romandini, Valle, D’A- gostinis, Chianese. (coll. G. Oblach)
La sempre crescente attività di volo sull’aeroporto porta come conseguenza
anche un certo numero di incidenti, alcuni gravi con morti e feriti, altri
con danni ai soli velivoli. Intanto il 4° Stormo rientra con le
Squadriglie dotate di biplani FIAT CR 42 da caccia e assalto che si riveleranno
sorpassati, specie come caccia. è pronto il passaggio sui nuovi Macchi
MC 200 monoplani e, nelle fasi di addestramento sul nuovo velivolo, avvengono
purtroppo ancora diversi incidenti di varia natura, fra questi il più
grave si verifica al suolo: uno Junkers Ju.87
Aviano 1942/1943. Ju 87D Stuka della Luftwaffe, bombardiere in picchiata,
qui visto in una delle sue ultime varianti, sembra essere nuovo di fabbrica,
pronto alla consegna a un reparto operativo (coll. E. Cigolotti)
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – novembre 1942. Cant Z 1015, trimotore transatlantico proget- tato per il trasporto postale con il Sud America. Caratterizzato da prestazioni particolarmente brillanti: velocita’ max. 530 km/h, autonomia 5000 km, peso a vuoto 9.000 kg ed a pieno carico 18.500 kg. Costruito nel 1939, in un unico esemplare, era equipaggiato con motori Piaggio XII RC da 1280 Hp. A seguito dell’abbandono del progetto, venne preso in carico dalla Regia Aeronautica e assegnato al 1° Nucleo Addestramento Aerosiluranti di Gorizia. Dopo l’in- stallazione di due attacchi ventrali, fu impiegato nelle prove di lancio di siluri a parametri maggiorati (da alta velocità e alta quota) sul balipedio di Pola (coll. L. Del Moro)
“Stuka” pilotato dal serg. Manlio Dell’Angelo investe durante il decollo
un MC 200 in ma- nutenzione sul campo. Nel rogo che ne segue muoiono sia il
pilota, sia il tecnico specialista della Macchi, aviere Guido Buffi.
Nell’aprile del 1941 lo stato di guerra con la vicina Jugoslavia intensifica
l’attività sia dei servizi, sia dell’attività di volo, in particolare
l’osservazione aerea svolta dal 61° Gruppo Osservazione Aerea proveniente
dall’aeroporto di Bresso (Milano). Inoltre giungono in ae-
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1941. Il 6 marzo 1941 il pilota
serg. Manlio Dell’Angelo a bordo di uno Junkers Ju 87R-2 (Stuka - Sturzkampfflugzeug,
“aereo da combattimento in picchiata”) dopo il decollo esegue un tonneau ma,
trovandosi troppo basso, precipita sulla linea di volo del IX Gruppo uccidendo
l’aviere Guido Buffa che sta lavorando su un MC. 200 vicino all’hangar del
21° Stormo (coll. Brancaccio)
roporto anche i ricognitori basati sull’aeroporto di Campoformido. Il X
Gruppo del 4° viene trasferito nell’aeroporto di “manovra”, il vicino
Ronchi dei Legionari, e due Squadriglie del IX Gruppo vengono dislocate su
quello di Alture di Pola, in territorio italiano all’epoca. Nel frattempo,
mentre parte del personale in eccesso, viene decentrata in edifici requisiti
nelle immediate vicinanze dell’aeroporto, è costituita una Squadra
antiparacadutisti, potenziato il numero delle sentinelle e giunge anche
una squadra di artiglieria contraerea dell’Esercito. L’intensa attività
di volo porta sfortunatamente ancora incidenti. In parte sono dovuti al pas-
saggio dai CR 32 e CR 42 a carrello fisso ai Macchi 200 e ai G.50 con carrello
retrattile che a volte i piloti dimenticano di estrarre.
L’attività di volo di addestramento della Scuola Caccia è particolarmente
intensa nei mesi successivi anche se segnata da diversi incidenti per lo
più
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - estate 1941. Vista parziale della linea volo della 73^ Sq. con i suoi MC 202 con sullo sfondo gli hangar della Ricognizione Aerea. Gli specialisti motoristi, attraverso il vano posteriore motore, controllano alcuni accessori (coll. S.Gino)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1942. In primo piano l’S82 “Marsupiale”
della 603^ Sq. del 146° Gruppo Trasporti. In secondo piano l’S 82 della
606^ Sq. del 148 ° Gruppo Trasporti. La foto è scattata quando
la 603^ Sq. era impegnata per il trasporto verso la Croazia dei rifornimenti
per le truppe ivi impegnate. Il velivolo in secondo piano potrebbe essere
stato ceduto alla 603^ Sq. poiché in quel periodo la 606^ Sq. stava
prendendo in carico i FIAT G 12 (coll. R. Bulfon)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia - 1942. Uno dei prototipi del CANT
Z 1018 “Leone” promettente bombardiere medio il cui sviluppo fu lungo e laborioso
a causa dei propulsori soggetti a facili avarie (coll. S.Gino)
dovuti ad errori di pilotaggio. I due velivoli Macchi e Fiat sono dei monoposto
e quindi l’allievo è solo a bordo e non ci sono o non funzionano bene
le radio per comunicare con il pilota in volo.
Il 7 ottobre giungono in aeroporto sette velivoli SIAI S 81 (trimotore monoplano
a carrello fisso) del 18° Stormo con destinazione il fronte russo per
operare con la 245^ Squadriglia Trasporti. Dopo le consuete operazioni di
controllo e rifor- nimento, il giorno successivo decollano in dire- zione
di Trieste. A uno dei velivoli si verifica un grave danno al motore destro
e il trimotore pre- cipita in località Buje (ora in Croazia) e muoiono
tutti gli occupanti: ten.pilota Francesco Medulla, copilota m.llo Annio Schiava,
primi avieri Adolfo Goffredi, Luigi Cogoli e Fiorino Michelon.
Il primo trimestre del 1942 vede proseguire la nor- male attività di
volo con alcuni incidenti fra cui quello occorso a un monoplano bimotore Ca
311 della 243^ Squadriglia O.A. che, nel corso di un’ operazione in Croazia,
per le avverse condizioni
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1937. Esibizione acrobatica del
m.llo Cagliari. (coll. A. Cagliari)
Aeroporto “E. Grego” di Merna, Gorizia – 1941. Personale militare e civile
della Stazione Radio Telegrafica (coll. Orzan)
meteo, deve essere abbandonato dall’equipaggio: i due piloti si salvano ma
l’osservatore perde la vita per la mancata apertura del paracadute. Un altro
incidente causa la morte di un pilota della Scuola Addestramento Caccia su
un monoplano biposto da addestramento FN 305 che non riesce a decollare.
Il pilota è solo a bordo. Il 3 marzo dello stesso mese: sono presenti
il gen. Vincenzo Porro comandante della 2^ Squadra Aerea ed i Reparti schierati
con la Bandiera di Guerra del 4° Stormo Caccia. Il 12 marzo Cerimonia
religiosa solenne per ricordare il Duca d’Aosta deceduto in prigionia presso
gli inglesi.
Durante il secondo trimestre del ‘42 prosegue l’intenso lavoro di addestramento
a tutti i livel- li. Il 2 maggio avviene un altro tragico incidente. Un bombardiere
medio bimotore Caproni CAB Ca 135, del lotto acquistato dall’aeronautica ungherese
con l’equipaggio di tre uomini di questa nazionalità, dopo uno scalo
a Gorizia, in volo per la vicina Nazione, precipita dopo pochi chilometri
in località Villa Vicentina (nei pressi di Monfalcone), incendiandosi
e non la- sciando scampo agli occupanti. Pochi giorni dopo un biplano monomotore
Ca 164 con pilota e specialista ha dei problemi per la forte turbolenza durante
un normale volo nella zona di Vipacco. Il pilota riesce comunque a rientrare
in campo con pochi danni e contusioni riportati all’atterraggio.
Il 4 luglio del’42 si verifica un avvenimento straordinario, che ha come
protagonista un velivolo insolito, il quadrimotore bombardiere Piaggio P
108 della 274^ Squadriglia BGR (Bombardamento a Grande Raggio). Le sue notevoli
dimensioni (apertura alare 32 metri contro i 21 dell’S 79 che opera da quel
campo) non gli impediscono comunque di operare sulla superficie a disposizione
con un fondo in erba perfetto che sopporta il peso di un
aereo che pesa quasi il triplo dell’S 79. La sua presenza è dovuta
alle prove di lancio di
radiosiluri dalla quota di 1000 metri, ma non si andrà oltre alle
prove per una serie di pro- blemi fra cui la difficoltà richiesta di
manovrare anche a bassa quota sul mare. Il 31 luglio del ‘42, il Capo del
Governo torna nuovamente a Gorizia per un incontro con il Maresciallo d’Italia
Ugo Cavallaro e i generali impegnati nella repressione dell’attività
partigiana nei territori jugoslavi occupati dall’Italia. Mussolini è
accolto in aeroporto da Autorità civili e militari, poi rientra a
Roma nel pomeriggio.
Le fasi del conflitto portano ad una graduale diminuzione di personale e
mezzi con i reparti che vengono dislocati su altre basi. Purtroppo si registrano
altri incidenti fra i quali uno par- ticolarmente grave che causa la morte
dei tre occupanti: un bimotore Caproni Ca 311 della 119^ Squadriglia del
61 Gruppo O.A. durante un volo di esercitazione per collegamento radiotelegrafico,
precipita al suolo per ragioni imprecisate nei pressi di Cormons, cittadina
a pochi chilometri dall’aeroporto. In dicembre altri due incidenti. Il primo
è una collisione in volo fra due CR 32 in allenamento acrobatico.
Un velivolo riesce a tornare con molte difficoltà al campo, l’altro
precipita ma il pilota si lancia col paracadute che però si apre troppo
tardi. Il secondo incidente ha come protagonista un ricognitore-bombardiere
monoplano bimotore Ca 313 che, decollato dal campo per un volo di prova,
a causa di una virata troppo stretta va in stallo e si infrange al suolo
con la morte dei due occupanti.
Durante il primo trimestre le ottime condizioni atmosferiche, pur in un inverno
freddo, con- sentono a tutti i reparti di volo di svolgere la loro attività.
Nell’aeroporto di Gorizia vengono trasferiti due CR 42 della Sezione Caccia
di base a Ghedi per allenamenti in volo notturno. La
difesa antiaerea viene integrata con un reparto d’artiglieria dell’Esercito
dotato di mitragliatri- ci Scotti da 20 mm mentre si rinforza anche
la sorveglianza lungo il perimetro aeroportuale.
Il 25 gennaio il sottotenente Ugo Buriani in volo di addestramento con un
G 50 ha problemi col motore che improvvisamente si
arresta spruzzando olio sul parabrezza. Cerca di atterrare ugualmente sul
campo pur con visibilità ridotta e non accorgendosi dei fili dell’alta
tensione li urta e precipita morendo
fra le fiamme.
Il 3 marzo, alla presenza di Autorità civili e militari mentre sventola
la Bandiera di Combat- timento del 4° Stormo, l’arcivescovo di Gorizia
mons. Carlo Margotti celebra la S. Messa solenne nell’hangar Gleiwitz dello
Stormo O.A. in suffragio di Amedeo duca d’Aosta a un anno dalla sua morte.
Il 29 marzo, nel ventennale della costituzione della Regia Aeronautica, secondo
direttive emanate dal Comando di Squadra, presenziano Autorità civili
e militari con una funzione religiosa celebrata dal Vescovo mons. Vincenzo
Caccia ed al termine sono consegnate le ricompense al Valor Militare davanti
ai Reparti schierati sul campo. Nel pomeriggio tutto il personale dell’aeroporto
si trasferisce al Campo sportivo di Gorizia per assistere alla partita fra
le rappresentanze della Regia Aeronautica e quelle della Guardia di Finanza.
Le cronache dell’epoca non ci riportano il risultato.
Nel periodo seguente, fino a luglio si verifica una serie di allarmi aerei
notturni ma senza alcun attacco. Si avvicina però l’infausta data
dell’8 settembre che trova la Regia Aeronautica allo stremo delle forze,
con personale e velivoli ridotti al minimo e con le infrastrutture del territorio,
comprese quelle aeroportuali, sottoposte a continui ed incessanti bombardamenti
che fiaccano la popolazione.
“TUTTi A CASA”
In molti pensano erroneamente che l’armistizio voglia dire la fine del conflitto
anche se il proclama del Maresciallo Badoglio, Capo del Governo, l’8 settembre
1943, ai microfoni dell’EIAR, non è chiarissimo. “Il governo italiano,
riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro
la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori
e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale
Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta
è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro
le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni
luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra
provenienza”. In particolare queste ultime parole danno adito a diversi significati,
ma l’espressione “TUTTI A CASA” suona in ogni angolo di strada, in ogni raduno
di persone, in ogni luogo del territorio. Il personale dell’aeroporto di
Gorizia cerca di allontanarsi il più presto possibile, anche perché
teme qualche ritorsione da parte delle truppe tedesche ancora presenti in
zona. Purtuttavia l’aeroporto non viene del tutto abbandonato: due giovani
sottotenenti, ex allievi dell’Istituto “Umberto Maddalena” (O.N.F.A.), non
sapendo dove andare, decidono di rimanere a presi- diare il campo insieme
ai Carabinieri dell’aeroporto.
Guido Lazzati nel suo “Ali nella tragedia” riporta un aneddoto degno di nota.
Un ragazzo di 17 anni, De Nardi, si presenta a Gorizia
dopo l’armistizio affermando che aveva appena ottenuto il brevetto e che
voleva volare. Per prova esegue una serie di manovre e dimostra la
sua capacità. Giorni dopo si scopre che non aveva mai pilotato, neppure
un Caproni Ca 100. Ben presto arrivano le truppe di Tito che iniziano a smontare
le armi dagli aerei rimasti occu- pando di fatto l’aeroporto e solo dopo
molte discussioni i due sottotenenti, con la promessa di collaborare, riescono
a non far distruggere gli aerei.
I tedeschi sono ancora in zona e dopo un furioso combattimento riescono a
far arretrare i titini. Un Comandante della “Luftwaffe”,
dopo aver interrogato i due italiani e convinto di quanto era successo, ne
nomina uno comandante dell’aeroporto e l’altro vice, con compiti amministrativi:
cariche che durano non più di tre mesi, fino alla nascita della R.S.I.
che riporta al campo molti che si erano allontanati. Alcuni
ufficiali sollevano dall’incarico – e dall’imba- razzo – i due malcapitati
che tornano in servizio presso i Comandi del vicino Veneto.
Via i Titini, ma l’aeroporto è occupato dai Tedeschi
Fra il 13 ed il 22 settembre Gorizia viene “liberata” dai Titini grazie ad
una Compagnia corazzata della Wermacht e delle SS che destina alcune pattuglie
a presidiare l’aeroporto, ormai del tutto abbandonato. Visto che vi sono
già alcuni Carabinieri, il comandante tedesco li ritiene sufficienti
e ordina ai propri militari di tornare al loro reparto.
Nell’ottobre, Gorizia e le sue province come anche Trieste, Istria, Fiume
e Lubiana costituirono il Litorale Adriatico (Operation Zone Adriatisches
Kuestenland), annesso al III Reich sotto la responsabilità del gaulter
(governatore) Friedrich Rainer ed i tedeschi iniziano a requisire gli aerei
dislocati nei vari aeroporti sotto il loro controllo, in Italia Settentrionale
e Centrale, per farli poi confluire in Germania, pilotati da personale italiano.
Fino al novembre ‘43 nell’aero- porto è dislocato l’83° Gebirgspionierbattalion
della Wermacht e nel mese di marzo vi opera il LJT77 Jagdgesschwader del
1° Gruppo Caccia della Luftwaffe.
Il maresciallo del Reich Herman Goering, comandante in capo della Luftwaffe,
emana degli ordini per inquadrare nella Luftwaffe i piloti italiani i quali
tuttavia, guidati dal Col. Botto, vogliono mantenere la loro indipendenza
dal Comando tedesco. Ernesto Botto, Sottosegre- tario di Stato dell’Aviazione
della Repubblica Sociale Italiana, riesce ad ottenere da Goering l’annullamento
di questa iniziativa che avrebbe snaturato l’aeronautica della RSI. Più
tardi Botto – in contrasto sull’organizzazione dell’aviazione italiana che
propugnava autonomia rispetto alla forze armate tedesche - dà le dimissioni,
sostituito nell’incarico dal gen. Enrico Tessari.
L’aeroporto di Gorizia ritorna quindi operativo a tutti gli effetti ed utilizzato
in particolare come base del Gruppo Aerosiluranti e della Luftwaffe e base
secondaria del 1° Gruppo Cac- cia di Campoformido impegnato a contrastare
i bombardamenti di Aviano e Campoformido da parte delle Forze Alleate. Il
18 marzo suonano le sirene di allarme del campo e della città essendo
stata segnalata una formazione di quadrimotori dell’USAF B 24 “Liberator”
scortati da pattuglie di caccia monomotori Republic P 47 “Thunderbolt” e
bimotori Lockheed P 38 “Lightning” (i famosi e micidiali bicoda chiamati
dai tedeschi Der Gabelschwanz Teufel, “diavolo dalla coda biforcuta”). La
formazione si avvicina alla zona, ma invece di puntare sull’aeroporto si
lancia sui campi di volo di Aviano e Campoformido. Intanto decollano i Macchi
MC 205 del 1° Gruppo Caccia della RSI per cercare di contrattaccarli,
difficilissima impresa di questi piloti soverchiati dal numero dei caccia
nemici e dal poderoso armamento
degli stessi bombardieri. Gli MC 205 sono costretti ad atterrare per rifornirsi
e puntano sugli aeroporti disponibili dato che Campoformido ed Aviano sono
ancora sotto attacco. Mentre alcuni si dirigono verso Maniago e Lavariano,
altri scelgono l’aeroporto di Gorizia. Probabilmente gli americani hanno
un disegno ben preciso e, mentre gli specialisti al suolo fanno del loro
meglio per rifornire di carburante e munizioni gli aerei atterrati, si precipita
sul campo un gruppo di bombardieri leggeri bimotori B 25 “Mitchell” dotati
per l’occasione di “spezzoni” (le “cluster bomb” di oggi) appositamente progettati
per colpire costruzioni e infrastrutture e uccidere e ferire
persone con la proiezione di molte schegge. L’attacco ini- ziato alle 11
dura circa un’ora e gli effetti sono disastrosi per le infrastrutture dell’aeroporto.
Viene anche distrutto un S 79 e danneggiati, ma riparabili, un altro paio
del Gruppo aero- siluranti “Buscaglia” che erano atterrati dopo un’azione
di siluramento nella zona di Anzio e Nettuno, in attesa di riprendere
il volo verso il loro campo di Venegono. Sono colpiti gli hangar Lancini
nonché alcuni edifici, fra cui la palazzina Avieri, e tutti subiscono
vari danni. Pesante il contributo di vite umane: in diverse zone del campo
erano al lavoro i civili dell’Or- ganizzazione Todt che interrotti ed allontanati
al suono delle sirene erano stati costretti a ritornarvi: i morti sono circa
una novantina ed i feriti, ricoverati nell’ospedale cittadino ed in altri
luoghi di cura sono oltre 300. Vengono colpiti anche molti contadini che
stavano lavo- rando nei campi intorno all’aeroporto.
Riparati i danni della superficie aeroportuale in erba e quindi più
facilmente gestibile, l’aero- porto è nuovamente operativo e pronto
ad accogliere il Gruppo Trasporti “De Camillis” ed il Gruppo Autonomo Trasporto
Velivoli. Gli apparecchi vengono poi trasferiti il primo nell’aero- porto
di S. Pietro a Bergamo ed il secondo a Lonate Pozzolo. Il Gruppo Trasporti
aveva il com- pito di portare a Gorizia tutti i velivoli in buone condizioni
reperibili negli aeroporti del Nord Italia, per poi trasferirli in Germania
o in Austria o renderli disponibili per la nuova Aviazione Nazionale Repubblicana
ANR. Successivamente sarà utilizzato coi suoi piloti per trasferire
dalla Germania velivoli della Luftwaffe sempre destinati alla ANR.
L’inizio della ritirata verso la Germania del contingente tedesco comporta
anche danneggia- menti alle attrezzature aeroportuali degli aeroporti del
Nord, compreso quello di Gorizia dove i quattro hangar Lancini e l’hangar
della 116^ e 41^ Squadriglia della Ricognizione Aerea vengono smantellati,
utilizzando gli operai saldatori dei Cantieri di Monfalcone ed il materiale
ferroso trasportato in Germania.
L’aeroporto in mano degli Alleati e la linea Morgan
Il 1° maggio 1945 entrano a Gorizia le truppe neozelandesi del gen. Frayberg
che sono de- stinate a contrastare il clima di terrore instaurato dai soldati
di Tito compresi i rastrellamenti e le deportazioni
della popolazione spesso seguiti dall’orrore delle foibe.
Il 9 giugno dopo una riunione a Belgrado fra i rappresentanti della Jugoslavia
e degli Anglo- americani, si giunge alla decisione di dividere la regione
in due zone d’occupazione (la stessa Gorizia risulterà divisa a metà)
ed il 12 giugno verrà costituito il Governo Militare Alleato della
Venezia Giulia (Allied Military Government- Venezia Giulia) operante nella
zona italiana al di là della “linea
Morgan”. L’aeroporto di Gorizia cessa praticamente la sua funzione e viene
utilizzato per il movimento di materiali e mezzi, in particolare dell’esercito
americano.
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – maggio 1946. L’88^ Divisione
sfila all’interno dell’aeroporto. Sullo sfondo si nota un innumerevole numero
di tende allestite e utilizzate dal Reparto (coll.Oster)
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – 1946-1947. Foto aerea dell’aeroporto. Si puo’ notare in basso, di fronte alla “rosa dei venti”, i resti della “Palazzina Comando” e la “Centrale elettrica”. A destra la “Palazzina Avieri” danneggiata dallo spezzonamento del ’44 ma tuttavia forse ancora recuperabile (sara’ demolita dalla ditta Mattiroli verso la fine degli anni ’50). Le tre grandi antenne della “Stazione Radiotelegrafica” sono gia’ state smantellate e così pure il grande hangar Lancini di cui è rimasto solo il pavimento (50m x 50m). (coll. Oster)
Il periodo di controllo dell’AMG dura fino al 14 settembre 1947 e con il
rientro dei Reparti ai loro Paesi di origine, l’aeroporto di Gorizia
diventa un presidio dell’Aeronautica Militare Italiana, comandata dal colonnello
Grandinetti, proveniente dal 4° Stormo. Viene installato un ufficio di
Civilavia per poter gestire i voli di linea con il DC3 della SISA e poi della
LAI (Linee Aeree Italiane).
La città di Gorizia può ora tornare ad essere italiana a tutti
gli effetti, ma è divisa dalla ci- tata linea Morgan che porta alla
creazione nel 1948 di Nova Gorica, in territorio divenuto jugoslavo. Era
stata voluta da Tito per affermare ancora più compiutamente la “potestà”
di
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – 1942 - 1943. Componenti del
centralino del Comando dell’Ae- roporto (coll.G. Vento)
Aeroporto “Duca d’Ao- sta” di Merna, Gorizia
– maggio 1946. Sfilata dell’88^ Divisione all’interno dell’aeroporto
(coll.Oster)
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – 1946. Mezzi corazzati dell’U.S. Army sostano davanti alla “Pa- lazzina Avieri”. La parte maggiormente danneggiata dell’edificio è quella centrale, non visibile nella foto (coll.Oster).
Il vicino confine e la necessità di se- guire i dettami del Trattato
di Pace in cui l’Italia si impegna a smantellare le fortificazioni militari
poste ai confini con Francia e Jugoslavia, non posso- no permettere di rendere
militarmen- te operativo l’aeroporto che però fa sempre parte del
Demanio dell’Aero- nautica Militare. è giocoforza ripiegare su un
modesto contingente di avieri provenienti dal Comando di Udine per i quali
si adatta l’ex Palazzina Ufficiali rimessa in parziale efficienza dal Go-
verno Militare Alleato. Si ricavano gli uffici del Comando con segreteria,
amministrazione, cucine e sala mensa.
quella porzione di territorio sottratta all’Italia che prima faceva parte,
con borghi e sobborghi, della città di Gorizia che così perde
i 3/5 del suo Comune. La zona jugoslava (ora Slovenia) comprende la maggior
parte del territorio di San Pietro di Gorizia (oggi Sempeter - Vrtojba),
di Chiapovano e l’intero territorio Montespino, Ossecca Vittuglia, Ossegliano,
Prevacina, Ri- ferbergo e Sanbasso.
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – 1946-1947. Il sergente Oster
con un collega ritoccano i numeri identificativi di uno Stinson L5 dell’88^
Squadriglia (coll.Oster)
Scalo per i voli di Linea
Viene ricostituita a Trieste la SISA So- cietà Italiana Servizi Aerei
già fondata dai fratelli Cosulich nel 1924, che il 1° aprile 1926,
con la “Linea 1 Trieste- Venezia-Milano-Torino e ritorno, aveva aperto
l’avvento del trasporto aereo
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – 1946. Relitto di un velivolo
requisito dai tedeschi e recuperato nei pressi dell’aeroporto di Osoppo da
alcuni avieri americani e trasportato “via terra” fino a Gorizia dove quest’ultimi
intendevano rimetterlo in linea di volo. Nel ’47, quando il Reparto dovette
lasciare l’aeroporto per trasferirsi a Prosec- co, il comandante della base
ordinò la demolizione del velivolo. All’interno di quella che era
la cabina di pilotaggio, Damiano Germinario aggregato alla 88^ Divisione
dell’U.S. Army dopo lo sbarco degli Alleati nel Sud dell’Italia. Germinario
era impiegato quale aviere specialista presso il reparto Osservazione (coll.Oster)
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – 1946-1947. Il relitto di cui
alla foto in alto, davanti al Magazzino
M.S.A. (Materiali Speciali Aeronautici). Sono evidenti sugli infissi dell’edificio
i danni dovuti all’onda d’urto delle esplosioni causate dallo spezzonamento
alleato del 1944 (coll.Oster)
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – 1946-1947. Il Generale Eisenhower
passa in rassegna il Reparto dislocato in aeroporto. Si noti che a Sud non
c’è alcuna traccia degli Hangar Lancini del 4° Stormo che nel
1944 sono stati smantellati dalle truppe tedesche e trasportati in Germania
per essere utilizzati come rottami di ferro per le acciaierie. Per lo smantellamento
furono utilizzati gli operai saldatori dei cantieri C.R.D.A. di Monfalcone
ed anche studenti universitari della facoltà di ingegneria. A sinistra
si intravedono gli edifici precedentemente adibiti a caser- metta alloggio
Carabinieri ed Infermeria, inutilizzabili dopo i danni creati dallo spezzonamento
alleato (coll.Oster)
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – settembre 1946. La Jeep utilizzata
per accompagnare il Gene- rale in capo delle Forze Armate alleate “Ike” Dwight
Eisenhower in visita all’aeroporto (coll.Oster)
Gorizia – 1947. Sfilata delle truppe di occupazione militare anglo-americane
in corso Roosevelt (oggi corso Italia) prima di lasciare la citta’. Il 12
settembre le truppe italiane prendono il loro posto entrando in Gorizia (coll.
Germi- nario)
Aeroporto “Duca d’Aosta”, Gorizia – marzo 1947. Douglas DC3 I-LUNA della
SISA n/c 4346 (un C-47 ricon- vertito in versione civile dalle Officine Aeronavali
di Venezia) con i motori in moto sul piazzale ove sorgeva l’hangar Lancini
Nord. A sinistra si intravede l’hangar Gleiwitz ed a destra, in primo piano,
l’officina III tipo mentre dietro si intravede la palazzina Avieri che verso
la fine degli anni ’50 verra’ abbattuta dalla ditta Mattiroli poichè
danneggiata dallo spezzonamento della primavera 1944. Questo DC3 sarà
poi utilizzato da Ali Flotte Riunite dal settembre 1949, dalla LAI dal febbraio
1952, dall’Alitalia dall’ottobre 1957 fino al 1960, poi da altre Compagnie
straniere fino al 1991 quando sarà demolito (arch. Associazione)
commerciale in Italia. I nuovi proprietari risolvono il problema amministrativo
e tecnico ac- quistando quattro C47, versione militare del DC3, riadattati
al trasporto di persone, ma, non potendo operare dal Territorio Libero di
Trieste ancora sotto il Governo alleato, riescono ad ottenere dall’Aeronautica
Militare il permesso di utilizzo dell’aeroporto di Gorizia con le piste (in
erba) ancora agibili. Qualche fonte indica erroneamente l’impiego delle grelle
metalliche per migliorare le operazioni di decollo ed atterraggio che invece
sono state utilizzate solo nell’aeroporto di Ronchi dei Legionari quando
l’attività di volo commerciale viene spostata da Merna a Ronchi.
La grande Palazzina di fianco all’autorimessa (sulle carte indicata coma
Sala Telescriventi) di- verrà l’Aerostazione dotata anche di Ristorante
e Bar, con l’aggiunta di una sopraelevazione al centro per ospitare il Servizio
Informazioni Volo che fornisce assistenza ai piloti, relativa- mente alle
condizioni meteo ed al traffico aereo.
I velivoli stazioneranno nella zona pavimentata dove sorgeva il grande hangar
metallico de- molito dai tedeschi e per i passeggeri in arrivo o partenza
sarà prevista una piccola scala da appoggiare al portello dell’aereo
per permetterne l’accesso. Il Servizio Antincendio è a cura dei Vigili
del Fuoco di Gorizia che assicurano un mezzo sempre pronto in caserma per
accor- rere su chiamata. L’attività aeroportuale non è certo
notevole: qualche volo di Stato, la tratta Gorizia-Roma (ufficialmente Trieste-Roma
come riportato sul biglietto aereo) con atterraggio intermedio all’aeroporto
del Lido a Venezia e qualche volo speciale. L’attività della SISA
pro- seguirà fino al 1961 quando vengono scelti aeromobili più
grandi e pesanti. Per ragioni di sicurezza collegate alla vicinanza del confine
ed alle scarse infrastrutture a terra, sarà scelto lo
scalo di Ronchi dei Legionari, dotato di grelle metalliche ma con in vista
lavori di consolida- mento per una nuova pista in cemento.
L’aeroporto di Merna comunque non rimane in stato di abbandono e continua
a funziona- re con un’altra realtà operativa: l’Aero Club Gorizia.
L’aero Club Gorizia
Nel 1936 era stato costituito l’Aero Club Friulano nell’aeroporto di Campoformido
ma con due sedi di volo distaccate, una nell’ae- roporto stesso di Gorizia
e l’altra in quello di Ronchi dei Legionari. Il campo di Gorizia però
era riservato al 4° Stormo Caccia e quindi c’e- rano obiettive difficoltà
per l’attività dell’Ae- ro Club. Tre anni più tardi i responsabili
della sede di Gorizia decisero che era giunto il mo- mento di diventare autonomi.
Così nacque l’Aerocentro con flotta dotata di Caproni Ca 100 per il
volo a motore e libratori Zoegling.
Aeroporto “Duca d’Aosta” di Merna, Gorizia – 4 novembre 1962. Inaugurazione
del monumento al duca d’Aosta a 40 anni dalla sua morte avvenuta il 3 marzo
1942 a Nairobi. La sua statua volge lo sguardo verso il Kenya ove riposano
le sue spoglie (coll. A. Gon)
il 21° Stormo osservazione Aerea
capitolo 2
Il primo reparto di volo che “inaugura” l’aeroporto di Gorizia nel 1926 è il 15° Gruppo del 21° Stormo Osservazione Aerea con la sua 38^ Squadriglia dotata del ricognitore R.2 (costru- ito dalla S.I.A. divenuta poi FIAT) che provvisoriamente prende posto in un lato del campo. Il comando del 63° Gruppo Osservazione Aerea con le dipendenti Squadriglie 41^ e 113^ è già di stanza nell’aeroporto di Campoformido.
Gorizia - 2008. Il novantottenne Raffaele Chianese, ultimo sopravvissuto del gruppo di 64 piloti giunti a Gorizia nel settembre del 1931 in occasione dell’insediamento del 4° Stormo Caccia, accanto al figlio Fulvio ed alla mappa storica dell’aeroporto (collezione C. d’Agostino)
L’inizio del conflitto limitò la loro attività che cessò
del tutto dopo lo “spezzonamento” del 18 marzo 1944 che causò notevoli
danni e non si ritenne opportuno che dei civili restassero ad operare in una
zona così pericolosa. Però l’attività di volo riprenderà
quando, a far data del 9 settembre 1949 sarà registrato presso il
notaio Grusovin l’Aero Club Gorizia intestato al cap. Luciano Marni di Cormòns
deceduto durante un combattimento nel cielo africano. Il prof. Luigi Sussi
verrà nominato Presidente. Le specialità praticate saranno
il volo a motore, il paracadutismo e l’ aeromodellismo.
In pratica resteranno solo alcuni edifici scampati ai bombardamenti ed alla
demolizione in quanto non riparabili e completamente abbandonati. In corrispondenza
dell’ufficio del Co- mandante Amedeo duca d’Aosta, sarà innalzata
una statua che lo ritrae mentre guarda verso l’Amba Alagi in Africa, ultimo
baluardo italiano contro lo strapotere degli Alleati. Alla cerimonia dell’inaugurazione
del 4 novembre 1962 parteciperanno il presidente della Re- pubblica Antonio
Segni, il Ministro della Difesa Giulio Andreotti, il Capo di Stato Maggiore
dell’Aeronautica gen. Aldo Remondino e la vedova del Duca, principessa Anna
d’Orleans duchessa d’Aosta.
nascita della ricognizione
Crediamo interessante un breve riassunto della nascita della specialità,
che sorge con l’inizio del primo conflitto mondiale che segnerà nel
corso del tempo lo sviluppo dell’impiego del mezzo aereo in modo notevole,
contribuendo non poco alla risoluzione della guerra.
Quando l’Italia apre le ostilità contro l’Impero Austro-Ungarico, le
forze risultano divise in due nuclei: Aviazione dell’Esercito e Aviazione
della Marina. Il personale dell’aeronautica (aviatori, dirigibilisti e aerostieri)
fa parte di un Servizio Aviazione del Corpo Aeronautico Militare con i componenti
che restano però nei rispettivi ruoli dell’Esercito e della Marina.
L’esperienza della guerra di Libia del 1911, quando sono inviate due Squadriglie
o meglio una “flottiglia” (definizione del tempo) di Nieuport, sarebbe dovuta
servire a rendere le cose più facili. Nel corso di questo conflitto
si ha il primo esempio di “bombardamento” (bombe a mano scagliate dal pilota),
aggiustamento del tiro delle artiglierie (controllo visivo della desti- nazione
dei proiettili), impiego dell’aereo come “caccia” (piloti dotati di pistola
per sparare al pilota avversario come nel West) e soprattutto la ricognizione
con l’impiego anche di riprese fotografiche (con la macchina fotografica
a lastre piazzata con l’obiettivo verso il basso e quindi la possibilità
di una sola fotografia per ogni volo). La prima ricognizione aerea viene
effettuata il 28 ottobre 1911 dal pilota cap. Carlo Maria Piazza per osservare
l’effetto dei tiri della nave “Sardegna” ancorata al largo contro l’Oasi
di Zanzur.
Aviazione, Marina, esercito
Purtroppo una serie di circostanze è sfavorevole. Prima fra queste
un certo dissidio fra Avia- zione e Marina sull’utilizzazione del mezzo aereo,
poi il continuo disaccordo fra i fautori del più leggero
(dirigibile) e del più pesante (aereo) e la difficoltà di credere
nella modifica sostanziale delle caratteristiche della guerra convenzionale
grazie all’impiego degli aeroplani, sicuramente nuovo sotto molti aspetti.
Gran merito andrà ai piloti che riusciranno con le loro esperienze
dirette, spirito di sacrificio e intuizioni di nuovi sistemi di impiego a
colloquiare sempre più con autorevolezza coi Comandi superiori, cui
erano preposti Ufficiali non sempre all’altezza della situazione.
Da ciò deriva nei primi momenti un’ utilizzazione rivolta più
alla difesa che non all’offesa e la convinzione che il mezzo aereo è
destinato più che altro ad “allungare” la visione delle nostre
Cuneo giugno 1915. Un velivolo della 2^ Squadriglia Bleriot di stanza a
Cuneo nel 1915: l’emblema è quello appli- cato sulle derive degli aerei
italiani dal 29 aprile 1913 al 28 giugno 1915 (coll. C. d’Agostino)
Bengasi - 1915. Rara immagine rovinata dal tempo di un Bleriot impiegato
durante la guerra di Libia ripreso a Ben- gasi nel 1912 (coll. C. d’Agostino)
Gorizia - 1929. Ansaldo A 300/4 con motore Fiat A 12 bis da 300 CV e doppio
radiatore Lamblin montato sotto l’ala inferiore. La serie fu prodotta dal
1921 e nel 1923 la neo Regia Aeronautica ordinò una commessa di 700
esemplari per dotare con vari compiti i suoi Reparti di volo. Seduto sulla
coda il s. Ten. Luigi Corsini. (coll. L. Corsini)
truppe di terra sul nemico, ai soli fini dell’osservazione e ricognizione
dei luoghi di battaglia o basi logistiche. Movimenti o raggruppamenti di persone
e mezzi, campi di volo con relativi hangar e ricoveri possono essere identificati
e segnalati, lasciando all’esercito il compito di portare offesa e distruzione
con le sue artiglierie.
Ben presto però appare chiaro che, come si può sorvolare il
nemico, lo si può anche bombar-
Gorizia – 28/07/1937. Ro 1 bis della 38^ Squadriglia del 21° Stormo in
volo sulla valle dell’Isonzo. (coll. S. Gino)
Gorizia – anni ‘30. IMAM Ro 1 della 113^ Squadriglia. è ben visibile
la caratteristica insegna della Squadriglia dipinta sulla fusoliera. (coll.
E.Cigolotti).
Gorizia – 25 luglio 1929. Ufficiali, Sottufficiali, piloti e specialisti della 113^ Squadriglia, 21° Stormo, fotografati nella zona retrostante gli hangar. A sinistra, alle loro spalle, si riconosce il M.te San Michele ed il M.te Fortin. Si noti l’Ufficiale con la divisa del Regio Esercito, probabilmente “Osservatore” a bordo dei velivoli della Squadriglia (coll. Bradaschia)
dare e, mentre l’industria aeronautica inizia la progettazione e costruzione
di aerei adatti a questo scopo, qualche bombardamento viene già effettuato,
sia pure con bombe di mode- ste dimensioni e con apparati di lancio abbastanza
rudimentali, a poche ore dall’inizio della guerra. Ricordiamo come primo
evento del genere, il lancio di diciassette bombe lanciate da alcuni velivoli
del III Gruppo Aviazione sull’abitato di Monfalcone per colpire il gasome-
tro del Cantiere di Panzano e la centrale elettrica. Lo stesso avviene per
la caccia: si passa ben presto dalle pistole ai fucili ed infine alle mitragliatrici
montate sull’aereo, in posizione centrale rispetto all’ala superiore, al
di fuori del disco dell’elica. Possono essere azionate dal pilota anche sugli
apparecchi monoposto e così si può controbattere gli assalti
della caccia Austro-Ungarica.
Gorizia – seconda metà anni ‘20. Ufficiali, Sottufficiali, piloti
e specialisti del 21° Stormo, davanti ad un Ro 1. Sulla fusoliera del
velivolo in secondo piano a sinistra si intravede l’insegna della 113^ Squadriglia.
(coll.Bradaschia)
Gorizia - 1926. Hangar della 113^ Sq. (successivamente 116^ Sq.) e 41^
del 21° Stormo Ricognizione Aerea (ar-
chivio Ufficio storico A.M.)
Gorizia - 1926. Interno dell’hangar della 38^ Squadriglia del 21° Stormo. Sullo sfondo due IMAM Romeo Ro 1. (arch. Ufficio storico A.M.)
nascita dell’Arma Aerea
Gorizia - 1926. Vista dall’interno dell’aeroporto, in direzione Est, da
sinistra verso destra: Hangar della 38^ Sq. del 21° Stormo – Palazzina
Avieri (in secondo piano) - Officina III Tipo – Cabina elettrica di trasformazione
– Corpo di guardia – Hangar in ferro Lancini, visibile solo parzialmente (arch.
Ufficio storico A.M.)
Amedeo Duca d’Aosta
La sua carriere militare era iniziata a 15 anni quando era stato iscritto
dal padre Ema- nuele Filiberto (Comandante della III Arma- ta) al Collegio
Militare della Nunziatella di Napoli, fondata il 18 novembre 1787 come Reale
Accademia Militare, uno dei più anti- chi istituti di formazione militare
d’Italia e del mondo. Allo scoppio del primo conflit- to mondiale Amedeo
duca d’Aosta vuole subito arruolarsi come volontario ma è mi- norenne
ed occorre l’autorizzazione del Re che la concede. Fa parte della storia
come il padre lo presenta, semplice volontario, al
Il termine del Primo conflitto mondiale vede quindi l’aviazione ormai consolidata
per quanto
riguarda il suo impiego. Trascorsi alcuni anni difficili ma entusiasmanti
per le grandi imprese aviatorie di singoli piloti per lo più reduci
di guerra, finalmente, il 28 marzo 1923, viene fon- data la Regia Aeronautica
quale Arma indipendente.
Questo riordino porta naturalmente alla razionale ridistribuzione di personale
e materiali in diversi Enti (Stormi) distribuiti sul territorio e aventi
base negli aeroporti già esistenti o in fase
Monfalcone – 1931. Il colonnello del 23° Reggimento Artiglieria da Campagna,
Amedeo di Savoia Aosta (di- verra’ Duca nel luglio 1931, alla morte del padre
Ema- nuele Filiberto) in visita ai Cantieri Riuniti dell’Adriatico. Di spalle
con la bombetta, Alberto Cosulich, direttore di stabilimento (arch. Ufficio
storico A.M.)
generale Carlo Petitti di Loreto (che sarà fra i primi
a sbarcare dalla nave “Audace” a Trieste il 3 novembre
1918 e ne diverrà il primo Governatore). “ Nessun
privilegio, sia trattato come gli altri soldati”. Come soldato semplice
nell’esercito viene desti-
di costruzione o riconversione secondo precise norme diramate dal nuovo Ministero
dell’A-
eronautica.
Vengono costituiti gli Stormi, dai quali dipendono i Gruppi a loro volta
formati da Squadriglie. Fra gli Stormi c’è l’Osservazione Aerea con
il 21° Stormo costituito a Bologna il 20 dicembre 1925, dal quale dipendono
il 15°- 63° e 67° Gruppo. A differenza degli altri Stormi che
soli- tamente hanno una loro base da dove operano i loro Gruppi e Squadriglie,
per l’Osservazione Aerea le Squadriglie trovano dislocazione in diverse basi
essendo di supporto ai reparti dove questi operano. Al momento il 63°
Gruppo col suo Comando trova sede a Campoformido mentre a Bologna ha sede
il 67° Gruppo: tutti operano col ricognitore biplano Ansaldo/FIAT 300/4.
Nel gennaio 1927 il Comando del 63° Gruppo con le sua 41^ e 116^ Squadriglia
viene trasferito nell’aeroporto di Gorizia dove si unisce alla 38^ Squadriglia
già ivi trasferita. A febbraio i compiti della 41° Squadriglia
sono uniti a quelli della 116^ ed essa praticamente resta solo formalmente
in carico, mentre aerei Romeo Ro 1 e relativo personale verranno ad incrementarne
la parte operativa. La sede di tutti gli elementi del Gruppo sarà
la zona Nord dell’aeroporto di Gorizia con gli edifici del Comando, l’hangar
e i relativi piazzali.
Il 15 aprile 1929 il Comando dello Stormo viene trasferito da Bologna all’aeroporto
di Gorizia e le sue Squadriglie dislocate in altre località, per proseguire
la loro normale attività di rico- gnizione ed osservazione. Nulla
di particolarmente importante fino all’11 giugno quando il comando dello
Stormo, che comprende quattro Gruppi di volo (i 15°, 63°, 67°,
e 71°), viene assunto dal col. Amedeo duca d’Aosta. Sarà il suo
primo incarico come appartenente alla Regia Aeronautica.
nato alla prima linea servente d’artiglieria sul Carso. Si distinguerà
per ardimento, coraggio e determinazione tali da fargli meritare, al termine
del conflitto, il grado di capitano. Amedeo ha uno spirito avventuroso e
non si adatta alla normale vita di un giovane titolato. Tanto fa che riesce
a ottenere dal padre il permesso a recarsi in Somalia con lo zio ammiraglio
Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi, noto esploratore e alpinista.
In quella lontana colonia è in fase
di progettazione un villaggio che sarà battezzato “Villaggio Duca degli
Abruzzi”. Al rientro in Italia Amedeo riprende gli studi interrotti a suo
tempo per il servizio militare ed ottiene la li- cenza liceale. Ben presto
ripartirà per il Congo, pare a causa di una salace battuta pronunciata
durante un ricevimento al quale partecipavano il Re la giovane moglie Elena
“Ecco, arrivano Curtatone e Montanara” (famosa battaglia risorgimentale ma
anche chiaro riferimento alla bassa statura del Re in contrasto
con l’alta consorte di origini Montenegrine).
Addirittura sul suo passaporto risulta “Amedeo Della
Cisterna” (cognome della nonna). Il giovane
non si perde d’animo, lo hanno fatto partire con scarse risorse finanziarie,
ma trova posto in un Ditta che produce saponi dove si farà presto
far valere, ottenendo un posto di responsabilità. Amedeo lavora sodo
e,nelle ore di libertà, va in giro a visitare la città oppure
a contemplare i tramonti
africani che sono una festa di colori e di luce. Scrive a casa raccontando
delle sue giornate, dei posti che visita, della gente che avvicina, dei fiumi
e degli animali del Congo. Nel 1926 viene fatto rientrare in Italia. Consegue
il brevetto di pilota d’aeroplano. Il suo istruttore d’ eccezione
è l’amico Arturo Ferrarin . Nel marzo del 1929, il Duca d’Aosta, promosso
colon- nello sempre dell’Esercito, è inviato in Libia. Le operazioni
si concludono dopo due anni e per le sue azioni, è
insignito della Medaglia d’Argento al V.M.. Gli viene assegnato il Comando
del 23° Reggimento d’Artiglieria da Campagna
di Trieste.
Gorizia – 18/08/1937. Pattuglia di Ro 37 del 21° Stormo. (coll. S. Gino)
Gorizia – 23/07/1937. Ro 37 del 21° Stormo. (coll. S. Gino)
Gorizia – 11 dicembre 1932. Il Colonnello Amedeo di Savoia Duca d’Aosta,
con alla sua destra il gen. Francesco Pricolo ed alla sua sinistra il com.te
del 21° Stormo, Vincenzo Velardi, durante la cerimonia di insediamento
al comando del 21° Stormo della Ricognizione Aerea, sfila davanti agli
hangar del Reparto. Sulla destra due velivoli d’addestramento FIAT-Ansaldo
AS1 della R.U.N.A. (Regia Unione Nazionale Aeronautica). (arch. Museo Miramare).
Amedeo a Miramare
Come dimora gli è assegnato il Castello di Miramare. Da molti anni
l’aviazione affascina il Duca e nel 1932, dopo molte insistenze, lascia l’esercito
per essere trasferito alla Regia Ae- ronautica assumendo il Comando del 21°
Stormo. Poco dopo, il 1° maggio 1933 assume il comando del 4° Stormo
Caccia. Il 28 marzo 1934 Amedeo lascia il comando del 4° e, con
il grado di Generale di B.A., assume quello della 3^ Brigata Aerea, con sede
a Gorizia, dalla quale dipendono il 1° e 4° Stormo. Il Duca resterà
a Gorizia fino al dicembre 1937 quando sarà nominato Viceré
d’Etiopia. Il 15 ottobre 1935 il comando Stormo si trasferisce a Padova e
a Gorizia rimangono il 71° ed il 63° Gruppo con le rispettive
Squadriglie.
il romeo ro.37 e 37 bis e il loro impiego
Fra il 1926 ed il 1937 entra in servizio presso le varie Squadriglie il nuovo
velivolo biplano Ro- meo Ro. 37, in sostituzione degli ormai vetusti Ro.
1, costruito sempre dalla IMAM. A Gorizia lo ricevono nel corso del 1936
le Squadriglie 38^, 116^ e 41^ in quel momento operative nell’aeroporto. Il
15 settembre 1939 il 21° Stormo O.A. modifica il suo ordinamento ed i
Gruppi e le Squadriglie vengono assegnate al nuovo 22° Stormo O.A. A
Gorizia opererà il 71° Gruppo con le 38^ e 116^ oltre alla
41^.
Nel 1941, dopo l’entrata in guerra dell’Italia avvengono diverse modifiche
e molti trasfe- rimenti di reparti di volo nelle diverse destinazioni, a
Gorizia è trasferita in luglio la 36^ Squadriglia diventata Autonoma,
alle dirette dipendenze del Comando Superiore Aviazione. Raggiungerà
in seguito la nuova sede sull’aeroporto di Mostar. Altre variazioni ci saranno
nel 1942 dove risultano operanti nell’aeroporto di Gorizia il 61° Gruppo
con la 119^ e la 128^ Squadriglia, fino al momento dell’armistizio.
Gorizia – primi anni ‘30. Ospiti in visita al 21° Stormo davanti a due Ro 1 (coll. Valent).
Gorizia – anni ‘30. Gruppo di specialisti attorno un Ro 1, davanti all’hangar
Gleiwitz della 38^ Sq. (coll. G.Simonetti).
Gorizia – anni ‘30. Hangar Gleiwitz della 38^ Sq, un Romeo Ro 37. (archivio
Associazione)
Localita’ sconosciuta – anni ‘30. Gruppo davanti un IMAM Romeo 1 del 71°
Gruppo. (coll. A. Moroni).
Asmara - 1936. Annotazione riportata sul retro della foto: “Pattuglia di
Romeo Ro1 su Asmara, 11 novembre 1936
XV. Cap. Romagnoli, s.ten. Pocar, m.llo Vecchiet, serg. Bergamini,
serg. Chianese”. Il m.llo Vecchiet ed il serg. Berga- mini successivamente
transiteranno al 4° Stormo. Il serg. Chianese è un omonimo del
serg. Raffaele Chianese del 4° Stormo. Si notino le strisce diagonali
bianche (o gialle) e rosse sull’ala superiore dei due velivoli a sinistra
per ragioni di visibilità dall’alto
in caso di soccorso. (coll. G.Foggia).
Gorizia – 03 settembre 1937. Schieramento velivoli Ro 37 bis della 41^
sq. 21° Stormo in livrea mimetica a larghe bande. (coll. U. Chiaranti).
Foligno - 1938-1939. Scuola di pilotaggio. Un IMAM Ro 41 monoposto della
scuola fa da sfondo agli allievi del corso di pilotaggio. Gino Santo è
il primo da sinistra in piedi. (coll. G. Santo).
Gorizia - 16 marzo 1936. Il corteo funebre giunge alla stazione Centrale.
Alla cerimonia partecipano numerose au- torita’ militari e civili e tra queste
il Gen. Pricolo. Nella foto, davanti alla stazione ferroviaria di Gorizia,
si riconoscono oltre al Gen. Pricolo, il padre di Pietro, Orazio Guerritore.
(coll. P.Guerritore).
Gorizia - primi anni ‘30. Schieramento di IMAM Romeo Ro 1 della 116^ Squadriglia.
(coll. A. Moroni).
Gorizia - 1926. Hangar della 38^ Squadriglia del 21° Stormo Ricognizione.
Nel particolare ingrandito dell’istanta- nea, nella sua parte sinistra, si
nota all’interno dell’hangar un aereo che non siamo riusciti a identificare
a causa della sua configurazione inconsueta. (arch. Ufficio storico A.M.).
Formuliamo l’ipotesi che si tratti di un Cant 36 a cui si stavano apportando
delle modifiche per migliorare le caratteristiche acrobatiche e stabilità
al rollio: estremità dell’ala superiore con elementi a diedro e ala
inferiore accorciata con aumento della superficie degli alettoni dotati di
compensazione aerodinamica.
Per i Reparti dell’Osservazione Aerea presenti in aeroporto i primi spostamenti
conseguenti all’entrata in guerra dell’Italia avvengono nel giugno del ‘40
e riguardano una parte del materiale e del personale del 71° Gruppo e
della 116^ squadriglia. Il 19 giugno vengono trasferiti per ferrovia ad Aosta.
Il 23 giugno vengono raggiunti dai RO 37 del reparto di volo. Rientreranno
in aeroporto il successivo 10 luglio.
Fra aprile e giugno 1941, avvengono diverse
modifiche e trasferimenti di reparti di
volo:
iL 4° STorMo CACCiA TerreSTre
Nasce il 4° Stormo Caccia Terrestre
capitolo 3
giunge a Gorizia il 61° Gruppo O.A. proveniente da Bresso (Milano) velivoli
da ricognizione con sede nell’aeroporto di Campoformido fanno scalo a Gorizia
per definire gli accordi con i vari Comandi dell’Esercito. Verrà trasferita
in luglio la 36^ Squadriglia diventata Autonoma, alle dirette dipendenze
del Comando Superiore Aviazione per il Regio Esercito, per raggiun- gere
in seguito la nuova sede sull’aeroporto di Mostar. Fra luglio e settembre
il 71° Gruppo
O.A. viene dotato di Caproni Ca 311, viene effettuato il passaggio velivolo
a tutti i piloti del Gruppo senza nel contempo astenersi dalla normale attività
di volo. Nel settembre alcuni Ca 311 del 73° Gruppo O.A. vengono trasferiti
a Mostar per partecipare ad azioni belliche nella zona. Nel corso delle operazioni
di ricognizione il 28 settembre per un incidente di volo oc- corso al suo
velivolo cadeva il comandante di Gruppo T. Col. Pilota Antonio Proto con
il ten. col. osservatore Accotti e l’av.scelto motorista Domenico Potente.
Nell’ottobre il 71° Gruppo effettua molti voli di ricognizione sui territori
occupati tale da rendere possibile un completo aggiornamento della loro orografia.
Nel maggio 1942 il 71° Gruppo O.A. con la sua 38^ squadriglia lascia l’aeroporto
per par- tecipare alle operazioni dello C.S.I.R. - Corpo di spedizione Italiano
in Russia, verrà sostituito dal 61° Gruppo con le Squadriglie
119^ e 128^ in corso di approntamento con le quali, una volta formate, inizierà
i voli di ricognizione in Croazia. Nell’ottobre vengono trasferiti due Reparti
di volo della O.A., la 128^ Squadriglia con destinazione l’aeroporto di Zermonico
nei pressi di Zara e la 119^ ad Alture di Pola. Quest’ultima viene raggiunta
a dicembre dalla 128^ che lascia Zemonico. Al momento dell’armistizio risultano
operanti nell’aeroporto il 61° Gruppo con la 119^ e la 128^
Squadriglia.
Il 1° giugno del 1931 nell’aeroporto di Campoformido viene costituito
a carattere provvisorio il “4° Stormo Aeroplani da Caccia” per partecipare
alle grandi Manovre Aeree previste per il mese di agosto. Il nuovo
Reparto comprende la 73^, 96^ e 97^ Squadriglia del 1° Stormo di Campoformido,
la 84^ e 91^ del VII Gruppo Caccia Autonomo, trasferite da Ciampino ad Aviano
e la 90^ Squadriglia del XVII Gruppo anch’essa dislocata ad Aviano. Visto
il buon risul- tato operativo conseguito durante le “Grandi Manovre dell’Armata
Aerea” dal Reparto viene deciso di dargli carattere permanente ed è
scelto come sede definitiva l’aeroporto di Gorizia che già ospita
due Squadriglie del 21° Stormo Osservazione Aerea: a Campoformido c’è
il 1° Stormo Caccia Terrestre e non c’ è posto per
questo nuovo Reparto. Il 9 settembre dello stesso anno giungono a Gorizia
i primi piloti, sono quelli del X Gruppo con le Squadriglie 84^, 90^ e 91^.
Pochi giorni dopo, il 28 settembre, si completa lo Stormo con il IX Gruppo
di Campoformido, formato dalle 73^, 96^ e 97^ Squadriglie. Assumerà
la denominazione di 4° Stormo Caccia Terrestre-
La passione per l’acrobazia collettiva
I piloti provenienti da Campoformido portano a Gorizia la passione per l’acrobazia
collettiva che, per la prima volta in Italia è stata patrocinata e
voluta dal comandante Rino Fougier. In poco tempo il “Quarto” supera il “Primo”
e le Pattuglie Acrobatiche del 4° diventano famose non solo in Italia
ma anche all’estero: ne sono la prova le manifestazioni aeree di Budapest
(1936 e 1937), Zurigo (1937), Belgrado (1938) e Berlino (1939).
Gorizia – 18/08/1937. Pattuglia di Ro 37 del 21° Stormo. (coll. S.
Gino)
Gorizia – 1941/1942. Il m.llo Mario Bandini sull’ala di un Macchi M.C. 200,
parcheggiato davanti agli hangar della Ricognizione, utilizzati dalla Scuola
Caccia. (coll. M. Bandini).
Gorizia – 1934-1936. Sul retro dell’hangar Lancini della 90^ e 91^ Squadriglia
del 4° Stormo è visibile il cam- po destinato alla
Colona Elioterapica voluta da Amedeo di Savoia duca d’Aosta per i ragazzi
del vicino paese di Merna, da cui prende il nome l’aeroporto. Le bandiere
esposte ed il palco per le autorita’ indicano i preparativi per una cerimonia.
(coll. Associazione).
Località ed anno imprecisati. Un sergente pilota pro- babilmente
del 4° Stormo sale a bordo di un Macchi MC
200. Da quanto indossa si tratta evidentemente di un volo
di prova con tuta, maschera di ossigeno ed altri ele- menti ed attrezzature
necessarie per la tipologia di volo che dovrà affrontare (coll. N.
Fiorito)
Gorizia – 1940. Joe e Carnielli accanto a due CR42. (col- lezione G. Oblach)
Gorizia fino allora aveva mantenuto una tra- dizione asburgica di ordine
e di sana tranquil- lità per i suoi cittadini. Quest’atmosfera sarà
messa a dura prova con l’arrivo nel ‘26 della 38^ Squadriglia del 21°
Stormo Osservazione Aerea composta inizialmente da pochi ufficiali ed avieri
ma successivamente rinvigorita dalla 113^ Squadriglia. Ci sarà poi
l’“invasione” di circa un migliaio di esuberanti giovani
piloti e specialisti del 4° Stormo. E spopolerà la co-
Foggia – 1936. Biffani con Lucchini alla Scuola di Pilotaggio. (coll. G.
Biffani).
Gorizia – 1936. Il serg. Sergio Stauble della 96^ Sq. con la mantellina
d’ordinanza, passeggia in Corso Verdi, Gorizia (coll. S.Stauble)
Gorizia – 1935-1936. Il mitico asso dell’acrobazia, serg. Ugo Corsi, pilota
della 90^ Sq. del 4° Stormo e della Pattu- glia di Alta Acrobazia di
Tessore con il Ba 19, ripreso a bordo di un CR 32 della 97^ Sq. (coll. M_Corsi)
Gorizia – 1936-1937. Piloti e specialisti della 84^, 90^ e 91^ Squadriglia, davanti ad un CR. 32. Al centro in piedi il com.te della 84^ Squadriglia, cap. Renzo Cozzi (4°), il ten. Roberto Fassi (3°) e sotto di lui, sorridente, il serg. Ugo Corsi. Primo della fila, in piedi, il s.ten. Mario Visintini. In ginocchio, sotto a Cozzi a destra, il serg. Norino Renzi (riconoscibile dai gradi di sergente). (coll. Renzi)
siddetta “Arma azzurra” che farà sognare il Principe “Azzurro” a
molte ragazze, ispirate e sospinte dall’indimenticabile Liala, autrice di
molti romanzi d’amore. Era stata la moglie del marchese Vittorio Centurione
Scotto, un bravo pilota deceduto nello stesso anno durante un volo d’addestramento
destinato a partecipare al Trofeo Schneider (Coupe Maritime), gara di velocità
per idrovolanti. Proprio nel 1931 era uscito il libro “Signorsi” scritto con
spirito roman- tico da parte di Liala, pieno di ricordi della vita degli
aviatori militari.
Nel decennio in cui il 4° Stormo è ospite della città, i
goriziani fraternizzano subito con gli esuberanti piloti e specialisti del
vicino aeroporto che, alla sera, terminati i voli, invadono le strade ed
i bar. Gli ufficiali in particolare saranno anche ospiti dei salotti “bene”
per intratte-
Gorizia 1935-1937. Aroldo Soffritti a bordo di un CR 32 della 91^ Squadriglia,
notate in primo piano i compensatori aerodinamici degli alettoni ed i tiranti
a crocera nel piano stesso dei montanti. (coll. Soffritti)
Gorizia 1935-1937. In questa immagine si nota meglio l’insegna del Comandante
del 4° Stormo coi Cavallini bianco e nero (coll. Soffritti)
Gorizia 1935-1937. Personale tecnico e di volo accanto a due CR 32. Su quello
di sinistra si intravede sulla fusoliera l’insegna voluta dal Duca d’Aosta
sul suo aereo personale, riportante due “Cavallini”, uno bianco su sfondo
nero ed uno nero su sfondo bianco, che rappresentavano i due Gruppi (X e
IX) del 4° Stormo. (coll. Soffritti)
Africa Orientale Italiana - 1940. Aroldo Soffritti, 8 abbattimenti piu’
5 probabili, due Medaglie d’argento V.M. e’ qui ritratto in divisa coloniale.
Dopo il conseguimento del brevetto di pilota militare a Grottaglie, viene
assegnato al 2° Stormo di Mirafiori e, nel 1935, partecipa alla guerra
di Libia e poi congedato. Com’era prassi allora, alterna la vita
“civile” con i corsi di “mantenimen- to brevetto” presso il 4° Stormo
di Gorizia, dove ha occasione di conoscere il Duca d’A- osta e di volare
con lui. All’inizio del 1940 parte per l’Africa per lavoro ma, allo scop-
pio della guerra, e’ richiamato in servizio. Dopo un breve periodo in un
Reparto di bombardamento, viene assegnato alla 412^ Squadriglia Caccia, che
opera nell’ambito del 4° Stormo. Il 6 aprile 1941 durante una missione
rimane senza carburante, atterra nel deserto e viene fatto prigioniero e
tale rimarrà fino al termine del conflitto. Rientre- ra’ debilitato
ma vivo. Scompare a Milano il 18 febbraio 1977. (coll. Soffritti)
Gorizia – 1932-1935. Renzi (a destra) conversa con un collega, accanto
al “vialetto interno”, parallelo alla strada statale che, partendo dagli hangar
del 4° Stormo, conduce alla palazzina Comando. (coll. Renzi)
Gorizia – 17/11/1938. Trattoria a Pieris: cena in occasione della nomina
del capitano Ernesto Botto al Comando della 73^ Squadriglia. Si riconoscono:
cap. Dequal (1), cap. Fassi (2), ten. Vanni (3), s.ten. Pezzè (4),
magg. Botto (5), cap. Baylon (6), magg. Piragino (7), mll.o Costigliolo (8),
cap. Monti (primo a sinistra con il braccio alzato), s.ten. De Natale (a
destra, con i baffi, sotto il quadro piu’ basso). (coll. S. Costigliolo).
nersi in cordiali e amabili conversazioni specie con il gentil sesso.
Il rumore delle decine e decine di aerei in volo spesso sovrasta la tranquilla
città e non è raro osservare delle formazioni di CR 20 eseguire
figure acrobatiche sopra piazza della Vittoria. Un vecchio pilota del “Quarto”
deceduto qualche anno fa, Guglielmo Biffani, con due guerre alle spalle ed
una prigionia in India così descrive i suoi colleghi: “... i piloti
che venivano da Gorizia li riconoscevi subito da come volavano ... erano
tutti dei Fuori Classe!”
Il Secondo Conflitto
Il 5 giugno 1940 arriva al Comando del 4° Stormo quello che già
si mormorava fra gli aviatori: l’ordine di partenza per l’Africa settentrionale
per il X Gruppo con le sue Squadriglie
84^, 90^ e 91^. La loro destinazione l’aeroporto di Tobruk (“T2”). Vi
giungeranno il 12 ma in una delle tappe di trasferimento giunge la
notizia dell’entrata in guerra dell’Italia: è il 10 giugno 1940. Il
giorno successivo il IX Gruppo non tarda a trasferirsi a Tobruk con le sue
Squadriglie 73^, 96^ e 97^. Il 4° Stormo Caccia userà negli
anni il CR 32, il CR 42, il Macchi MC 200,
il Macchi MC 202 e il Macchi MC
205. Si troverà di fronte i Gloster
Gladiator, gli Hawker
Africa Settentrionale – 1940-1941. Il s.ten Leonardo Ferrulli. Nato il
1° di gennaio 1918 a Brindisi, si arruola nella Regia Aeronautica il
23 giugno 1935 e consegue il brevetto di pilota militare il 5 marzo 1936
a Grottaglie. Il 16 marzo 1936 viene assegnato alla 84^ Sq. del 4° Stormo
di Gorizia. Partecipa alla Campagna di Spagna. Parte il 12 febbraio 1937
e rientra a Gorizia il 24 dicembre 1937. Viene assegnato prima alla 90^ Sq.
e poi alla 91^. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il 7 giugno 1940,
viene inviato in Libia. Partito da Sigonella Il 5 luglio 1943, duran- te
un combattimento ha l’aereo gravemente danneggiato e decide di lanciarsi
con il paracadute quando ormai è troppo tardi. Ferrulli è stato
decorato con tre medaglie d’Argento V.M., tre medaglie in Spagna (“Medalla
Militar”, “Medalla de la Campana”, “Cruz Roja”), tre Croci al Merito di Guerra
ed una Medaglia d’Oro V.M.. Valoroso pilota di eccezionale abilità
e valore è citato in tutti i libri che trattano della Regia Aeronautica
nel secondo Conflitto. Ha conseguito un totale di 22 abbattimenti individuali
oltre ad un abbattimento collettivo. (coll. L. Ferrulli).
Gorizia – 1940. Il 1° aviere armiere Luigi Russo mentre carica i nastri
delle 12,7mm. (coll. G. Oblach)
Gorizia – 1940. Si caricano le armi di bordo di un MC
200. (coll. G. Oblach)
Gorizia – 1939-1940. Coppia di CR 32 in atterraggio provenienti da Est. Sullo sfondo due degli hangar Lancini. In primo piano il vialetto che conduceva dagli hangar al Comando di Stormo. Sulla sinistra si intravede il muro di recinzione che fiancheggia la strada statale. (coll. G. Oblach)
Località non identificata – 1940. Un Macchi 200 della 73^ Sq., si
tratta di un esemplare costruito su licenza dalla Breda come si nota dalla
croce bianca a bracci corti sul direzionale. (coll. G. Oblach)
Estate 1940. Formazione di FIAT CR 42 del IX Gruppo C.T.. In primo piano
l’aeroplano del magg. Ernesto Botto, com.te di Gruppo, seguito da quello
del cap. Roberto Fassi, com.te della 96^ Sq., e da quello del ten. Aldo Gon,
della stessa squadriglia. (coll. E. Cigolotti).
Gorizia – 1940. Linea di volo degli MC 200. Sullo sfondo i tre hangar Lancini.
(coll. G. Oblach)
Gorizia – 1941. MC
202 della 96^ Sq. fotografato il 17 set- tembre 1941. (coll. G. Brancaccio).
Gorizia – 1941. Il ten. Aldo Gon (96^ Sq.) ed il ten. Giulio Reiner (73^
Sq.) davanti ad un MC 200, in prossimità dell’hangar della Ricognizione.
(coll. Annoni / Brancaccio).
Gorizia – settembre 1941. Hangar Lancini del 4° Stormo: MC 202 della 96^ Sq. durante i preparativi per la par- tenza. (coll. Annoni / Brancaccio).
Gorizia – 1941. Lato Nord dell’aeroporto, foto di gruppo davanti ad un
MC 200 in manutenzione, notare l’assenza dell’elica. Si riconoscono: serg.
Gino Santo, seduto, e di fianco il serg. Teresio Martinoli della 73^ Sq.,
in piedi, alle loro spalle, m.llo Perotti della 97^ Sq., a seguire, probabilmente,
Massimo Salvatore della 97^ Sq., il serg. Pasquale Rossi della 73^ Sq., due
nuovi assegnati, probabilmente, il serg. Luigi Rusconi insieme al m.llo Pietro
Del Turco, il primo andrà assegnato alla 91^ Sq. ed il secondo alla
90^ Sq. del X Gruppo, il m.llo motorista Ernesto Redivo ed uno specialista
non identificato sulla bicicletta. (coll. Santo Gino)
Hurricane, i Curtiss P.40 e i Supermarine Spitfire.
Il 14 giugno del ‘40 una pattuglia di quattro CR 42 della 90° Squadriglia
del X° Gruppo de- colla alle 8.50 per un volo di osservazione a scopo
protettivo della zona dove è posizionata la “Ridotta Capuzzo - Amseat”,
sede di un reparto della nostra Artiglieria, a pochi km dalla linea di confine
fra Libia ed Egitto, nei pressi della camionabile Bardia - Sollum. Li pilotano
il cap. Maggini, il ten. Antonio Guiducci, il ten. Franco Lucchini, il serg.magg.G.Battista
Ceo- letta. Dopo circa un’ora di volo viene avvistato e colpito un Gloster
inglese che colpito preci-
Gorizia – 1940-1941. Gino Santo a bordo di un CR 42 della 91^ Sq. (coll.
Gino)
Gorizia – estate 1941. Personale del 4° Stormo sul lato Nord dell’aeroporto,
accanto a dei MC 202. Da sinistra: un aviere, s.ten. Mario Querci, s.ten.
Giuseppe Oblach, ten. Giulio Reiner, tutti della 73^ Sq. del IX Gruppo. (coll.
Gino)
Fronte africano – 1942. Ufficiali dell’Esercito italiano mentre osservano
un CR 42 del X Gruppo appena atterrato. Interessante notare le divise indossate
forse non del tutto “normali” (collezione E. Martissa)
Gorizia – estate 1941. Specialisti intenti ad avviare il motore di un MC
202, davanti all’hangar Gleiwitz. (coll. Gino).
Gorizia – 1942. Giovanni Levi accanto ad un CR 42. (coll. G. Levi)
Roma Ciampino - 29 settembre 1941. MC 202 del IX Gruppo, partiti da Gorizia
il 27 settembre, schierati sull’ae- roporto di Ciampino in transito per Comiso.
(coll. Paluello)
Gorizia – 1941. Il s.ten. Giuseppe Oblach della 73^ Sq., a bordo
di un MC 202 parcheggiato sul lato Nord dell’aeroporto. Oblach, caduto il
3 febbraio 1942, è sta- to decorato di una Medaglia d’Oro V.M. e due
Medaglia d’Argento V.M. (coll. G. Oblach)
Gorizia – 1941. S.ten. Alessandro Vallignani (97^ Sq.), ten. Emanuele Annoni
(96^ Sq.), s.ten. Jacopo Frigerio (97^ Sq.), s.ten. Giuseppe Oblach (73^
Sq.), ten. Piero Bonfatti (73^ Sq.), cap. Giuseppe D’Agostinis (91^ Sq.).
(coll. Oblach)
Alture di Pola - aprile 1941. Linea di volo degli MC 200 della 96^ Sq.
Squadriglia. Buona parte di questi velivoli sono di costruzione Breda che
verniciava la croce bianca a bracci corti sul direzionale. (coll. Miliani)
pita in fiamme. è il primo abbattimento dall’inizio del conflitto.
Alle 10,15 la pattuglia rientra: risultano sparati 500 colpi di mitragliatrice.
Da quel momento lo Stormo e le sue Squadriglie, estremamente determinati,
saranno sempre pronti a battersi a volte contro avversari molto più
forti di loro, spesso equipaggiati con velivoli più moderni e performanti
dei nostri biplani (Hawker Hurricane contro CR 42). Forse molti pensano con
rimpianto ai bei tempi dei voli in pattuglia, di addestramento,
dei raduni acclamati dalle folle ma non c’è mai il tempo di rievocare,
occorre dedicarsi a ben altre missioni su terre ben lontane dalle verdi colline
del Friuli, dai sinuoso percorso dell’Isonzo, da quella Gorizia che li ha
accolti a braccia aperte. Tutto ciò diventa ricordo malinconico di
un paradiso perduto. Altri ben più difficili e pericolosi compiti li
attendono. Il sole della Marmarica, la sabbia del deserto che ha un che di
infinito, i
Cielo di Gorizia – 1941. Foto scattata in volo da Oblach: formazione MC 202,
con il cap. Armando Francois capo pattuglia, serg.m. Dante Labanti, serg.
Bruno Biagini, s.ten. Bruno Paolazzi. (coll. Oblach)
Treviso – 11 ottobre 1939. MC 200 con le insegne della 91^ Sq. L’aeroporto
non sembra Gorizia e potrebbe es- sere Treviso, dove gli MC 200 giunsero l’8
di settembre da Lonate Pozzolo e vennero consegnati al 54° Stormo per
uno “scambio” con i CR 42.giudicati più adatti al combattimento dai
piloti del 4° (coll. Gino)
Gorizia - 1942. Il ten. Alberto degli Esposti durante il suo periodo alla Scuola Caccia di Gorizia. Perdera’ la vita il 25 giugno del 1943 a bordo di un MC 202 e verra’ decorato di Medaglia d’Argento al V.M. (coll. degli Esposti).
combattimenti con avversari agguerriti. L’Africa spesso non perdona e
si deve soffrire la sete, il caldo, il vento, l’assalto di nugoli di mosche
che si posano dappertutto e spesso si deve rientrare alla base a fatica utilizzando
le ultime gocce di benzina che restano nel serbatoio. Il tempo trascorre
con destinazioni sempre diverse e, finalmente, con apparecchi più
moderni anche se più difficili da domare come il Macchi MC 200 e poi
i 202 e i 205. Nel conflitto ci sarà un alto numero di perdite, ben
novantacinque aviatori, che portano il massimo numero di Medaglie d’Oro,
ben tredici. Fra i primi otto piloti italiani con il maggior numero di abbatti-
menti, ben sette sono del 4° Stormo, e la Bandiera del 4°si può
fregiare delle Medaglie d’Oro e d’Argento al Valor Militare.
Gorizia - 1936. Bandini (1° da sinistra) con un gruppo di piloti. A destra
si intravedono dei C.R. 32 e sullo sfondo l’hangar della 38^ Sq. Ricognizione
ed il magazzino MSA. (coll. M. Bandini).
L’8 settembre 1943
L’8 settembre coglie parte del 4° a Gioia del Colle e, senza tentennamenti,
torna a combat- tere scoprendo che quello era l’unico modo per far sopravvivere
la nostra aeronautica. Nel 1944 verranno sostituiti i nostri apparecchi ormai
logori e stanchi, Verranno forniti i P.39 Airacobra di fabbricazione americana
e più tardi i P.38 Lightning, ma ormai la guerra è finita e
si è già passati alla ricostruzione.
Il generale sconforto ma soprattutto il disorientamento che segue all’armistizio
causa mol- tissimi problemi soprattutto al personale di volo che si trova
improvvisamente al Nord senza ordini e senza alcun contatto con gli uffici
del Comando Aereo. Solo l’intervento del col. Ernesto Botto porta almeno ad
una riorganizzazione. Per quanto riguarda il 4° Stormo, essa genera la
creazione del 3° Gruppo Caccia costituito in gran parte da piloti del
4° Stormo, che si erano trovati improvvisamente dalla “parte sbagliata”.
Viene sottolineato il richiamo dei superiori al giuramento nei confronti
della Patria ed alla necessità e volontà di difende- re la
zona rimasta sotto il controllo dei Tedeschi. Questi, da vecchi alleati si
trasformano in occupanti e quindi soggetti ad attacchi da parte delle forse
avversarie del sud Italia. Molti si convincono a continuare la lotta. C’è
un’unica regola non scritta ma profondamente sentita: i piloti italiani non
vogliono scontrarsi con piloti italiani. E così vengono scelte le
missioni su cieli e territori stranieri, come la Grecia, la Jugoslavia e
l’Albania. Da una parte e dall’altra.
Storia di Fernando Malvezzi tipico pilota del 4°
Fernando Malvezzi col grado di sottotenente, è assegnato al 3°
Stormo Caccia che è in fase di trasferimento all’aeroporto di Mirafiori
a Torino dove inizia i voli di addestramento sul Fiat
CR 32. Trascorso un certo periodo, è inviato in Africa con una Squadriglia
per partecipare alla conquista dell’Abissinia dove si merita una Medaglia
d’Argento al Valor militare per il suo comportamento. Rientrato in Italia
è ammesso nel 1938 alla Scuola di Guerra aerea di Firenze per passare
da ufficiale di complemento a quello in “servizio permanente effettivo”.
Terminato il corso inizialmente viene assegnato alla Scuola Caccia di Foligno
e poi al “suo” 3° Stormo Caccia. All’inizio del conflitto Malvezzi
viene a far parte di un gruppo di piloti e specialisti inviati in Germania
alla scuola di Talerhorf per essere abilitati a pilotare lo Junker JU 87”Stuka”
reso famoso dai risultati ottenuti durante l’occupazione della Polonia. Poi,
rien- trato dal corso di Comiso, è destinato a costituire due Squadriglie
del Gruppo Bombardieri in picchiata con nove velivoli. Vengono subito denominati
“Picchiatelli” e nel settembre 1940, hanno il “battesimo del fuoco” per proseguire
poi l’attività nel Mediterraneo con attacchi al naviglio nemico nei
cieli di Grecia ed Africa. Durante un attacco al suolo Malvezzi si trova
a combattere contro diversi caccia inglesi e riporta ferite tali da dover
rientrare in Patria per un periodo di cura e convalescenza. Viene poi destinato
al 4° Stormo di Gorizia e assegnato al IX Gruppo. Da lì prosegue
l’attività di volo con missioni di scorta ai bombardieri e ricognizione
su Malta e sul teatro operativo dell’Africa orientale.
Fernando Malvezzi, non può rassegnarsi alla inattività prevista
dopo l’8 settembre. Viene a conoscenza che molti
piloti, anche di altri Stormi, si stanno radunando nell’aeroporto di Castiglione
del Lago, nei pressi di Perugia, dove ha ripreso ad operare una Scuola Caccia
sciolta dopo l’armistizio. Riesce a mettersi in contatto con piloti e specialisti
che si trovano dislocati nella zona di Roma e, dopo un incontro con Ernesto
Botto che riveste la carica di Sottosegretario della “nuova” Aeronautica
Militare, gli viene assegnato il comando dell’ae- roporto con il compito
di costituire il 3° Gruppo Caccia. Il materiale di volo viene recuperato
nei numerosi aeroporti e campi di fortuna che erano dislocati nell’ampia
zona intorno a Castiglione del Lago. I velivoli vengono trasportati o direttamente
in volo o smontati via terra prima a Castiglione del Lago e poi, agli inizi
del ’44, al “campo di fortuna” nei pressi di Fossano. Nell’agosto
dello stesso anno viene costituito il 3° Gruppo Caccia “F.Baracca”, basato
sulla 1^ e 2^ Squadriglia che opererà dal “campo di fortuna” di Cerveteri
insieme alla Scuola di addestramento al comando c’è il cap.
Malvezzi.
Notevoli sono i problemi ai quali va incontro il Gruppo per gli attacchi da
parte dei partigiani della zona, risulta quindi opportuno lo spostamento nell’aeroporto
di Vicenza dove già è dislocato anche il 1° Gruppo
Caccia.
Le alterne vicende della guerra, il tentativo del comando tedesco di sciogliere
l’Aeronautica Nazionale Repubblicana ed arruolare tutto il personale nella
Luftwaffe, i continui spostamenti della sede del Gruppo prima a Desio e poi
a Seriate nei pressi di Bergamo non favorisce certa- mente l’operatività
di piloti e specialisti che comunque continuano a combattere. Intanto un gruppo
di essi viene trasferito in Germania per addestramento sul caccia Messerschmitt
Me
109. Questi aviatori italiani torneranno in Italia solo nel dopoguerra. Ma
ormai sono gli ultimi sussulti di una guerra perduta. Agli inizi del 1945
il Gruppo Caccia viene sciolto.
Dopo la fine della guerra il reparto viene dislocato nell’aeroporto di
Capodichino dove giun- gono i nuovi aerei, i P. 51 Mustang coi quali
i piloti del “Quarto” fanno il salto di qualità.
Campoformido – marzo 1942. Personale del 4° Stormo prima della partenza
per Ciampino per la manifestazione del 28 marzo, anniversario della fondazione
della Regia Aeronautica. Da sinistra: serg. Angelici (73^ Sq.), serg.m. Vittorio
Pozzati (96^ Sq.), m.llo Paolo Perno (73^ Sq.), serg.m. Angelo Golino (97^
Sq.), s.m. Zuliani (97^ Sq.), Basilio Primosic della RUNA di Gorizia, serg.
Pasquale Rossi (73^ Sq.), un pilota del X Gruppo. (coll. Gino)
Ricevono nel 1951 i “jet”, i “Vampire” di costruzione inglese. Nel ‘54
lo Stormo diventa Aerobrigata e si trasferisce a Pratica di Mare con gli F86E
coi quali viene anche costituita una nuova Pattuglia Acrobatica nel ‘57.
Il 1959 vede schierato un Gruppo della 4^ Aerobrigata a Grosseto,
che diverrà sede definitiva del 4° Stormo (ancora l’antica denominazione)
nel novembre 1962, dove gli verrà assegnato il caccia intercettore
Lockheed F 104 “Starfighter” che sarà, dopo alcuni anni, definitivamente
messo in pensione e sostituito dal nuovo caccia europeo EFA 2000.
GLi AeroSiLUrAnTi A GoriziA
capitolo 4
a storia degli aerosiluranti in Italia è quella di una “specialità” inizialmente non voluta e forse anche avversata da qualche Alta autorità. Fa il paio con quella che probabilmente è una leggenda metropolitana: non avevamo bisogno di portaerei perché la nostra Nazione protesa nel Mediterraneo lo era già!
Le portaerei italiane
In entrambi i casi ci fu poi un ripensamento, assolutamente tardivo. Certo
una portaerei con- sentiva di svincolarsi dagli aeroporti terrestri e, dotata
di bombardieri, avrebbe portato assalti anche a distanze considerevoli dalle
basi canoniche. Così si pensò e si tentò di trasformare
due navi passeggeri, la turbonave “Roma” ed il transatlantico “Augustus”
e i lavori iniziarono rispet- tivamente nel 1941 e 1942: la prima doveva
diventare l’“Aquila” e la seconda la “Sparviero”. Notevoli furono le difficoltà
sia dal punto di vista tecnico che da quello costruttivo ma la “Roma” giunse
quasi al completamento. Durante un bombardamento nel 1942 subì dei
danni, però non gravi. Dopo l’8 settembre fu requisita dai tedeschi
e semiaffondata nel ‘44 davanti al porto di Genova per costituire baluardo
ad eventuali sbarchi degli Alleati; venne recuperata nel ‘47 e fu rimorchiata
a La Spezia per la demolizione. La ”Sparviero” non fu nemmeno completata
nelle principali strutture e anch’essa finì demolita nel 1950. Si
dovranno attendere molti anni e l’av- vento di elicotteri militari nonché
di velivoli a decollo verticale come gli “Harrier” per realizzare la “Garibaldi”
capace di trasportare e rendere operativo un ridotto numero di aerei
imbarcati.
Gorizia – 1936. Il s.ten. Giovanni Levi accanto ad un CR 32. (collezione
G. Levi)
Gli inizi della specialità siluramento
Agli inizi del 1912 la Regia Marina Italiana aveva accettato di far costruire
nell’arsenale di Vene- zia un aereo adatto ad operare invece sulle superfici
acquee, un “idrovolante” da osservazione realizzato dal tenente di Vascello
Manlio Ginocchio che però non ebbe seguito. Fu più fortu- nato
un avvocato appassionato d’aviazione, Pateras Pescara, il cui suggerimento
di costruire un idrovolante trovò consenzienti i
militari. Era riuscito a convincere gli organi preposti della Marina che
si sarebbe potuto impiegare anche come “idrosiluratore”. Incaricato di provvedere
alla costruzione fu l’ing. Alessandro Guidoni, Capo Reparto Costruzioni e
riparazioni aeronau- tiche dell’arsenale della Marina a La Spezia. Guidoni
non solo giunse alla realizzazione di un aereo di struttura interamente metallica
ricoperta in tela con galleggianti in legno e due motori “Gnome” da 160 HP
ma progettò anche delle speciali alette metalliche sostentatrici per
accor- ciare la corsa di decollo e ridurre drasticamente la superficie bagnata
dei galleggianti, come un aliscafo ante litteram (queste alette verranno
riprese sull’idrocaccia ricognitore ISVA alla fine della Prima Guerra Mondiale).
La costruzione fu completata nel 1914 e furono effettuati anche dei voli
di prova con lancio di siluro. Il progetto non ebbe seguito da noi, ma questi
tentativi furono seguiti con particolare attenzione all’estero, specie dall’Inghilterra
e dagli Stati Uniti.
Aerosiluro Guidoni. Nel 1919 il Ten. Col. del Genio Navale Alessandro Guidoni,
progettava un “aerosiluro” per il lancio da velivolo a bassa quota, con due
sistemi di regolazione nel piano verticale e in quello orizzontale. Dopo
alcune prove il progetto fu abbandonato in quanto presentava gravi inconve-
nienti nell’applicazione pratica (archivio Guidoni)
Malpnsa – 1917. Il sistema di aggancio del siluro della versione silurante
del Ca 3 (coll. Apostolo)
Malpensa – 1917. Ultimi preparativi per il decollo del Ca 3 versione idrovolante.
Notare sulla parte anteriore della fusoliera la scritta “PER LA PATRIA” e
la curiosa parziale cancellazione del numero Ca 2334 per far risaltare solo
la sigla Ca 3 (coll. G. Apostolo)
Malpensa – 1917. Prove di volo del Ca 3 (Ca 2334) nella versione silurante.
Da notare il siluro non ancora dotato degli stabilizzatori in legno che si
staccavano al momento dell’impatto con la superficie liquida. Più tardi
verranno utilizzati per stabilizzare la traiettoria in volo del siluro (coll.
G. Apostolo)
Malpensa – 1917. Il Ca 3 versione silurante, terminata la fase di sistemazione
del siluro, è pronto al decollo. Il pilota in piedi al posto di pilotaggio
saluta militarmente (coll. Apostolo)
Mar mediterraneo, ripreso da altro S79 l’attacco di una nostra Squadriglia
ad un convoglio inglese (coll. Apostolo)
Aeroporto Gorizia – 1940. L’S 79 n°2 del Nucleo Aerosiluranti, ai tacchi
con i motori in moto, accanto all’hangar Lancini della 73^ e 96^ Sq. si intravede
la strada statale Gorizia - Bivio di San Giovanni di Duino, Aurisina. (coll.
Brancaccio)
Aeroporto non identificato – probabilmente in Africa (si noti il
casco coloniale di alcuni militari). Caricamento su un SM 82 di un siluro
destinato a qualche Gruppo di volo di aerosiluranti operanti probabilmente
in Africa. Un altro militare sta immortalando la scena probabilmente per una
foto ad uso personale (coll. Oblach)
Aeroporto Gorizia – 1940. Un pilota di ae- rosiluranti accanto all’S 79
n° 6 del Nucleo Aerosiluranti di Gorizia. Denominato anche “SM79” a partire
dal 1937 per sottolineare l’apporto di Marchetti alla ragione sociale della
SIAI. (coll. G. Apostolo)
Aeroporto Gorizia – 1940. Un esemplare aerosilurante di prova del Savoia-Marchetti
SM 84 nell’aeroporto di Gorizia. Sono mon- tati due siluri; questa soluzione,
dopo alcune prove di volo, non fu mai adottata neppure sull’S 79. L’SM84 progettato
come sostituto dell’ormai superato S 79 rivelò, nonostante le notevoli
migliorie strutturali, aerodinamiche e motoristiche (vennero adottati i più
potenti Piaggio P.XI RC.40 da 1.000 CV) denunciò una manovra- bilità
nettamente inferiore al suo predecessore e una velocità di poco superiore,
quindi non adatto all’impiego come aerosilurante. Anche l’armamento difensivo
con le mitragliere Scotti era insuffi- ciente rispetto alle più robuste
e affidabili Breda-SAFAT dell’S 79 (coll. d’Agostino)
Aeroporto Gorizia – 1941. Alcuni siluri già dotati dell’elichetta
che arma il detonatore, pronti ad essere sistemati dopo il posizionamento
del sistema di sgancio. Si intravedono vicino alla parete gli stabilizzatori
in legno da montare prima del decollo (coll. Oblach)
Aeroporto non identificato – 1940. Ca 313 silurante: la trasformazione
con gli attacchi per il siluro fu effettuata su un unico esemplare al 1°
Nucleo Addestramento di Gorizia ma i risultati furono così deludenti
da sconsigliare il proseguimento delle prove (coll. d’Agostino)
Nel 1917 nel corso del conflitto, la Caproni riprese l’idea del “silurante”
– denominato per l’occasione “Portasiluro” – e dotò un suo biplano
Ca 44 di un siluro col quale avrebbe dovuto attaccare una delle navi dislocate
nel porto di Pola. L’azione ebbe il suo svolgimento di notte ed il pilota
si diresse verso una corazzata ma valutò male la quota a cui si trovava
il velivolo e probabilmente anche il suo assetto. Dopo lo sgancio, il siluro
si infilò in acqua e affondò senza compiere la sua missione.
Anche in questo caso non se ne fece più nulla e l’idea di organizzare
un Squadriglia di “Portasiluri” non ebbe seguito.
A differenza di Inghilterra e Stati Uniti già avanti con vari studi
e esperimenti, per l’Italia si dovette attendere gli inizi degli anni’30
per avere un certo risveglio nel settore particolare dei siluri “marini”
sganciabili da un aereo. Dovevano avere naturalmente caratteristiche simili
a quelli utilizzati dai mezzi navali, MAS e sommergibili come risultato. A
dire il vero, risulta che nel 1918 l’ing. Alessandro
Guidoni – allora maggiore del Genio Navale
della Regia Marina
Aeroporto dell’Urbe – 1941. S 79 del 1° Nucleo Aerosiluranti pronto al
decollo dopo la sistemazione del siluro. In primo piano l’apposito carrello
per il trasporto sul campo di volo (coll. Apostolo)
Aeroporto non identificato – 1941. Ultimi controlli al posizionamento del siluro prima del decollo. In primo piano le alette stabilizzatrici in legno che si staccheranno al momento dell’entrata in acqua., (coll. Apostolo)
– avesse già progettato un “siluro aereo” ed una “bomba a slittamento per apparecchi vo- lanti” ma a parte qualche esperimento e perfino dei lanci questi progetti non ebbero seguito.
Dagli S 55 agli S 79
Nel 1925, finalmente, gli Alti Comandi ripensarono agli aerosiluranti e due
Società costruttri- ci, la Macchi di Varese e la SIAI di Sesto Calende
furono incaricate di progettare un idrovolan- te (non si pensava ancora che
fosse possibile utilizzare anche un aereo terrestre): la Macchi adattò
un suo bombardiere M24 adatto allo scopo mentre la SIAI propose il suo S
55 già così ideato in origine. Le continue diatribe su chi
doveva poi gestire la specialità, se Aeronautica o
Aeroporto non identificato – 1941. Ormai pronto al decollo questo S 79
del 1° Nucleo Aerosiluranti. Ancora pochi istanti e spiccherà il
volo per una difficile e pericolosa missione di siluramento. (coll. Apostolo)
Aeroporto Gorizia – 1942. Re 2000 catapultabile pilotato dal cap. Giulio Reiner a Gorizia. Con questo velivolo vennero effettuate delle prove con un siluro ridotto, il “silurotto”. (coll. Oblach)
Marina, bloccarono ogni cosa. Le discussioni furono basate sulla scelta
di lasciare alla Marina la responsabilità dell’aereo e del suo impiego
e dare invece all’Aeronautica l’addestramento degli equipaggi.
Si dovette però attendere la costituzione di un Reparto Sperimentale
congiunto della Regia Marina e della Regia Aeronautica per la ripresa degli
esperimenti di lancio. Furono utilizzati gli S 55, negli specchi d’acqua di
La Spezia e Fiume, con alcuni siluri di origine austriaca proba- bilmente
provenienti da qualche deposito della Whitehead di Fiume (oggi Rjieka) che
li aveva in produzione nel corso della 1^ guerra mondiale. Quasi contemporaneamente
le due uniche fabbriche italiane di siluri, la Whitehead ed il Silurificio
Italiano di Napoli furono nominate for- nitori dei nostri Reparti di aerosiluranti
nel corso della 2^ guerra mondiale. Alcuni S.55 X che
Gorizia – 1941-1942. Il pilota Italo Vescovi, accanto ad un S 79 della
Scuola Aerosiluranti (coll. Vento)
avevano compiuto la trasvolata nordatlantica del 1933 con Italo Balbo vennero
inviati alla base di Polesella, vicino a Pola e, attrezzati per l’aggancio
di un siluro, vennero impiegati per delle prove.
Negli anni successivi furono continuati molti studi ed effettuate anche ricerche
sul com- portamento del siluro durante lo sgancio, conseguente caduta e sua
traiettoria una vol- ta in acqua. Non ci sono invece informazioni sul livello
di addestramento degli equipaggi. Il pilota del velivolo, prima dello sgancio
do- veva cercare di avere il sole alle spalle e volare quasi a pelo d’acqua
e, dopo, doveva virare e “tirare” in cabrata per sottrarsi alla reazione
dell’antiaerea navale. L’alternativa possibile era sorvolare la nave verso
cui era stato indi- rizzato il siluro. In ognuno dei casi il velivolo rischiava
di venir colpito ripetutamente dalla contraerea navale. Fortunatamente l’S
79 era un buon incassatore.
I due nuclei d’aerosiluranti
Il Reparto Sperimentale ebbe vita breve perché il 28 ottobre 1940
venne trasformato in 1° Nucleo Addestramento Aerosiluranti al comando
del T.col. Carlo Unia con cinque equipaggi “addestrati”, però solo
sulla carta e non ancora perfettamente efficienti. La trasformazione in aerosiluratori
richiedeva anche un’esperienza tutta da acquisire. Moioli venne trasferito
a Capodichino (Napoli) per costituire il 2° Nucleo AS, anch’esso nelle
vicinanze di una fabbrica di siluri, il Silurificio Italiano.
Unia si trovò con un gravoso compito umano da svolgere, cioè
trasformare cinque equipaggi, delle più diverse provenienze, in un
gruppo di uomini affiatati al massimo livello. Soprattutto i piloti dovevano
essere in grado di prendere decisioni immediate, valutare quota e velocità
per giungere al lancio migliore, studiare in pochi istanti la migliore rotta
di fuga una volta che il siluro si avviava verso il bersaglio e decidere
se virare o proseguire la traiettoria di volo passan- do sopra la nave. I
voli di addestramento proseguirono giorno dopo giorno da un aeroporto che
veniva a disporre di molto spazio per gli S 79 essendo in atto la partenza
per le zone operative dell’Africa da parte delle Squadriglie del 4° Stormo
Caccia. Dopo qualche tempo Unia ebbe anche a disposizione degli ufficiali
di Marina che, imbarcati sui trimotori quali “os- servatori”, avevano il
compito di collaborare coi piloti per indicare i metodi di riconoscimento
delle navi e, in particolare, distinguere, nell’attacco ai convogli, le navi
da guerra da quelle semplicemente da carico e soprattutto le navi di trasporto
carburante che erano gli obiettivi di maggiore interesse. Trascorso il primo
periodo di “ambientamento” il col. Unia potè me- glio dedicarsi allo
specifico compito che gli era stato affidato, ampliando le nozioni acquisite
dagli equipaggi. Utilizzò anche le relazioni di quelli che erano stati
in azione sul Mediterraneo
La scelta dell’S 79 modificato e l’aeroporto di Gorizia
Il trimotore SIAI S 79 ancora oggi viene giudicato come uno dei migliori prodotti
dell’industria aeronautica italiana dell’epoca. Si dovette attendere il ‘39
per avere i primi cenni di operati- vità. Nelle sue memorie, il gen.Giuseppe
Valle, Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronau- tica, ricorda che nell’ottobre
di quell’anno aveva inviato una lettera alla SIAI Marchetti chie- dendo di
modificare per l’uso del siluro gli S.79 in corso di produzione, “senza pregiudizio
delle relative consegne“. Sembra che lo stesso Capo del Governo, Mussolini,
ne discusse il mese successivo direttamente con il gen. Francesco Pricolo,
appena nominato Capo di Stato Maggiore in sostituzione del gen. Valle. Pricolo,
il 25 luglio 1940, ordinò la costituzione del Reparto Sperimentale
Aerosiluranti al comando di Amedeo Moioli e confermò l’impiego del-
l’S 79 modificato. Quale aeroporto operativo venne scelto il “Grego” di
Gorizia.
Non ci è dato di sapere il perché di questa scelta ma possiamo
fare delle ipotesi:
- l’aeroporto aveva già ospitato gli S 81 e S 79 per diverse prove
di lancio siluri nel vicino golfo di Fiume durante gli anni precedenti, -
a Fiume operava la Società Whitehead le cui origini sono databili attorno
al 1875 quando l’ing. Robert Whitehead fondò la prima fabbrica di
siluri al mondo nella città a quel tempo situata nel territorio
dell’Impero Austro-Ungarico. La vicinanza fra Gorizia e Fiume poteva quindi
essere utile per il loro approvvigionamento anche in periodo bellico. L’aeroporto
di per sé aveva notevoli dimensioni e quindi era in grado di ospitare
un nuovo gruppo di volo, con possibilità di addestramento in una località
ancora lontana dal fronte.
e ne inviò al suo Comando. Il 1° Nucleo addestramento fu messo
dunque in piena attività. Finalmente incominciarono a migliorare i
servizi e a far giungere in aeroporto numerosi piloti destinati agli aerosiluranti,
nonché specialisti di volo per svolgere le loro mansioni comprese
quella di armieri e mitraglieri allo scopo di utilizzare al meglio la forza
“difensiva” dell’S 79. L’apparecchio disponeva di un discreto volume di fuoco:
tre mitragliatrici brandeggiabili Bre- da Safat calibro12,7 mm, due laterali
in fusoliera ed una nella caratteristica ”gobba” supe- riore (che porterà
l’aereo ad essere definito dagli inglesi “Il gobbo maledetto”) ed una Lewis
7,7 mm fissa sistemata sulla parte anteriore della cabina di pilotaggio.
La sede di Gorizia
Il Nucleo di Gorizia fu quello che, già all’inizio della sua attività
aveva quasi tutto un aeroporto a disposizione e un silurificio (quello di
Fiume) non troppo lontano. Essendo Gorizia in posi- zione decentrata e quindi
meno soggetta ad incursioni aeree, ci fu la possibilità di studiare
in modo completo tutti i vari problemi connessi all’impiego del siluro: la
sua installazione, il sistema di aggancio, il traguardo
di puntamento, la quota di sgancio, il modo migliore di condurre l’attacco,
le caratteristiche della manovrabilità delle navi che costituivano
il loro obiettivo. Furono compiuti anche alcuni esperimenti fra i quali l’utilizzo
di un “silurotto” (un siluro di ridotte dimensioni e peso adatto ad essere
lanciato da un velivolo da caccia) aggan- ciato ad un Reggiane Re 2000. Giunse
anche in volo dai vicini Cantieri CRDA di Monfalcone l’unico esemplare del
bimotore Cant Z 1015 per studiare l’eventuale impiego come siluratore.
Il lavoro duro ma efficacie di Unia proseguì a Gorizia, a pieno regime.
Il Nucleo poteva di- sporre di una trentina di S. 79 con i relativi equipaggi
che, una volta completato il ciclo di addestramento, conseguivano l’abilitazione
e poi partivano per raggiungere i Reparti ai quali erano destinati con gli
apparecchi completi di ogni accessorio e quindi pienamente operativi. Tutti
e tre i Nuclei d’Addestramento Aerosiluranti, compreso ovviamente quello
di Gorizia,
LA SCUoLA CACCiA
capitolo 5
proseguirono la loro attività fino alla firma dell’armistizio.
Dopo l’8 settembre
Sciolto praticamente il 1° Nucleo, i Gruppi rimasti al nord si riorganizzarono
per poi pro- seguire la lotta contro lo stesso nemico di
prima ormai “alle porte di casa”, sulle coste del Tirreno. I velivoli confluiti
nell’ ANR, Aviazione Nazionale Repubblicana, vennero incorporati provvisoriamente
nella 2^ e 3^ Squadriglia del Gruppo Autonomo Aerosiluranti “Buscaglia”.
Altri velivoli furono aggiunti al rientro di sporadiche operazioni di rientro
dalla zona di altri Reparti. Nel 1944 Gorizia riprese la sua funzione di
aeroporto operativo per gli aerosiluranti che cercavano di contrastare
i tentativi di sbarco sulle spiagge di Anzio. Fra il 5 e l’8 marzo
nove S 79 della 2^ Squadriglia comandata dal cap. Carlo Faggioni ed un S
82 da trasporto pieno di materiale vario compresi
i siluri da utilizzare, decollarono di notte (un solo faro a
fine pista indicava direzione e limite del campo) dalla base di Venegono,
destinati a sferrare un attacco con meta il cosiddetto
“campo trampolino” di Perugia e da qui verso Anzio. Ci furono
altri missioni a partire da Gorizia ma poi, il 18 marzo ci fu un pesante
bombardamento sull’aeroporto che danneggiò la pista. Faggioni dovette
chiedere un altro aeroporto per poter operare più in sicurezza e gli
venne assegnato quello di Lonate Pozzolo, nei pressi di Varese.
Il cap. Carlo Faggioni (1 medaglia d’oro al V.M. (RSI), 2 medaglie d’Argento
al V.M. e 2 medaglie di Bronzo al V.M., 4° da sinistra) Comandante della
281^ Squadriglia del 32° Gruppo Autonomo Aerosiluranti ascolta un pilota
rientrato da una missione. (archivio Associazione)
Nel settembre 1939 la Scuola Caccia Terrestre, dislocata all’aeroporto di
Campoformido, sede
del 1° Stormo CT venne trasferita, personale e materiali, all’aeroporto
di Gorizia. Necessità dovuta con tutta probabilità alla riorganizzazione
della Regia Aeronautica in vista di un con- flitto che i Comandi militari
delle varie Armi vedevano sempre più approssimarsi. L’aeroporto di
Gorizia era già sede di alcuni Reparti, come l’Osservazione Aerea e
il 4° Stormo Caccia che qui avevano a disposizione un notevole spazio
(circa 140 ettari) con fondo erboso in buone condizioni e drenaggio favorito
dal tipo di terreno.
La “Scuola Caccia” rappresentava l’ultima fase prima dell’assegnazione ai
Reparti operativi dei piloti che provenivano dalle Scuole di Volo di “Primo
e Secondo Periodo” o da altri Reparti non da Caccia. Gli istruttori erano
selezionati tra i piloti che avevano una provata esperienza, possibilmente
in voli di guerra. L’addestramento era mirato al perfezionamento dell’acroba-
zia, al volo in formazione, all’uso delle armi di bordo (al poligono) e soprattutto
al combatti- mento aereo: quell’addestramento che oggi e’ richiesto per essere
abilitati “combat ready”.
Vittorio Pezzè
Fra questi ricordiamo per esempio Vittorio Pezzè, uno dei nomi più
noti nella storia dell’a- crobazia aerea italiana, legato in modo particolare
a Gorizia dove fu fra i protagonisti delle Pattuglie Acrobatiche del 4°
Stormo. è scomparso il 5 maggio 2003.
Pezzè giunge al 4° Stormo come pilota di complemento nel dicembre
1933 ed è assegnato alla 96^ Squadriglia dove ben presto si evidenziano
le sue doti di pilota. Congedato nel ‘34 viene subito richiamato in servizio
effettivo ed entra a far parte della 73^ Squadriglia. L’ esor- dio di Pezzè
avviene il 28 marzo
1936 con la Pattuglia Acrobatica del 4° Stormo, formata dalla 73^ Squadriglia
(Moscatelli, Viola, Montanari, Pezzè, Renzi) e dalla 91^ (Rossi, De
Prato, Chianese, Romandini, Castelletti, Giacchet- ti), che partecipano sull’aeroporto
di Ciampino al “4° giorno dell’A- la”, alla presenza delle massime Autorità
italiane e straniere ese- guendo un programma di figure acrobatiche con due
formazioni di cinque velivoli. Pezzè partecipa successivamente
alle manifesta-
zioni di acrobazia aerea del 1936 Gorizia –
1941-1943. Scuola Caccia: il Cap. Vittorio Pezzè
in tuta
di volo commenta una missione di addestramento. (coll. Del Moro)
a Budapest, del ‘37 a Zurigo, del ‘38 a Belgrado e del ‘39 a Berlino. Dopo
la guerra coman- derà la “Scuola di Volo di 2° Periodo” di Lecce
- Galatina e successivamente il “Reparto Sperimentale” di Latina. Concluderà
la carriera con il grado di Generale di Squadra Aerea. Raffaele Chianese
(classe 1910, ultimo pilota del gruppo, scomparso nel 2010, entrato per primo
in aeroporto per la costituzione del 4° Stormo Caccia) lo ricordava come
un abile ed instancabile pilota: “... era un gran manico ed un ottimo istruttore.
Eravamo gli unici due, io e lui, che gareggiavamo a fare il volo a coltello
ad un paio di metri sul campo di Gorizia. Lui concludeva con un passaggio
tra gli hangar del 4° Stormo, ... naturalmente a coltello e più
basso degli hangar stessi”.
Lamberto Del Moro, fra gli ultimi piloti giunti alla Scuola Caccia nel 1942
a Gorizia risiedeva in città, era stato suo allievo nel ‘42 e lo ricordava
come un uomo tranquillo e riservato che aveva un talento istintivo per il
volo. “ ... in volo aveva la serenità e la calma dei grandi piloti”.
Vittorio Cumin di Romans arrivò all’aeroporto di Lecce nel 1952 da
allievo ufficiale pilota e qui gli istruttori
erano i vecchi del 4° Stormo di Gorizia, sopravvissuti alla guerra: Pezzè,
Chianese, Bandini, Montanari, Mascellani, Squarcina. Fra i suoi ricordi nel
dopoguerra la nar- razione di una missione di “coppia acrobatica e finta
caccia” con l’ istruttore Pezzè: ... sono in volo da solo nella zona
assegnatami in attesa che arrivi Pezzè e improvvisamente mi sento
chiamare per radio, è lui: “sono qui, mettiti in coda ... si incomincia,
vai!”. Pezzè è davanti a me e comincia a manovrare per “sganciarsi”,
cominciamo il carosello, vira stretto in salita, si butta giù in spirale
stretta, effettua una serie veloce di tonneaux in salita, faccio di tutto
per non “mollarlo”, tiro la cloche alla pancia, vedo nero per le fortissime
accelerazioni, il motore è alla massima potenza ed il rumore è
assordante, sto sudando ... dopo sette, otto minuti mi trovo improvvisamente
con l’aereo in vite che continua a girare violentemente con il muso verso
il basso, sballottato da tutte le parti ... strillo “sono in vite, sono in
vite!” e lui con voce calma ... “lo vedo, ... togli motore, metti i comandi
al centro”. Arrivati a terra c’è il debriefing con tutti gli allievi.
Sono l’ultimo e mi aspetto il peggio. Prende il mio libretto e scrive “Volo
eccezionale, specialmente in finta caccia” poi alza la testa e “ bravo, farai
strada!”. Cinque anni dopo entravo a far parte della Pattuglia Acrobatica
dei Diavoli Rossi e nel 1963 ne assu- mevo il comando.”
Ernesto Botto
Il cap. Ernesto Botto, proveniente dal Reparto “Alta Velocità”, il
1° gennaio 1937 assume l’incarico di comandante della 84^ Sq. del 4°
Stormo. Il 5 mag- gio del ‘37 è inviato in missione spe- ciale in
Spagna e gli viene assegnato il comando della 32^ Sq. del 6° Gruppo Legionario.
Consegue 5 vittorie “indi- viduali” e 15 “collettive”. Il 12 ottobre viene
abbattuto in uno scontro a fuo-
Gorizia – 1941-1942. Il Maggiore Ernesto Botto, Comandan-
co e subisce la perdita di una gamba.
te la Scuola Caccia. (coll. Oblach)
Ma non si perde d’animo e affronta la lunga convalescenza e le cure successive
per poter utilizzare un arto artificiale. Gli viene conferita una medaglia
d’oro al V.M. e diventa famoso con l’appellativo di “Gamba di Ferro”. Dopo
essere riuscito a dimostrare di essersi abituato all’arto artificiale, gli
viene concessa l’idoneità al volo “a doppio comando” e può
tornare a Gorizia. Non si accontenta di volare “a doppio comando” e impara
a governare il CR 32 nelle manovre acrobatiche servendosi di una gamba sola.
Raggiunge un grado tale di perfezione che ben presto è alla testa
di una pattuglia di tre velivoli. Un giorno che la linea dispone di nove
CR 32 accetta la richiesta di Pezzè di guidare la pattuglia dei nove.
Nasce così la nuova pattuglia acrobatica del 4° Stormo. Con la
73^ Squadriglia si esibisce nel giugno del 1939 sul campo di Doberitz (Berlino).
Il 2 luglio 1940 il 9° Gruppo, al comando di Botto, inizia il ciclo di
operazioni su Malta e l’11 luglio viene trasferito in Africa Settentrionale.
Il 9 dicembre del ‘40, mentre si reca in autovettura al comando della 14^
Brigata Rex, in un violento scontro automobilistico, rimane gravemente ferito.
Viene rimpatriato e dopo la convalescenza gli vie- ne assegnato il comando
della “Scuola Caccia” di Gorizia. Durante la guerra in Spagna e in Africa,
Botto ha conseguito 8 abbattimenti individuali e 20 collettivi, più
7 abbattimenti non confermati. Costituitasi la Repubblica Sociale, il Capo
del Governo affida a Botto l’incarico di Sottosegretario di Stato all’Aeronautica
per ricostituire l’Arma (ANR, Aeronautica Nazionale Repubblicana). Successivamente
a seguito di contrasti con i vertici italiani e tedeschi sull’im- piego degli
aerei italiani, Botto viene sostituito dal più filo-tedesco gen. Tessari.
Ritiratosi a vita privata lavora alla Guzzi fino all’età della pensione.
Non subisce alcuna accusa per il suo passato nell’ANR dopo l’8 settembre
1943 grazie al suo comportamento estremamente cor- retto. Scompare nella
sua citta’ natale, Torino, l’11 dicembre 1984.
Scuola vuol dire anche incidenti
Nel 1940 la Scuola inizia l’attività di volo vero e proprio e, per
le sue caratteristiche particolari, è purtroppo soggetta anche ad
avvenimenti che a volte comportano per gli allievi la perdita della vita
o il loro ferimento. Primo incidente di rilievo il 22 ottobre, del tutto
inconsueto: du- rante lo scaricamento di una mitragliatrice da un C.R.32
della Scuola addestramento Caccia,
Gorizia – 1941-1942. Un MC 200 cappottato al termine della corsa di atterraggio
(vedi posizione flaps). Sullo sfon- do, da sinistra, si riconoscono gli hangar
della Ricognizione, la palazzina Sottufficiali, il magazzino MSA, la palazzina
Avieri, l’officina automezzi, l’hangar Lancini Nord, la palazzina Ufficiali.
(coll. Paravicini)
Gorizia – 1940-1942. Gruppo di Ufficiali piloti in addestramento presso la Scuola Caccia. (coll. Gino)
parte accidentalmente un colpo che, devia- to dalla pala dell’elica, colpisce
gravemente l’aviere scelto montatore Antonio Selci che morirà in ospedale
sette giorni dopo. L’11 dicembre primo incidente di volo mortale: un CR 42,
pilotato dal serg. Clemente Bon- fanti, va in vite piatta durante una manovra.
Il pilota si lancia ma forse apre troppo presto il paracadute che lo porta
ad agganciarsi ai piani di coda e precipita con l’apparecchio.
Gorizia – 1941. Il S.Ten. Ferruccio Stoppani è qui ritratto accanto
ad un CR 32 durante il suo periodo alla Scuola Caccia. Sara’ successivamente
assegnato al 1° Stormo Caccia ed operera’ sul fronte africano. Dopo l’armistizio
fara’ parte della “Cobelligerant Air Force” in forza alla 96^ Sq. del 4°
Stormo. (collezione S. Stoppani)
Il 30 aprile dell’anno successivo altra trage- dia, questa volta coinvolti
i G.50. Durante una esercitazione ad alta quota, l’istruttore
magg. Aldo Bellò ha come allievo il serg. Salvatore Marconcini e il
s.ten Alvaro Bion- di che istruisce l’allievo Gianmaria Baldussi.
Nella fase di rientro i due allievi perdono la rotta. Gli istruttori devono
rientrare in ae- roporto per scarsità di carburante, mentre i due
allievi sorvolano la valle del Quieto ma anche i loro serbatoi sono a secco.
Baldussi si lancia col paracadute
ma si frattura una
Gorizia – 1941. Lo specialista Celeste Secchiaroli, al centro, assieme
a dei colleghi davanti all’hangar della 38^ Squadriglia O.A. Secchiaroli,
aggregato alla 96^ Squadriglia, nel 1940 segue il Reparto in Africa Set- tentrionale
e nel 1941 è nuovamente a Gorizia dove è impegnato
alla manutenzione degli MC 200 e 202. (coll. C. Secchiaroli)
Campoformido – 1940-1941. Specialisti accanto ad un Caproni Ca 164 con la
capote tolta ed il castello motore in vista. (collezione E. Cigolotti)
gamba nell’urto col terreno. Il collega Marconcini segue la sua discesa
ed una volta consta- tato che è vivo riprende il volo verso l’aeroporto
ma, perdendo l’orientamento, decide di compiere un atterraggio di fortuna
nella valle. Il terreno paludoso fa capottare l’aereo ed il pilota muore sul
colpo. Il 23 maggio, mentre rientra da una esercitazione di volo, il serg.
Re- nato Conti, in addestramento presso la Scuola, in fase di atterraggio
entra in vite e precipita al suolo, viene estratto in gravissime condizioni
dai rottami del C.R. 32 ma morirà in ospedale dopo una decina di giorni
dal ricovero.
Il 7 dicembre 1941 il s.ten.pilota Italo Iacobucci viene trasferito a Gorizia,
alla Scuola Pilotag- gio - Secondo Periodo (“Scuola Caccia”). Il 6 aprile
del ’42, matura l’anzianità per la nomina
Gorizia – 1941-1942. Il pilota Degli Esposti accanto un MC 202. (coll.
degli Esposti)
Gorizia – 8 maggio 1943. Piloti della Scuola Caccia davanti all’hangar
della 73^ e 96^ Sq.. Nella foto: Bottazzi (1°), Borromeo (2°), Borbotti
(5°), Pongiluppi (7°), un friulano (9°), Polizzy (10°), Del
Moro (in ginocchio). Si intravedono sullo sfondo alcuni Macchi M.C. 200.
(coll.Del Moro)
Gorizia – 1941-1943. Pezzè a sinistra ed Oblach alla Scuola Caccia.
(coll. Oblach)
Gorizia – 1941-1942. Il M.llo armiere Cavallo (3°) ed Oblach (4°)
accanto ad un Caproni Ca 100 MM 55874 I-PADE. In secondo piano si intravede
un G 50. (coll. G. Oblach)
a Tenente. A Gorizia la “scuola Caccia” dipende dal 4° Stormo che mette
a disposizione gran parte dei suoi istruttori per addestrare alle tecniche
di combattimento i piloti provenienti dalle Scuole di Volo di Primo Periodo
e per abilitarli alle “macchine” operative sul “teatro bellico”. Sono i velivoli
CR. 42, G. 50, MC 200 e MC 202.
Il 9 giugno1941 il serg. Pietro Cesti che frequenta la Scuola Caccia viene
incaricato di pro-
vare in volo un Fiat CR 32 appena riparato. Sta per salire sul velivolo mentre
gli speciali- sti stanno completando il rifornimento,
ma il carburante fuoriesce dall’imbuto che stanno adoperando e si versa nel
posto di pilotaggio. Si deve attendere che il carburante evapori dall’abitacolo
e quindi la partenza viene rimandata. Dopo un certo tempo il CR 32 decolla
ma, a circa 1.500 metri di quota, nell’eseguire alcune manovre acrobatiche,
una vampata
Gorizia – 1941-1942. Oblach di spalle con la tuta bianca, accanto all’hangar
Lancini all’interno del quale si scorge un FN 305 utilizzato dalla Scuola
Caccia per l’ambientamento ai monoplani dei piloti provenienti dai velivoli
biplani come il CR 32 e CR 42. (coll. Oblach)
Gorizia – 1941-1942. Interno dell’hangar Lancini della 96^ Squadriglia.
Si riconoscono due FN 305, un MC 200 ed un Ca 100. (coll. Oblach)
avvolge il motore e l’abitacolo è invaso da fumo e fiamme. Memore che
un suo collega aveva riportato gravi ustioni, qualche tempo prima, durante
un incidente analogo per avere atteso troppo a lanciarsi, Cesti si lancia
prontamente, sicuro che la calotta si apra essendo lo zaino contenitore collegato
a una fune fissata alla fusoliera tramite un moschettone che ne provoca l’apertura
automatica. Dopo qualche secondo, nota che il moschettone è presente
ma senza la fune di collegamento. Aziona subito manualmente la maniglia di
sicurezza e il paracadute si apre portandolo verso terra. Teme però
di cadere in acqua e anche che il vento lo trasporti verso alcune linee elettriche.
Riesce ad evitarle agendo sulle corde per aggiusta- re la traiettoria di
discesa e spostandosi col corpo per cambiare direzione. Tocca terra nei pressi
di un contadino che stava arando i campi con un paio di buoi dalle lunghe
corna che lo sfiorano minacciose. L’incidente della mancata apertura in automatico
era sicuramente conseguente ad un difetto di collegamento fune/moschettone.
La conferma arriva dai resti del velivolo precipitato sul campo di volo.
Lo si appura esaminandoli, ma si preferisce non riferirlo nella relazione
dell’incidente, ad evitare le probabili lungaggini burocratiche che ne sarebbero
seguite.
Nel luglio dello stesso anno un Fiat G. 50 della Scuola, pilotato dal serg.
Enzo Pedrini pre- cipita in vite presso Vertoiba da 2.000 metri di quota
dopo aver effettuato un looping. Le conseguenze questa volta sono tragiche
perché il pilota non riesce a lanciarsi col paracadute e perde la
vita.
La Scuola viene incaricata di addestrare i piloti provenienti dall’Accademia
Aeronautica e nello stesso anno inizia col Corso “Turbine”: Ad essa si unisce
il Gruppo Complementare “C” del 4° Stormo appena costituito per l’addestramento
generico ad un gruppo di piloti che poi saranno smistati ai vari Reparti
di volo. Durante i primi tre mesi viene intensificato l’arrivo di personale
vario sia di volo che di servizi a terra, destinati a migliorare l’attività
della Scuola Caccia e del
Gruppo C del 4° Stormo che proseguono nella preparazione dei piloti delle
rispetti- ve specializzazioni. Nel marzo precipita in aeroporto, a bordo
di un Nardi 305, della Scuola il s.ten. Dante Peri mentre esegue alcune manovre
acrobatiche.
Nel corso del 1942 la Scuola Caccia è par- ticolarmente impegnata con
l’arrivo di un buon numero di allievi ufficiali, sottufficiali ed aspiranti
del Corso “Urano” dell’Acca- demia Aeronautica di Caserta. La guerra sta imperversando
e c’è necessità di piloti da impiegare anche sui nuovi velivoli
che stanno entrando in servizio per la specia- lità. Fra questi il
FIAT G 50 del quale viene progettata la versione “B” biposto con
due posti in tandem per l’addestramen- to e il Macchi MC
200 che inizialmente aveva denunciato una certa tendenza ad entrare in vite,
prontamente corretta.
Il 12 gennaio un grave incidente che com- porta la morte dei due piloti: un
CR 32 del locale Gruppo Complementare del 4° Stormo ai comandi
del S.ten Francesco
Gorizia – 1941-1942. Il pilota Serg. M. Antonio Valle ri- tratto davanti
un MC 200 parcheggiato accanto all’han- gar Lancini della 73^ Squadriglia.
(coll. Oblach)
Gorizia – 1941-1942. Gruppo di Ufficiali piloti in addestramento presso la Scuola Caccia accanto ad un G 50. Sul retro i tre hangar Lancini che hanno ospitato il 4° Stormo fino alla sua partenza per il fronte africano. (collezione F. Pavia)
Santangeli ed un MC 200 d’addestramento condotto da ten. Paiello durante
un volo di esercitazione in coppia entrano in collisione e precipitano al
suolo senza che i piloti riescano a lanciarsi col paracadute.
Si risolve invece per il meglio il volo d’esercitazione del S.ten. Vittorio
De Martinis il 5 marzo, dopo il decollo dal suo CR 32 la gamba di forza del
semicarrello destro si divide a metà fa- cendo staccare dal velivolo
tutto il complesso assale-ruota. De Martinis prosegue il volo senza accorgersi
del danno e solo l’intervento di un altro apparecchio il cui pilota, decollato
appo- sitamente, riesce ad informarlo della situazione. Compie un atterraggio
brusco con danni notevoli al velivolo dichiarato F.U. (fuori uso) ma col
pilota incolume.
Il 28 giugno 1942, durante il rullaggio “per portarsi in linea di volo” con
un MC 200, Iaco- bucci entra in collisione
con il Fiat CR 42 del serg. mag. Pietro Venturi. I piloti escono incolumi
mentre i velivoli riportano danni strutturali. Il 24 giugno, verso sera,
Iacobucci decolla con un
G. 50 per una missione di “coppia” con l’istruttore ten. Aldo Bellò,
quale “gregario”. Durante la manovra di avvicinamento , per altro svolta regolarmente,
a bassa quota, probabilmente entra in stallo per perdita di velocità,
impatta violentemente il terreno, rimbalza e sollecita una delle due gambe
di forza del carrello provocandone il cedimento. Ne consegue una violenta
imbardata che provoca danni all’ala. Il pilota anche in questo caso esce
indenne dall’incidente. Nel rapporto stilato dal ten.col. Marco Minio Paluello
si cerca di limitare la responsabilità del pilota tenendo in considerazione
“ ... il limitato grado di addestramento”. Tuttavia ciò non impedisce
l’iter previsto e viene avviata l’inchiesta tecnica che infligge a Iacobucci
un provve- dimento disciplinare (cinque giorni di arresti semplici). Il giudizio
espresso dal Presidente della Commissione d’Inchiesta, Generale di Squadra
Aerea M. Ajmone Cat, è: “... incidente cau-
sato da poca attenzione nella manovra di atterraggio che causava danni al
materiale di volo”. Il 1° settembre la Scuola Caccia, la cui denominazione
ufficiale è “Scuola Addestramento Caccia Terrestre” viene trasformata
in “Scuola 1° periodo Addestramento Caccia” e come tale prosegue la sua
attività estendendola così anche alla formazione dei piloti.
In una nota del marzo successivo vengono messi in rilievo gli ottimi profili
dei piloti che forma per capaci- tà e rendimento. Al termine dell’anno
vengono tirate le somme dell’attività dell’intero 1942. 12.683 ore
di volo di cui 1.283 per allenamento, 1.764 a doppio comando, 1.157 acrobazia
singola, 5.320 acrobazia in coppia e 952 acrobazia in pattuglia.
Il 12 dicembre un altro incidente con un solo pilota deceduto, durante un
volo di allenamento acrobatico a bordo di due CR 32. Nell’esecuzione di una
imperiale in fila indiana i CR 32 dei sottotenenti Antonio Marson ed Andrea
Lambelet entrano in collisione: Marson precipita in vite, riesce a lanciarsi
nei pressi di Gradisca d’Isonzo ma troppo tardi ed il paracadute non si apre.
Lambelet riesce a rientrare col velivolo gravemente danneggiato.
Nel corso del primo trimestre del 1943 le buone condizioni atmosferiche consentirono
l’at- tività di volo sia pure con alcuni incidenti gravi che colpiscono
la Scuola addestramento. Nel primo, il 25 gennaio, perde la vita il s.ten.
Ugo Buriani che ha un blocco del motore nel corso di un volo di addestramento
con un G 50: cerca di effettuare un atterraggio di fortuna ma il parabrezza
sporco dell’olio fuoriuscito dal motore non gli consente di evitare in avvicinamen-
to i fili dell’alta tensione. Rovina al suolo e muore.
Il secondo incidente si verifica l’11 febbraio, quando il pilota istruttore
Agostino Odorici a bordo di un FIAT G 50, nel corso di una virata, fa entrare
il velivolo in rotazione dalla quota di circa 2.000 e precipita poi in candela
senza potersi lanciare.
Il 10 marzo giungono in aeroporto due CR 42 della sezione Caccia della Scuola
di Assalto di stanza a Ghedi, attrezzati per i voli
notturni. Possono svolgere la loro attività addestrativa senza particolari
problemi. Il 10 giugno purtroppo si verifica l’incidente mortale con l’allievo
pilota sergente Ferruccio Donati ai comandi di un CR 42. Nel corso di un’esercitazione
nel poligono di Col Grande, vicino all’aeroporto, dopo aver effettuato il
terzo passaggio, sorvo- lando il campo il velivolo assume un assetto cabrato
e successivamente precipita al suolo. Il pilota muore nel velivolo in fiamme.
Con la firma dell’Armistizio la Scuola di Volo cessa la sua attività.
I velivoli rimasti efficienti prendono altre destinazioni, gli altri restano
negli hangar. Dall’aeroporto decollano gli ultimi S 79 aerosiluranti al comando
del comandante Carlo Faggioni con destinazione l’aeroporto di Littoria. Devono
operare contro lo sbarco degli Alleati, lasciando l’aeroporto di Gorizia
al 1° Nucleo addestramento che diviene un Reparto di volo a livello operativo.
L’oPerA nAzionALe FiGLi AViATori (o.n.F.A.)
capitolo 6
Aeroporto di Gorizia. Un po’ di riposo dopo i voli d’addestramento (coll.
Reboa)
La proclamazione della Madonna di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti” del
12 settembre 1920 suggerisce al Vescovo di Loreto Conte Luigi Andreoli, di
formare un Comitato Promo- tore da lui presieduto per ufficializzarla con
una festività. Il giorno dedicato è il 10 dicembre, per ricordare
la data in cui gli angeli – secondo la tradizione - sollevarono in volo la
casa di Nazareth dove abitarono Giuseppe, Maria e Gesù. La leggenda
narrava che il fatto era av- venuto nella notte fra il 9 e il 10 dicembre.
Lo scopo principale della festività era aiutare gli orfani e le famiglie
bisognose degli aviatori. Diventa poi l’anno successivo il “Comitato Ono-
ranze alla Celeste Patrona degli Aeronauti” per far sorgere a Loreto un’ente
per l’educazione degli orfani degli aviatori. Nel 1922 si trasforma in Comitato
pro erigendo” Istituto per i Figli degli Aeronauti” e nel 1925 nasce l’Opera
Pia per estendere l’attività di assistenza anche alle vedove degli
aviatori. Diventa ente Morale nel 1927 con sede a Loreto e sotto l’alto patronato
del Capo del Governo.
In diverse riunioni, la prima a Roma il 14 marzo 1930 presieduta dal Ministro
dell’Aeronautica gen. Italo Balbo, verranno definite le caratteristiche dell’Istituto
con sede a Loreto, in grado di accogliere gli orfani (di ambo i sessi) degli
aviatori caduti in servizio. L’età minima è di 4 anni
Gorizia, San Pietro - 1938. Istituto Maddalena - O.N.F.A.: Veduta aerea
con Il corpo centrale, fabbricato Servizi Generali, della zona sede ONFA di
Gorizia San Pietro con gli edifici principali (coll. Reboa)
Gorizia, San Pietro - 1938. La settecentesca villa della contessa Teresa
Norman-Ehrenfels in Coronini che nel 1930 è divenuta la sede del “Istituto
per i figli degli aviatori” Umberto Maddalena, O.N.F.A. (coll. Ballaben)
Gorizia, San Pietro - 1933. Mappa dell’area riservata all’Istituto: compren-
de, oltre la villa Coronini e l’edificio che verrà completato nel
1938, un parco con azienda agricola, stalle, orto, cortili di ricreazione,
campo di calcio, di tennis e di pallacanestro, piscina e aree per il salto
in lungo e con l’asta. La dicitura in alto riporta: “Scuola per
Specializzati della R. Aeronautica. Sistemazione per 200 allievi. Piano Regolatore.
Rapporto 1:500. Gorizia S.Pietro” (Archivio di Sta- to Gorizia)
Gorizia, San Pietro - 1938. Istituto Maddalena – O.N.F.A.: un’aula scolastica
dell’edificio sul retro della villa Coronini (Archivio Storico A.M.)
Gorizia, San Pietro - 1938. Allievi dell’Istituto piu’ giovani con la vedova
di Umberto Maddalena, al centro. (coll. Maddalena)
e l’ente deve garantire il percorso scolastico fino alla 5^ elementa-
re se maschi e fino ai 18 anni se femmine fino all’eventuale com- pletamento
degli studi magistrali. Per i maschi il Ministero dell’Ae- ronautica si impegna
a realizzare a Gorizia un Istituto che avrà il compito
di seguire gli allievi “per il tempo della loro adolescenza
e giovinezza”: con la direzione af- fidata ad un unico Ente. L’Istituto di
Loreto viene inaugurato il 28 ottobre 1930 ed intitolato a Fran- cesco
Baracca.
Nel frattempo un Comitato prov- visorio per la fondazione e l’avvia-
Allievi della Squadra di atletica con il loro allenatore. (coll. O.N.F.A.)
mento dell’Istituto maschile di Gorizia, presieduto dal gen. Italo Balbo,
provvede alla raccolta dei fondi necessari per acquistare le sede dell’Istituto,
come già deciso in precedenza. I fondi verranno da una manifestazione
pubblica denominata “Il Giorno dell’Ala” e da Enti privati,
con la partecipazione del Ministero dell’Aeronautica. Viene acquistata la
Villa del ‘700 della contessa Teresa Norman-Ehrenfels in Coronini, circondata
da un ampio terreno, in località San Pietro (oggi Sanpeter in Slovenia)
che diverrà “Istituto per i figli degli aviatori” intitolato al tra-
svolatore atlantico Umberto Maddalena dopo il suo decesso il 19 marzo 1931
a causa del grave
Furbara - 28 marzo 1943. Il capo del Governo, Mussolini,
passa in rassegna gli allievi dell’Istituto.
Tra gli allievi il goriziano Armando Trani e Enio Anticoli,
futuro pilota della Pattuglia Acrobatica Nazionale degli anni ‘60. (coll.
Ballaben)
Monguelfo – 1939. Gli allievi dell’Istituto con i fanti del 231° Avellino. (coll. Piccolo)
incidente (probabilmente un’esplosione in volo) che colpì il suo
S 64 bis che precipitò in mare durante un normale volo di trasferimento
da Cinisello Balsamo a Montecelio (il corpo di Mad- dalena non venne mai ritrovato
mentre vari rottami dell’aereo furono ripescati). Il programma dell’Istituto
era ospitare gli allievi che frequentavano le scuole medie inferiori e superiori
della città di Gorizia e stare in stretto contatto con il Comando
del vicino aeroporto di Merna, cit- tadina di cui San Pietro era frazione,
nei pressi del campo di volo intitolato a “Egidio Grego”. L’Istituto viene
gestito dall’Aeronautica che si avvale della collaborazione di personale
ester- no. Gli allievi vengono divisi in cinque squadre
a seconda dell’eta’: 1^ e 2^ squadra i più
Gorizia, San Pietro - 1938. Giovani allievi del Maddalena in divisa: In
prima fila da sinistra: Giulio Martucci (1°), Antonio Faranda (2°),
Ennio Anticoli (4°), Mario Resticci (5°) (1° a destra, seconda
fila). Giorgio Pasut. (coll. Reboa)
Gorizia, San Pietro - 1938. Campo sportivo Baiamonti: Premiazione degli
atleti dell’Istituto Maddalena. Sullo sfon- do il castello di
Gorizia. (coll. Reboa)
Gorizia, San Pietro – 1938-1940. Allenamento degli allievi del Maddalena nel parco, sul retro della villa Coronini, ove oggi sorge l’ospedale sloveno di Sempeter. (coll. Vespignani)
Gorizia, San Pietro - 3 ottobre 1936. S.A.R. Amedeo di Savoia Duca d’Aosta
premia gli allievi dell’Istituto Mad- dalena. (coll. Vespignani)
Gorizia, San Pietro - 27 novembre 1936. Allievi schierati di fronte al
fabbricato dei Servizi Generali sono passati in rassegna da un Alto Ufficiale
della Regia Aeronautica. (coll. Vespignani)
Dolomiti – 1942. Allievi piu’ anziani in gita in montagna. Sullo sfondo
le tre Cime di Lavaredo. (coll. Vespignani)
giovani fino alla quinta ginnasio, 3^ 4^ e 5^ squadra gli allievi più
grandi. Nel corpo centrale della villa ci sono le abitazioni del comandante
e del vicecomandante, gli uffici, la chiesa e l’infermeria. Nelle scuderie
adattate prendono posto i dormitori degli allievi più grandi men- tre
in un nuovo edificio, inaugurato nel ‘38, si trovano le camerate dei più
piccoli, gli studi e la mensa che è unificata per tutti gli allievi.
Esternamente, nell’ampio parco, ci sono le strutture sportive. Gli allievi
indossano la divisa con tanto di spadino simile a quella dei cadetti dell’ac-
cademia e, raggiunta l’età di 17 anni, “mettono” le stellette e vengono
considerati volontari equiparati ad avieri con iscrizione al libro paga.
Una volta diplomati, per effetto dello stesso decreto, gli allievi del “Maddalena”
hanno la precedenza all’ammissione in Accademia Ae- ronautica o alla nomina
a sottotenente di complemento. Studio, disciplina militare e attività
ginnica scandiscono il tempo all’Istituto dei giovani allievi. Integrati
con la popolazione, gli allievi frequentano le scuole cittadine e, durante
le ore libere, gli allievi più grandi frequenta- no la città.
Particolare importanza viene data all’attività sportiva e durante
il periodo estivo e invernale, gli allievi trascorrono dei periodi di soggiorno
in rinomate località di villeggiatura marina o montana per lo più
della regione dove ha sede l’Istituto. Nel 1940 il gen. di S.A. Felice Porro,
comandante della 2^ Zona Aerea Territoriale (Aeroporto di Padova), fa visita
al “Maddalena”. Nei mesi di agosto e settembre 1941 e 1942 gli allievi che
frequentano gli Istituti ad indirizzo industriale
vengono inviati a Guidonia presso il Centro Sperimentale dell’Aeronautica
per un corso di cultura aeronautica comprendente lezioni teorico-pratiche
presso le sale di esperienze e galleria del vento e addestramento tecnico-professionale
per le Costruzioni Aeronautiche, presso lo Stabilimento Sperimentale Costruzioni
Aeronautiche. Durante questo periodo gli allievi vengono aggregati al Comando
aeroporto dal quale dipen-
Sistiana - 1940. Allievi del Maddalena durante le vacanze estive sulla spiaggia della baia di Sistiana. (coll. Vespignani)
dono come allievi militari. Nel marzo 1942 gli allievi partecipano alla
grande sfilata a Roma presente il capo del Governo. L’Istituto Maddalena rimane
a Gorizia fino all’ 8 settembre 1943. Pochi giorni dopo, in un clima teso
e incerto, per motivi di sicurezza, l’istituto viene sgomberato e gli allievi
trasferiti con automezzi della 2^ZAT prima a Casarsa e poi in treno
a Loreto. Qualche giorno dopo il cap. Marinelli ritorna a Gorizia per tentare
di recuperare il materiale dell’Istituto e, riuscito nell’impresa, porta
tutto in un magazzino a Rivalta del Friuli per poi trasferirlo nel 1946 a
Firenze. Durante lo sgombero qualche testimone ricorda di essere stato ospitato
per una notte da una nota famiglia goriziana titolare di una rivendita
di pane. La sosta sarebbe servita per un cambio d’abiti e per poter proseguire
il viaggio di allontanamento da Gorizia senza destare troppa attenzione.
Gorizia, San Pietro. Picchetto d’onore degli allievi dell’Istituto Maddalena
in attesa della visita di qualche autorità (coll. Reboa)
L’Aero CLUB Gorizia
capitolo 7
Ne 136 veniva costituito l’Aero Club Friulano a Campoformido, con sede
nell’aeroporto del 1° Stormo Caccia Terreste. La scuola di pilotaggio
aveva due ezioni, una a C ampoformido e l’altra a Ronchi dei Legionari.
Baia del re nelle isole Svalbard. Umberto Maddalena nell’abitacolo dell’S
55 nel corso delle ricerche della “Tenda Rossa” del Gen. Umberto Nobile (collezione
F. Bugada)
Manifesto. Un manifesto propagandistico per l’at- tività dell’ONFA:
l’aquila tiene in volo i suoi aquilot- ti e li istruisce a dovere. (arhivio
Associazione)
L’Aerocentro di Gorizia
Dopo tre anni di attività gli appassionati del volo del mandamento
isontino (dintorni di Gori- zia), sentirono la necessità di una propria
autonomia, così, nel 1939, la sezione della scuola di pilotaggio di
Campoformido diventava Aerocentro di Gorizia, con il contributo fondamen-
tale di idee e proposte di Gianbernardino di Fabio. Aveva la sede nell’aeroporto
cittadino dove operava il 4° Stormo Caccia Terrestre. In una zona del
campo di volo ad essi riservata trovavano posto i libratori Zoegling e i
velivoli addestratori Caproni Ca 100 destinati anche al traino alianti.
L’Aerocentro proseguirà nella sua attività fino al 1944 quando
un poderoso bombardamento degli Alleati sull’aeroporto comportò la
necessità di interrompere i voli e di conseguenza la vita dell’Aerocentro
stesso, in attesa di tempi migliori, che giunsero solo nel 1949.
L’Aero Club Gorizia e il Club Aeronautico Triestino
Il 9 settembre del ’49, presso il notaio Grusovin di Gorizia, vennero redatti
e registrati l’atto costitutivo e lo Statuto dell’Aero Club Gorizia e nominato
il primo Presidente nella persona del prof.
Luigi Sussi. L’Aero Club venne intitolato, come da norma per gli Aero Club
nazionali,
Umberto Maddalena a bordo del suo S 55. Umberto Maddalena. Giovane marinaio
giramondo: Gibilterra, Bue- nos Aires, Capo di Buona Speranza, Oceano Indiano:
piogge, venti e uragani. Rischia un naufragio. Scuola idrovolan- ti FBA a
Sesto Calende. Sul Macchi M 5 vola contro i sommergibili e i caccia. Gare
aviatorie dopo la Grande Guerra. Circuito del Baltico nel ‘25: precipita sullo
Spluga. è all’Aeroespresso Italiana nel ‘26 coll’ S 55 Passeggeri.
Durante la Crociera del Mediterraneo Occidentale, deve abbandonarla per partecipare
al soccorso dei naufraghi del dirigibile Italia al Polo Nord: riesce a trovare
la “Tenda Rossa”. Sullo stesso S 64 del suo primato di durata fa un banale
ma fa- tale volo di trasferimento: precipita in mare nel marzo 1931. Il suo
corpo non viene ritrovato. (archivio Associazione)
Campo volo di Prosecco (TS) 1955. Gruppo di aeromodellisti dell’aero club
Trieste con modelli di ogni tipo e di- mensione sul campo di Prosecco, sopra
Trieste, probabilmente per un raduno (archivio d’Agostino)
Campo volo Prosecco (TS) – 1950. Prova di volo di un aeromodello ad elastico
con un robusto carrello. All’epoca in gara si decollava da terra.
Aeroporto Gorizia - primi anni ‘60. L’allieva pilota Rita Pinausi accanto
all’FL3 dell’Aero Club (CAT) di Trieste (coll. Pinausi)
una flotta composta da un FL3, un Macchi MB 308 ed uno Stinson L5 e dando
spazio anche agli aeromodellisti per la loro attività ludica. Essi
per il momento non potevano partecipare a gare o manifestazioni sul territorio
italiano salvo uno speciale permesso rilasciato dalle Autorità alleate.
Gli Aero Club di Trieste, di Monfalcone e la Meteor
Nel 1954, con il rientro di Trieste all’Italia, il CAT venne sciolto e ricostituito
come Aero Club Trieste, federato all’Aero Club d’Italia con personalità
giuridica riconosciuta poi ufficialmente dal decreto Presidenziale n°1953
del 12 novembre 1958. I tempi erano cambiati ed il campo di Prosecco non
era più sufficiente per i vari compiti svolti o che doveva svolgere
il neo Aero Club i cui dirigenti scelsero l’aeroporto di Gorizia come sede
operativa, in accordo con l’AeCI e col locale Aero Club.
L’aeroporto di Gorizia era stato praticamente abbandonato e nel dopoguerra
venne fatto rivivere grazie agli sforzi dell’Aero Club locale che accolse
di buon grado – anche se con qual-
Aeroporto Gorizia - 1967. Aliante CVV “Can- guro”
biposto marche
al Cap. pilota osservatore Luciano Marni di Cormons, deceduto nell’ultimo
conflitto mondiale
in un ospedale di Bengasi per le ferite riportate durante un’azione di guerra
e decorato con tre medaglie d’ argento. Al momento della costituzione, la
flotta consisteva in un Macchi MB 308 e un Macchi 416 ai quali si aggiungeranno
più tardi un FL3 ed un P 19 della Aviamilano. L’aeroporto di Gorizia
sarà un ottimo “ospite” anche per un’altra realtà operativa
nell’ambito del volo turistico e sportivo. Nel 1946 un gruppo di appassionati
volle riprendere a Trieste l’attività di volo che si era svolta negli
anni precedenti lo scoppio del secondo conflitto mon- diale con la sezione
triestina della R.U.N.A. (Reale Unione Nazionale Aeronautica) operativa sul
campo di Prosecco. Si costituirono “società sportiva” il 1° aprile,
presso il Notaio Mario Foglia e assunsero l’appellativo di CAT - Club Aeronautico
Triestino. Lo Statuto regolarmente depositato indicava che il CAT aveva lo
scopo di riunire tutti coloro che intendevano dedica- re al campo aeronautico
la loro esperienza professionale, culturale o sportiva. Ciò al fine
di promuovere e incoraggiare ogni forma di attività aviatoria. I primi
quaranta soci dell’Associa- zione furono piloti di aliante, di aereo, aeromodellisti
e possessori di aeromobili. Trieste era ancora sotto l’amministrazione Alleata
e quindi il CAT non poteva essere federato all’Aero Club d’Italia che riprendeva
la sua denominazione, modificata in RUNA durante il Ventennio, nell’ambito
dell’abolizione dei termini stranieri (la parola “Club”) quando l’AeC I divenne
un unico Ente con le Sezioni dipendenti, già Aero Club, sparse sul
territorio italiano che perde- vano così la loro autonomia.
Venne indirizzata al Presidente di Zona (nuova indicazione del Prefetto che
in Italia rappre- senta ancor oggi il Governo) la domanda di riconoscimento
di “persona giuridica” per il CAT che venne accolta con decreto del 17 aprile
1946. Il sodalizio si articolò in tre attività, Volo a motore
con scuola di pilotaggio, Volo a Vela ed Aeromodellismo; nel1950 si drà
vita anche alla Sezione giovanile di cultura aeronautica “M. Visintin”. L’attività
iniziava quindi a svolgersi
– con il permesso dell’amministrazione alleata – utilizzando ancora il campo
di Prosecco con
I-AEIC assegnato dall’Ae- CI all’Aero Club Trieste, come si può leggere
con difficoltà sull’impennaggio verticale. è stato il mulo
di fatica per tutti i volovelisti giuliani prima dell’arrivo, nei primi anni
’70, del più performante L-13 Blanik marche I-PUFF di costru- zione
cecoslovacca (coll. Carulli)
Aeroporto Gorizia - 1961. Aliante “Passero” marche I-FOLN costruito
su licenza dalla Meteor in 15/16 esemplari
fra il 1956 e il 1962 presente nell’aeroporto di Ronchi dei Legionari
probabilmen- te ad una manifestazione aerea organizzata dall’Ae- ro Club
Falco. (coll. Carulli)
che mugugno – i colleghi triestini. Nel frattempo iniziò ad operare
nell’aeroporto di Ronchi dei Legionari un nuovo ente, l’Aero Club Monfalcone
“Falco” fondato da Furio Lauri che aveva salvato questo campo di volo chiedendo
alle sedi competenti di dare spazio alla sua nuova creatura, la “Meteor”.
Questa ditta, oltre a costruire alianti su licenza (ricordiamo il CVV 6 Canguro
progettato da Gildo Preti per il Centro Volo a Vela del Politecnico di Milano
e l’aliante “Passero” della tedesca Scheibe-Flugzuegbau), produrrà
anche una serie di velivoli in accordo con Francis Lombardi, gli FL nelle
varie versioni per scuola di pilotaggio e turismo.
Piloti e incidenti di volo
L’ Aero club “Falco” aveva bisogno di piloti istruttori per potenziare la
scuola. Il serg. Raffaele Chianese che era stato richiamato in servizio dalla
nuova Aeronautica Militare e aveva fatto parte del primo gruppo di piloti
giunti all’aeroporto di Gorizia nel settembre 1931 per costi- tuire il 4°
Stormo Caccia, inizialmente accettò l’incarico di istruttore della
scuola di pilotaggio dell’Aero Club Gorizia. Nel 1957 Furio Lauri gli chiese
di sostituire l’istruttore Mario Monzali che lasciava l’incarico della Scuola
di Volo dell’Aero Club Falco da lui fondato con sede nell’a- eroporto di
Ronchi dei Legionari.
I primi istruttori dell’Aero Club Falco erano stati due ex piloti militari,
Pilot e Larese. Pilot perse la vita poco dopo, in un incidente sull’aeroporto
di Ronchi: decollato con un Auster insieme al motorista Zaramella per le prove
di collaudo, in fase di atterraggio effettuò una scivolata d’ala ma
toccò terra con l’estremità alare e l’aereo si danneggiò
gravemente. Zaramella uscì illeso dall’incidente mentre Pilot, colpito
in pieno viso dalla cloche, perse la vita. Larese poco dopo lasciò
la Meteor perché richiamato dalla ricostituita Aeronautica Militare
e inviato ad Elmas dove continuò a fare l’istruttore sui FIAT G 59
e i North American P. 51 Mustang
Il successivo istruttore fu Mario Monzali che durante le prove di collaudo
di un FL 5, entrò in vite piatta e, vista l’impossibilità
di uscirne, si liberò dalle cinghie e aprì il tettuccio per
lan-
Aeroporto Gorizia – 1964-1966. AeroClub di Gorizia: si brinda al nuovo
acquisto dell’AeroClub, il Morane Saulnier MS-560 I-IESG. Da sinistra, Renzo
Castelletti (1°), Raffaele Chianese (2°), Valentino Riavez (3°),
Bernardino di Fabio (4°), Enzo Pian (5°), Luigi Krainer (7°,
di spalle). (coll. Chianese)
Baia di Sistiana - 1960. Aeroclub di Ronchi: l’istruttore Chianese (2°) ed i piloti Boch (3°) e Simini (4°). (coll. Chianese)
ciarsi. Mentre stava alzandosi dal seggiolino, il velivolo uscì
dalla vite e, a quel punto, riprese i comandi e riportò l’aereo a
terra.
Alcuni giorni dopo Chianese proseguì con le prove di collaudo abbandonate
dopo l’inconve- niente accaduto a Monzali. I tecnici per precauzione avevano
installato in coda al velivolo un paracadute freno, azionabile in caso di
emergenza dall’interno dell’abitacolo. Andò in volo, salendo prudentemente
ad una quota abbastanza alta, ridusse la velocità e poi, dando piede
tutto da un lato col motore al minimo, mise il velivolo in vite. Come nel
caso di Monzali, il velivolo non si mise con il muso verticale e continuò
a ruotare in vite “piatta”. Chianese cercò di uscirne dando e togliendo
più volte il motore e portando la pedaliera al centro e poi nuo- vamente
a fondo corsa. Non ci fu verso di rimettere l’aereo in condizioni di volo
controllato! Trascorsi molti secondi, col terreno che si stava avvicinando
velocemente, decise di azionare il paracadute freno. L’aereo si stabilizzò
in pochi secondi. Con il paracadute esteso l’azione frenate fu fortissima
e pertanto poco dopo tirò la leva di sgancio. Il paracadute però
non si staccava. Azionato il comando di sgancio più volte e visto
che non c’era nulla da fare mentre il velivolo scendeva, con forte rateo
pensò di lanciarsi con il paracadute personale che indos- sava. Ma
non gli sembrò una buona idea perché rischiava di finire dentro
il paracadute freno e precipitare così a terra insieme al velivolo.
Con il motore a tutta potenza l’aereo non riusciva a mantenere la quota di
volo ma scendeva con un rateo simile ad una simulazione di piantata di motore.
Rimasto precauzionalmente sopra al campo, riuscì infine ad atterrare.
Il 13 giugno 1958 il col. Enrico Meille, abile e conosciuto pilota, proveniente
dal 4° Stormo di Gorizia, giunse a Ronchi per ritirare un velivolo
Partenavia P 55 “Tornado” appena revisio- nato e modificato nelle Officine
Aeronautiche della Meteor. Lauri si offrì di accompagnarlo in volo
per aiutarlo in quanto conoscitore della zona intorno all’aeroporto. Chianese
era
Aeroporto Gorizia - 1951. L’Auster marche I-DOGE in- transito nell’aeroporto di Gorizia. Il Taylorcraft Auster IV I-DOGE era uno dei tanti residuati della RAF recuperati nei campi prima della loro demolizione (come I-TONE dell’Aero Club di Udine, I-METI, I-METE, della Meteor di Ronchi). Era un triposto dotato di un motore Lyco- ming da 130 CV. Sul retro della foto la scritta Gorizia 4.11.1951. (coll. Carulli)
in compagnia di Basilio Primosic ed Enzo Pian ed assistette al decollo
del velivolo che avvenne in direzione Nord. La corsa fu molto lunga
e la salita quasi piatta. Dopo alcuni minuti, il rumore del motore cessò
improvvisamente ed il velivolo non si vide più. Impensierito, mise
in moto un velivolo
Aeroporto Gorizia - 1950. Nardi FN 305 biposto marche I-SUBA MM 2752 probabilmente
di passaggio nell’ae- roporto di Gorizia, si noti nello sfondo la “aerostazione
con Torre di Controllo” (denominata così ma forniva solo indicazioni
ai piloti su meteo e condizioni atmosferiche) che può datare la foto
post fine II G.M. Nessuna scritta sul retro. Non si sa se l’I-SUBA fosse
stato assegnato a Gorizia (dall’AM, dall’Aero Club d’Italia o fosse addirit-
tura privato). Essendo un aereo molto nervoso e difficile da pilotare (correva
voce che le due semiali non avessero la stessa lunghezza) era privilegio
di pochissimi piloti. Fra questi Carulli ricorda il Conte Caiselli, alto,
magro, ele- gante, baffetti aristocratici di nobile famiglia udinese, che
lo pilotava sempre con il cappello in testa anche quando faceva belle acrobazie
sul campo. Pare che l’I-SUBA finì la sua carriera con un crash a Ronchi
in una Giornata dell’ala (1953 o 54) con carrello retratto, a detta dei ma-
levoli, per una dimenticanza dello stesso conte Caiselli (coll. Carulli)
Nel marzo del 1960, in un incidente di volo persero la vita due piloti dell’Aero
Club Gori- zia, Rico e Calzetta. Al rientro da un volo con un L 5 Stinson,
dopo aver lanciato una ghirlan- da sul castello di Miramare, per ricordare
la morte del Duca d’Aosta, entrarono in un banco di nebbia ed impattarono
il costone carsico a breve distanza dalla ferrovia.
Gli Aero Club Trieste e Gorizia
Alla fine del 1963, l’Aero Club di Ronchi cessò l’attività ed
il presidente dell’Aero Club di Gorizia dette l’incarico di addestrare i
suoi soci. Nell’aeroporto di Gorizia, grazie all’hangar che fu della 38^
Squadriglia Ricognizione Aerea, operavano due Aero Club, quello di Gorizia
Aeroporto Gorizia - 1952. MB
308 I-GORI, motore Continental
85 CV, sul quale presero il bre- vetto quasi tutti i piloti di Merna degli
anni ’50 e ’60 oltre a servi- re, assieme al FL 3 I-DODO per le attività
turistiche dei soci dell’Aero Club .La coda del C 47 in secondo pano potrebbe
essere di un pro- babile velivolo della Transadriati- ca. I-GORI fu poi acquistato
da un Aero Club sardo (forse Cagliari) ed oggi è conservato a Vigna
di Valle, ridipinto con livrea militare e ma- tricola SG-8 (coll. Carulli)
dell’Aero Club, decollò e poco dopo, a circa 2 Km a Nord dell’aeroporto,
individuò i rottami del P 55 con vicino i corpi dei due piloti. Entrambi
vennero portati all’ospedale di Gorizia. I medici dettero poche speranze
per Lauri mentre le condizioni del Meille sembravano legger- mente migliori.
Poco dopo invece Meille morì mentre Lauri superò i traumi dell’incidente.
Aeroporto Gorizia - 1952. AVIA Francis Lombardi FL 3 I-DODO (costruito nel
1947 e rimesso in condizioni di volo dal
GAVS ai giorni nostri), di elegante colore blu scuro e scritte bianche, primo
aereo colonna portante del Club Aeronautico Triestino sul quale hanno fatto
il brevetto di 1° grado tutti i più vecchi piloti civili. è
il ricordo più bello
e immediato di tutti i frequentatori di Merna (piloti, paracadutisti, aeromodellisti,
appassionati in genere) degli anni ’50 e ’60. Accosciati
Roberto Onofri e Giovanni Battista Carulli. Il piazzale in cemento è
quello sul quale parcheggia- va talvolta
il C-47 della “linea” Roma-Trieste e sul quale è stato posizionato
per anni il Grumman UH 16 (coll. Carulli)
Aeroporto Gorizia – 1955/56. Allievi piloti dell’Aero Club Gorizia istruttori
dei Corsi di Cultura aeronautica orga- nizzati dall’AM: da sinistra Giorgio
Flora, Giovanni Battista Carulli, Baldassarre (Uccio)Catalonotto che diverrà
un famoso giornalista aeronautico, scomparso nel 2016, capo istruttore dei
Corsi, Ilario Poniz, Nino Busan. Alle spalle l’FL 53 I-FULV in dotazione all’Aero
Club. Notate in alto a sinistra gli stemmi delle tre Province regionali (quella
Por- denone all’epoca non era ancora stata istituita), al centro poco visibile
quello della povincia di Gorizia (coll. Carulli)
Aeroporto Gorizia – 1968 - 1970. Il motorista Giovanni Lazzari rifornisce
uno Stinson L5. A terra l’aiuto motorista, Renato Culot, travasa il carburante.
Lazzari, nato nel 1906 a Longarone, si arruola nella Regia Aeronautica nel
1931 e viene inviato in Africa (Tripolitania) dove trascorrerà diversi
anni. Nel 1938 è assegnato alla 38^ Sq. Ricognizione Aerea a Gorizia
e poco prima delle ostilità è inviato nuovamente in Africa
con la 84^ Sq. C. T. a Castel Benito (Ben- gasi). Dopo la guerra viene congedato
e riprende a lavorare nell’hangar a lui familiare in qualità di motorista
per l’Aeroclub di Trieste e di Gorizia. Scompare a Gorizia nel 1973 a 67
anni. (coll. Lazzari)
Aeroporto Gorizia - Settem- bre 1961. Aliante MS 100 mar- che I-VELN nell’aeroporto
di Gorizia. L’M 100 S, progettato dall’ing. Morelli nel 1960 ebbe una certa
fortuna, anche all’e- stero. Non si sa se privato (più facile, essendo
monoposto) o dell’Aero Club. (coll. Carulli)
Aeroporto Gorizia - 1955. Alaparma “Baldo” l’ I-DONI con motore Praga da
75 CV, più prestante del Walter Micron da 65 CV montato sulla maggior
parte degli al- tri esemplari. In esercenza all’Aero Club di Gorizia o di
Trieste (non è chiara la distinzione fra i due enti, poi fusi) partecipò
attivamente a numerose gare e manifestazioni da cui il numero di gara sul
muso. GB Carulli accanto alla ragazza con altri amici liceali. La foto potrebbe
risalire al 1955. (coll. Carulli)
Aeroporto Gorizia - Ottobre 1960. Viberti “Musca” nell’aeroporto di Gorizia,
probabilmente in transito. Sot- to le semiali la scritta Gelati Alemagna
La foto è piuttosto rara sia per il numero esiguo di esemplari prodotti
sia per la sua presenza a Gorizia che potrebbe far supporre la sua appartenenza
ad una compagnia di lavoro aereo (di Milano dato il prodotto reclamizzato)
per voli pubblicitari a bassa quota e a bassa velocità sulle spiagge
di Grado e Lignano. (coll. Carulli)
Aeroporto di Gorizia. Un Douglas DC3 dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare italiana durante una manife- stazione aerea organizzata dall’Aero Club Trieste negli anni ’60 (archivio d’Agostino)
Aeroporto Gorizia 1961. Alcuni ufficiaili dell’Aeronautica Militare osservano
i voli che si stanno effettuando per il Corso di Cultura aeronautica insieme
ad un gruppo di allievi in attesa di andare in volo (archivio C. d’Agostino).
Aeroporto Gorizia - 1967. Prova motore del velivolo Macchi MB 308 nel corso
delle prove per il conseguimento del brevetto di 1° grado dell’allievo
pilota G.B. Carulli che si intravede seduto a sinistra dell’aereo (coll. Carulli)
Aeroporto Gorizia - 7 novem- bre 1951. Rita Pinausi, unica rap- presentante
femminile dei piloti dell’AeroClub di Gorizia e Trie- ste, assieme ai cadetti
dell’Acca- demia dell’A.M. in visita a quello che rimaneva del famoso aero-
porto del 4° Stormo Caccia. Sullo sfondo, dietro all’hangar Glei- witz
del 21° Stormo, si scorge la palazzina Avieri che poco dopo verra’ demolita
in quanto consi- derata pericolante. (coll. Pinausi)
Aeroporto Gorizia – maggio 1965. Fairchild F 24W Argus marche I-MARC (di
probabile provenienza RAF e salvato dalla distruzione al termine del conflit-
to) con motore stellare Warner Super Scarab da 165 HP dell’Ae- ro Club di
Venezia, in visita all’ae- roporto di Gorizia. Sull’ala l’aiuto motorista
Renato Culot dell’Aero Club Gorizia (coll. Carulli)
Aeroporto Gorizia – 1955- 1956. Aeroclub di Trieste e Gori- zia. Il motorista
Giovanni Lazzari mentre rifornisce un FL 53. Sulla sinistra il giovane Claudio
Ros- si, figlio di un motorista del 21° Stormo. Rossi una decina di anni
dopo entrerà in Aeronautica Mili- tare e terminerà la sua carriera
di pilota da comandante dell’Alita- lia. (coll. Lazzari)
Aeroporto Gorizia – 1968/1970. Il motorista Giovan- ni Lazzari con Bragagnini
davanti ad un Fairchild. (coll.
Lazzari) Aeroporto Gorizia – 8 marzo 1940. Scuola
di volo R.U.N.A., da sinistra: Basilio Primosic (2°), m.llo Albino
Cagliari (3°). Il m.llo Cagliari è un veterano pluridecorato che
si distinse per il suo valore gia’ nel 1934 in Cire- naica. Assegnato inizialmente
a Gorizia, al 21° Stormo Ricognizione Aerea, nel 1936 transita alla 97^
Sq. del 4° Stormo dove, per la sua grande esperienza, è incaricato
dell’istruzione dei piloti che giungono allo Stormo. Pri- mosic è
un imprenditore goriziano, molto noto a Gorizia e assiduo frequentatore dell’ambiente
Aeronautico ed in particolare del 4° Stormo fra i cui piloti conta molti
amici. L’aereo è un addestratore FIAT Ansaldo AS 1. (coll. Cagliari)
Aeroporto Gorizia – primi anni ‘60. Montanari mentre sale su un G46 dell’Aero
Club. (coll. Montanari)
Aeroporto Gorizia – primi anni ‘60. Monta- nari su FL3 I-DODO. Nato il 10
luglio 1911 a Sa- grado (Gorizia), Montanari consegue il brevetto di “pilota
d’aeroplano” nel 1930. Assegnato alla 91^ Squadriglia del 1° Stormo
di Cam- poformido, nella sede secondaria di Aviano, dopo le “Grandi Manovre
dell’Armata Aerea” dell’agosto 1931, viene trasferito con tutta la Squadriglia
a Gorizia per far parte dell’appena costituito 4° Stormo. Partecipa alle
piu’ impor- tanti Manifestazioni Aeree di quei tempi: Bu- dapest (1936 e
1937), Zurigo (1937), Belgrado (1938) e Berlino (1939). Inviato sul fronte
afri- cano all’inizio del Secondo Conflitto Mondiale, rientra poco dopo con
l’incarico di istruttore alla “Scuola Caccia”. Al termine della guerra lascia
l’Aeronautica e continua a volare come istrutto- re dell’Aeroclub di Trieste
e Gorizia. è deceduto nel 1998. (coll. Montanari)
Aeroporto Ronchi dei Legionari- 1953. Il Col. Adriano Mantelli ad una manifestazione
aerea sull’aeroporto di Ronchi ove si esibirà da grande campione di
pilota d’aliante. Mantelli, classe 1913, inizia ad appassionarsi agli alianti
fin da giovane e ne diventa pilota e progettista. Nel 1934 diventa pilota
della Regia Aeronautica e assegnato al 1° Stormo di Campoformido. Nel
1936 partecipa alla Campagna di Spagna e consegue dieci abbattimenti e due
meda- glie d’argento al V.M. Rientrato dalla Spagna diventa collaudatore
e sperimentatore a Guidonia. Durante il Secondo Conflitto vola su MC 200
e MC 202. Scompare nel 1995. (coll. Associazione)
Aeroporto Gorizia - anni ‘60. Un gruppo di partecipanti ai corsi di Cultura
Aeronautica organizzati nell’aeroporto di Gorizia dall’Aeronautica Militare.
(archivio d’Agostino)
Treviso - anni’50. Guglielmo Cotti, a destra con il baschetto, in occasione
di un raid aereo insieme al presidente dell’Aero Club ing. Baldocchi, accanto
al MB 308 I-FURL. (coll. Cotti)
Gorizia - 1940. Guglielmo Cotti, classe 1910, proprietario di una impresa
di estrazione e lavorazione della pietra di Savogna, paese poco distante dall’aeroporto.
Grande appassionato del volo, si iscrive alla R.U.N.A. poco dopo il secondo
conflitto mondiale e inizia a volare a Gorizia con l’AS1. Continua a volare
con assiduità anche negli anni successivi e diventera’ uno dei piu’
anziani piloti del locale AeroClub. Era noto per l’abilita’ con cui pilotava
il G. 46 che manovrava con destrezza anche nelle manovre acrobatiche. Scompare
nel 2002 nella sua casa di Savogna, dopo aver rinunciato definitivamente
al volo pochi anni prima. (coll. Cotti)
Gorizia - 1982. Emilio Riavez e l’istruttore dell’Aero Club Giuliano Giordano
Collenz, gia’ Sottufficiale pilota istrutto- re dell’A.M. alle Scuole di
Volo di Galatina, ripresi all’interno dell’hangar Gleiwitz. Riavez e’ stato
presidente dell’Aero Club dal 1993 al 1998 ed e’ scomparso nel 2015. (coll.
Riavez)
Gorizia - 1982. Foto di gruppo davanti agli aerei dell’Aero Club Giuliano
che venivano utilizzati per le selezioni dei piloti che avrebbero dovuto
successivamente accedere alla Scuola di Volo dell’Alitalia ad Alghero.
Questo accordo con la Compagnia di Bandiera,
il cui merito va al com.te Zottar, fu determinante
per le sorti dell’Aero Club che visse in quel
periodo gli anni migliori. Nella foto, da sinistra: Tomada Loris (istruttore
AeC, 1°), Battiston Gianpaolo (ispettore Cicilavia, 2°), Riavez Emilio
(3°), Zottar Angelo (Presidente AeC, 4°), Collenz Giordano (Istruttore
AeC, 5°), Vosca Enzo (ex specialista 4° St., 6°), soci dell’Aero
Club (7° e 8°). (coll. Riavez)
Aeroporto Gorizia - 1970/75. Fotografia aerea scattata verso la metà
degli anni ‘70 con il grande hangar “Gleiwitz” utilizzato dall’Aero Club Gorizia
con la sua flotta di velivoli ed alianti (coll. Riavez)
Gorizia - 1982. Consegna del trofeo Lampronti. Da sinistra: notaio Gialanella
Mario (2°), Ziberna Rodolfo (3°), Riavez Emilio (4°). (coll. Riavez)
e quello di Trieste. L’attività era intensa, l’Aeronautica Militare
incentivava il volo negli Aero Club, venivano assegnati gli aerei dismessi
dalle Scuole di Volo, i Macchi 416 ed i G 59, macchine alquanto impegnative
per i piloti civili. L’Aero Club d’Italia concedeva contributi per l’acquisto
di nuovi aerei e l’Aeronautica forniva consistenti quantitativi di carburante
per l’attività addestrativa delle Scuole di Volo. L’hangar Gleiwitz
dell’Aero Club era pieno di aerei e Chianese si trovava ad operare con Montanari,
una vecchia conoscenza del 4° Stormo, nato e vissuto a Sagrado, paese
della moglie e dei suoi genitori. Aveva partecipato a tutte le più
importanti manifestazioni aeree e fatto parte delle pattuglie acrobatiche
del 4° Stormo, negli anni ‘36, ‘38 e ‘39. Avevano volato spesso insieme
in pattuglia acrobatica, lui da gregario interno e Chianese da gregario esterno
tutti e due del lato sinistro. Dopo la guerra si era congedato dall’Aeronautica
ed aveva ottenuto l’incarico di istruttore all’Aero Club di Gorizia e di
Trieste.
Motorista dei due Aero Club era Giovanni Lazzari che con l’esperienza acquisita
in tanti anni di servizio in Aeronautica, garantiva una qualificata manutenzione
agli aerei. Lazzari, nato nel 1906 a Longarone, si arruolò nel 1931
e venne inviato in Tripolitania dove rimase alcuni anni. Nel 1938 era a Gorizia
con la 38^ Sq. di Ricognizione Aerea. Poco prima della guerra venne inviato
nuovamente in Africa, a Castel Benito (Bengasi) con la 94^ Sq. Caccia. Avendo
aderito alla RSI, terminata la guerra, venne congedato e dopo un periodo
non facile, ritrovò lavoro nell’hangar già della 38^ Squadriglia,
a lui familiare.
L’istruttore Alberto Montanari con l’allievo, ultimi controlli prima di
avviare il motore e decollare per un volo scuola (Arch. GB Carulli)
APPenDiCe inCiDenTi
Questo elenco degli incidenti occorsi ai velivoli che hanno operato sull’aeroporto
di Merna, dal 11 giugno 1940 al 13 giugno 1943, (tratto dalle “Relazioni
Periodiche in tempo di Guer- ra”, stilate dal Comando d’Aeroporto) dà
un’idea dell’attività, del numero delle vittime e dei velivoli danneggiati
o distrutti. Tutto questo non è mai trapelato sui quotidiani locali
dell’e- poca, vincolati dalla censura.
Il documento elaborato non vuole essere un mero elenco di incidenti dovuti
a fattori umani o ad altro ma una testimonianza delle condizioni in cui si
operava in quegli anni. Ciò si evince dalla ripetività e similarità
degli incidenti stessi, sintomo di una scarsità di analisi delle cause
che li provocavano e di azioni correttive per ridurli. Solo molti anni dopo
il termine della guerra anche l’Aeronautica Italiana adotterà un’elevata
“standardizzazione” in tutti i settori, compreso l’addestramento dei piloti
e del personale tecnico, con conseguente drastica ridu- zione di incidenti
e perdite di vite umane.
L’elenco riporta per ogni incidente:
data --- tipo velivolo coinvolto e relative marche --- luogo --- nominativo
equipaggio --- con- seguenze per equipaggio e velivolo.
18 Giugno 1940 --- Ro 37 bis MM.10686 --- 38^ Squadriglia O.A. --- Merna
--- Serg.Pil. ALFIERI Licio, Av.Sc. Mot. CRISTIANI Francesco --- incidente
sul campo --- equipaggio deceduto, velivolo distrutto.
30 luglio1940 --- Ro 37 bis MM. 1148 --- 38^ Squadriglia O.A. --- Merna ---
Serg.Magg.Pilota CO- STANZI Mario --- rottura della ruota e della semicellula
destra in decollo --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
07settembre 1940 --- Ro 37 bis MM. 10997 --- 113^ Squadriglia O.A. --- Merna
--- Serg.Magg. Pilota ZELARI Renato --- in atterraggio una imbardata provocava
la rottura del semicarrello e della semicellula destra --- Pilota incolume.
17 settembre 1940 --- Ro 37 bis MM. 10897 --- 116^ Squadriglia O.A. --- Merna
--- Ten.Pil. CLAUDI Claudio, Av.Sc.Mot. POTENTE Domenico --- a 800 metri
entrato in vite --- Motorista lanciato con para- cadute, pilota riprendeva
il controllo velivolo ed atterrava.
25 settembre 1940 --- G. 50 M.C. MM. 3617 --- Scuola Caccia --- Lucinico ---
Pilota Maresc. ARDUINI Tullio --- arresto motore in volo, atterraggio fortuna
presso cimitero di Lucinico --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
10 ottobre 1940 --- CR.32 M.M. 4347 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Pilota Serg. BRAMBILLA Alfredo --- in atterraggio finiva fuori campo, imbardava
assumendo posizione verticale --- Pilota inco- lume, velivolo danneggiato.
22 ottobre 1940 da un CR.32 della Scuola Add. Caccia, partiva accidentalmente
un colpo che feriva gravemente l’Aviere Scelto Montatore SELCI Antonio, mentre
l’Aviere NIGRO Antonio riportava ferite leggere. Aviere SELCI deceduto il
28 ottobre.
22 ottobre 1940 --- CR.30 M.M.4934 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- pilota
istrutt. M.llo FLORIAN Andrea, allievo Serg. BUSSI Giovanni – in fase decollo
investiva il CR.32 M.M. 4231 pilotato dal Serg.
FALASCO Albino che atterrava in senso contrario -- M.llo FLORIAN e Serg.
BUSSI ferite lievi, Serg. FALA- SCO incolume --- CR.30 Fuori uso, CR.32
danneggiato.
03 novembre 1940 --- Mc. 200 M.M. 4513 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Serg. MAURI Arnaldo
--- causa avaria atterrava con carrello retratto --- Pilota incolume, velivolo
danneggiato.
09 novembre 1940 --- G.50 M.M. 3616 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Istruttore M.llo ARDUINI Tullio, allievo S.Ten. CAGNONI Paolo --- atterraggio
a seguito incendio a bordo --- I piloti riportavano ustioni di 1° e 2°
grado, velivolo distrutto.
19 novembre 1940 --- Ro 37 bis M.M.11424 --- 116^ Squadriglia O.A. --- Merna
--- Pilota Ten. CLAU- DI Claudio, Aviere Mot. GULLI Ignazio --- atterraggio
sul limite del campo, cappottato --- Pilota ferite leggere, motorista incolume,
velivolo danneggiato.
20 novembre 1940 --- CR.32 bis M.M. 2968 --- Scuola Add. Caccia --- Merna
--- Serg. LICATA An- gelo --- causa incendio a bordo si lanciava con
il paracadute riportando ustioni di 2° grado --- velivolo distrutto.
21 novembre 1940 --- Ju 87 --- Mossa --- S.Ten.Pil. DAVERIO Mario, Aviere
GALLI Attilio --- a seguito avaria motore effettuava atterraggio fuori campo
urtando linea elettrica alta tensione --- equipaggio incolume, un soldato
del R.E. intervenuto in soccorso rimaneva fulminato ed un S.Ten. del R.E.
rimaneva ferito leggermente --- velivolo distrutto.
27 novembre 1940 --- Ro 37 M.M. 11124 --- 41^ Squadriglia O.A. --- Plezzo
--- Serg. Pilota BORGHI Anselmo, S.Ten. Oss. R.E. PEGOLO Clinto --- precipitava
per perdita di velocità sul Monte Pollonig --- Pilota deceduto, Osservatore
lanciatosi col paracadute, incolume --- velivolo distrutto.
27 novembre 1940 --- CR. 32 M.M. 2759 --- Scuola Add. Caccia --- Vertoiba
--- S.Ten. TALAMINI Re- nato --- atterraggio fuori campo per guasto al motore
--- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
02 dicembre 1940 --- G. 50 M.M. 5378 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
S.Ten. PEDERZOLLI Arrigo
--- per brusca frenata si poneva in posizione verticale --- Pilota rimaneva
incolume, velivolo danneggiato.
11 dicembre 1940 --- CR. 32 M.M. 3907 --- Scuola Add. Caccia --- Serg. BONFANTI
Clemente --- Mer- na --- causa errata manovra entrava in vite piatta, Pilota
si lanciava ma veniva investito dai piani di coda
--- pilota deceduto, aereo distrutto.
14 dicembre 1940 --- CR. 32 M.M. 4657 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Serg. FALASCO Albino
--- causa incendio a bordo il pilota si lanciava con il paracadute --- Pilota
illeso, velivolo distrutto.
20 dicembre 1940 --- F.N. 305 M.M. 50430 --- Scuola Add. Caccia --- Merna
--- Serg. CHIUSSI --- at- terraggio fuori campo causa avaria motore --- Pilota
incolume, velivolo distrutto.
28 dicembre 1940 --- F.N. 305 M.M. 50415 --- Scuola Add. Caccia --- Merna
--- S.Ten. CAMPINOTI Ettore --- durante acrobazia avveniva distacco semipiano
di profondità --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
11 gennaio 1941 --- MC 200 M.M. 5174 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
S.Ten. TALAMINI Renato
--- Durante finta caccia cadeva in vite --- Pilota lanciatosi con il paracadute,
incolume, velivolo distrutto.
27 gennaio 1941 --- CR. 32 M.M. 3185 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Serg. AMATO Umberto
--- causa avaria motore atterrava fuori campo --- Pilota incolume, velivolo
danneggiato.
27 gennaio 1941 --- MC. 200 MM. 5083 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Ten. ROSSI Revo --- at- terraggio con carrello retratto --- Pilota incolume,
velivolo danneggiato.
29 gennaio 1941 --- MC. 200 M.M. 4580 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Ten. ROSSI Revo --- atter- raggio sul semi carrello sinistro per malfunzionamento
carrello --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
10 febbraio 1941 --- MC. 200 M.M. 5203 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Ten. ROSSI Revo --- Du- rante un volo di controllo precipitava al suolo ---
Pilota deceduto, velivolo distrutto.
02 marzo 1941 --- FN. 305 M.M. 51696 --- Scuola Add. Caccia --- Cormons ---
Serg. MATACENA Armando --- Causa foschia e scarso carburante atterrava nella
piazza d’armi di Cormons --- Pilota inco- lume, velivolo danneggiato.
06 marzo 1941 --- Ju 87 M.M. 5800 --- Merna --- Serg. DELL’ANGELO Manlio ---
causa manovra bassa quota precipitava sul MC. 200 M.M. 5279 della 73^ Sq.
--- Pilota deceduto ed anche l’Aviere BUFFA Guido di Bartolomeo investito
dal velivolo.
06 marzo 1941 --- G. 50 M.M. 4748 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- S.Ten.
GUILLET Paolo --- durante la manovra di atterraggio cappottava --- Pilota
riportava la frattura clavicolare e emorragia cerebrale, velivolo fuori uso.
13 marzo 1941 --- JU 87 MM. 5950 --- Merna --- Ten. CUMBAT Antonio --- in
atterraggio toccava bruscamente terra --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
20 marzo 1941 --- CR.32 M.M. 6901 --- Scuola Add. Caccia --- prossimita’ Merna
--- S.Ten. CARINI Mario --- : causa avaria motore atterra fuori campo ---
Pilota incolume, velivolo fuori uso.
20 marzo 1941 --- CR. 32 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg. TREVISAN
Elio --- causa avaria motore atterrava sul limite del Campo urtando il recinto
--- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
22 marzo 1941 --- CR. 32 M.M. 2868 --- Scuola Add. Caccia --- Stazione San
Pietro, Gorizia --- S.Ten. NEGRI Giuseppe --- prendeva terra violentemente
fuori campo --- Pilota ferito, velivolo fuori uso.
8 aprile 1941 --- G 50 M.M. 3602 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
MAZZOLANI Aldo --- dopo atterraggio veniva risollevato da una raffica di
vento, capottando --- Pilota ferito, velivolo danneggiato.
9 aprile 1941 --- CR. 32 MM. 3902 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- S.Ten.
GUIDI Enrico --- in atterraggio urtava contro i fili della linea di alta
tensione --- Pilota ferito, velivolo fuori uso.
12 aprile 1941 --- G. 50 M.M. 5388 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
LION Edoardo --- atter- rava con il carrello retratto --- Pilota incolume,
velivolo danneggiato.
12 aprile 1941 --- CR.42 M.M. 5588 --- Scuola Add. Caccia --- pressi di Merna
--- S.Ten. GENTILE Ro- berto ---causa avaria motore atterrava fuori campo
--- Pilota incolume, velivolo fuori uso.
17 aprile 1941 --- FN. 305 M.M. 51656 --- 73^ Squadriglia 4° St. ---
Merna --- Serg. Gino SANTO
e tecnico Ditta Piaggio --- atterraggio con carrello retratto per malfunzionamento
--- Pilota e tecnico incolumi, velivolo danneggiato.
21 aprile 1941 --- G. 50 M.M. 5374 --- Scuola Add. Caccia --- pressi di Merna
--- Serg. NIGRIS Italo
--- per avaria motore atterrava fuori campo --- Pilota incolume, velivolo
danneggiato.
23 aprile 1941 --- FN. 305 M.M. 51694 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Serg. KELLER Ernesto --- in atterraggio urtava manufatto demolendolo
--- Pilota riportava commozione viscerale e ferite gravi, velivolo fuori
uso.
24 aprile 1941 --- MC. 200 M.M. 5117 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Serg. M. MILANESE Giu- seppe --- causa avaria passo elica, le armi di bordo
perforavano radiatore olio ed elica stessa. Atterrag- gio regolare, aereo
danneggiato.
30 aprile 1941 --- formazione di quattro G, 50 --- Scuola Add. Caccia ---
località valle del Quieto --- Ten. BELLO’ Aldo, S.Ten. BONDI Alvaro,
Serg. MARCONCINI Salvatore, Serg. BALDUSSI Gianmaria --- i gregari Serg.
BALDUSSI e Serg. MARCONCINI, per cause imprecisate si sfilavano dalla formazione
per- dendo la rotta. Il Serg. BALDUSSI si lanciava con il paracadute mentre
il Serg. MARCONCINI compiva un atterraggio di fortuna e causa il terreno
paludoso capottava. Il Serg. MARCONCINI decedeva sul colpo mentre il Serg.
BALDUSSI riportava fratture alle gambe, i velivoli andavano distrutti.
03 maggio 1941 --- CR. 32 M.M. 2637 --- Scuola Add. Caccia – Merna --- S.Ten.
CALENDA Livio ---. Interrompeva il decollo per avaria motore del capo formazione
finendo nel fosso delimitante il Campo
--- Pilota ferito, velivolo danneggiato.
5 maggio 1941 --- CR. 32 M.M. 2793 --- Scuola Add. Caccia --- Lucinico ---
S.Ten. BONFIGLI Mario
--- causa avaria al motore atterrava fuori campo --- Pilota ferito, velivolo
fuori uso.
6 maggio 1941 --- G. 50 M.M. 3590 --- Scuola Add. Caccia --- prossimita’ Merna
--- Cap. GULLI Ma- rio --- causa arresto motore atterrava in prossimita’ campo.
Pilota ferito, velivolo fuori uso.
08 maggio 1941 --- CR.42 M.M. 5583 --- Scuola Add. Caccia --- Prossimita’
Merna --- Cap.CECCHET Orfeo --- causa di avaria al motore
atterrava fuori campo --- Pilota ferito, velivolo fuori uso.
10 maggio 1941 ---Ca 164 M.M. 51802 --- 91^ Sq. 4° St. --- Merna ---
Serg.Magg. VALLE Antonio
--- durante corsa decollo, causa scoppio del pneumatico imbardava urtando
la piramide --- Pilota inco- lume, velivolo danneggiato.
10 maggio 1941 --- MC. 200 M.M. 4572 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Serg. BOSOTTO Fiorin
--- atterrava con il carrello retratto. Pilota incolume, velivolo danneggiato.
15 maggio 1941 --- MC. 200 M.M. 5280 --- 96^ Sq. 4° St. ---Merna ---
M.llo GALLERANI Giovanni
--- atterrava con il carrello retratto --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
19 maggio 1941 --- CR.42 M.M. 4991 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Ten.
DOMIZIOLI Eriodante
--- prendeva terra con violenza ai limiti del campo. Pilota incolume, velivolo
danneggiato.
19 maggio 1941 --- CR 30 M.M. 6711 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- istrutt.
M.llo MELLI Nereo, allievo S.Ten. BONFIGLI Mario --- causa arresto motore
per avaria atterrava in campo --- Istruttore ed allievo incolumi.
20 maggio 1941 --- FN. 305 M.M. 50415 --- Scuola Add. Caccia --- Cavarzere
--- Ten. MUSCHIETTI Giovanni Italo --- durante un volo trasferimento dll’Aeroporto
di Loreto a Gorizia, causa perdita orien- tamento atterrava nei pressi di
Venezia --- Pilota ferito, velivolo danneggiato.
23 maggio 1941 --- CR. 32 Quater M.M. 4653 --- Scuola Add. Caccia --- Prossimità
Merna --- Serg. CONTI Renato --- durante la fase di atterraggio entrava in
vite --- Pilota riportava ferite gravissime, de- ceduto il 1° giugno,
velivolo distrutto.
26 maggio 1941 --- MC.200 M.M. 5353 --- 84^ Sq. 4° St. --- Merna ---
Ten. BERTI Paolo --- mancata estensione carrello in atterraggio --- Pilota
incolume, velivolo danneggiato.
26 maggio 1941 --- Ro 37 bis M.M. 11423 --- 116^ Squadniglia O.A --- Prossimità
Merna --- Serg. Magg. PAOLIN Bruno, Av. mot. FLORIS Giuseppe --- causa arresto
motore atterrava nei pressi su terreno accidentato, capottando --- Pilota
incolume, motorista ferito --- velivolo fuori uso.
29 maggio 1941 --- MC.200 M.M. 5242 --- 90^ Sq.
4° St. --- Merna --- Ten. RUSCONI
Alessandro --- durante finto combattimento entrava in autorotazione e dopo
vari tentativi di uscita, il pilota si lanciava con il paracadute --- pilota
incolume, velivolo distrutto.
29 maggio 1941 --- CR 32 M.M. 2784 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Sergente
GAZZOLI Alberto
--- in fase di atterraggio urtava il velivolo CR.32 M.M. 6714 pilotato dal
Serg. FASANO Giuseppe che riusciva ad atterrare regolarmente. Il CR 32 M.M.
2784 si capovolgeva e capottava. Piloti incolumi, velivoli danneggiati.
31 maggio 1941 --- G. 50 M.M. 5364 --- Scuola Add. Caccia --- Prossimità
Merna --- Ten.TOMASINI Oscar --- causa perdita controllo in volo si lanciava
con il paracadute --- Pilota incolume, velivolo di- strutto.
01 giugno 1941 --- MC. 200 M.M. 7671 --- 90^ Sq. 4° St. --- Merna ---
Ten. SOPRANA Stefano --- at-
terrava con il carrello retratto --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
01 giugno 1941 --- CR. 42 M.M. 4274 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Serg. PLUCHINO Giovanni
--- in fase di atterraggio urtava contro il ciglio del fossato del campo
--- Pilota ferito, velivolo danneggiato.
04 giugno 1941 --- CR. 32 M.M. 4077 --- Scuola Add. Caccia --- Aiello ---
M.llo MONTANARI Alberto
--- causa avaria motore era costretto ad atterrare fuori campo --- Pilota
incolume, velivolo danneggiato.
06 giugno 1941 --- MC. 200 M.M. 7678 --- 96^ Sq. 4° St. --- Prossimità
Merna --- M.llo DI GIULIO Giorgio --- : causa avaria passo elica prendeva
terra fuori del campo. Pilota incolume, velivolo fuori uso.
09 giugno 1941 --- CR.32 bis M.M. 3194 --- Scuola Add. Caccia --- Prossimità
Merna --- Serg. CESTI Pietro --- a seguito incendio a bordo si lanciava con
il paracadute. Pilota ustionato, velivolo fuori uso.
19 giugno 1941 --- CR. 30 M.M. 6711 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
M.llo Istr. MELLI Nereo, al- lievo S.Ten. BONFIGLI Mario --- arresto motore
causa difettoso raffreddamento e atterraggio sul campo. Pilota incolume.
27 giugno 1941 --- CR. 32 bis M.M. 3206 --- Scuola Add. Caccia --- Merna
--- Serg. TAVERNA Grego- rio --- in atterraggio investiva l’ S.79 M.M. 21191
del 1° Nucleo Add. Aerosiluranti in fase di rullaggio, pilotato dal Ten.
RANIERI Guglielmo e dal Serg. CALANCA Gualtiero con a bordo l’Av. Motorista
MO- DONUTTI Walter e l’Av. Motorista FRANZONI Sergio. Entrambi gli equipaggi
incolumi, entrambi i velivoli danneggiati.
01 luglio 1941 --- G. 50 M.M. 4957 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
CASINI Francesco --- in fase di atterraggio cappottava --- Pilota incolume,
velivolo fuori uso.
01 luglio 1941 --- G. 50 M.M. 5388 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
PRETTI Flavio --- all’at- terraggio toccava terra con l’ala sinistra ---
Pilota incolume, velivolo danneggiato.
1 luglio 1941 --- S.79 M.M. 23896 --- 1° Nucleo Add. Aerosiluranti ---
M.llo SCALABRIN Albino, M.llo Pil. RAGGI Amato, 1° Av.Mot. COLUMBANO Salvatore,
il 1° Av. Marc. CURTO Giacomo --- al rientro volo notturno atterrava
corto urtando contro la scarpata che limita il campo --- M.llo SCALABRIN
e 1° Aviere COLUMBANO feriti, M.llo RAGGI e 1° Aviere COLUMBANO leggere
contusioni, velivolo fuori uso.
2 luglio 1941 --- CR 32 M.M.7102 --- Scuola Add. Caccia --- Ranziano ---
Serg. BRUNELLO Gian Do- menico --- causa arresto motore atterrava fuori campo.
Pilota contuso, velivolo danneggiato.
3 luglio 1941 --- MC. 200 M.M. 6508 --- 97^ Sq. 4° Stormo --- Merna ---
S.Ten. CARRARO Albano
--- in atterraggio, causa problemi motore, impattava il terreno violentemente
e capottava --- Pilota ferito, velivolo
danneggiato.
4 luglio 1941 --- G. 50 M.M. 4723 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
GIUSTO Nicola --- in attrrraggio toccava terra con l’ala --- Pilota, velivolo
danneggiato.
5 luglio 1941 --- S.79 MM. 22451 --- 36° Stormo di Bologna --- Merna
--- Ten. CARLASSARE Giaco- mo, S.Ten. FORZINETTI Aldo, Av. Mot. ROCCOLETTI,
Av.Mont. VELARDI --- in atterraggio impattavano la scarpata limitante
il campo --- Equipaggio incolume, velivolo danneggiato.
07 luglio 1941 --- G. 50 M.M. 5402 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
Add. CASINI Francesco
--- in atterraggio toccava terra con l’ala --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
07 luglio 1941 --- MC. 200 M.M. 5132 --- Scuola Add. Caccia --- M.llo PONGILUPPI
Guido --- causa avaria motore effettuava atterraggio fuori campo con carrello
retratto --- Pilota incolume, velivolo fuori uso.
14 luglio 1941 --- CR. 42 MM. 4364 --- Scuola Add. Caccia --- Aidussina ---
Serg. PRETTI Flavio --- causa avaria motore atterrava su campo di manovra
--- Pilota incolume, velivolo efficiente, motore danneggiato.
17 luglio 1941 --- G.50 M.M. 5379 --- Scuola Add. Caccia --- Vertoiba ---
Serg. PEDRINI Enzo --- entra- va in vite precipitando al suolo … Pilota deceduto,
velivolo distrutto.
17 luglio 1941 --- G. 50 M.M. 5465 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
TERRABUJO Ferruccio
--- in atterraggio toccava terra con l’ala --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
18 luglio 1941 --- G. 50 M.M. 5446 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
GIUSTO Nicola --- in atterraggio toccava terra con l’ala --- Pilota incolume,
velivolo danneggiato.
18 luglio 1941 --- MC. 200 M.M. 4536 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Ten. GIUDICE Eber --- causa avaria motore atterrava in campo senza danni
--- Pilota incolume, motore danneggiato.
21 luglio 1941 --- G. 50 M.M. 3597 --- Scuola Add. Caccia --- Merna --- Serg.
KEIL Egidio --- in atter- raggio toccava terra con l’ala --- Pilota incolume,
velivolo danneggiato.
23 luglio 1941 --- S. 84 M.M. 22427 --- 36° Stormo di Bologna --- Merna
---S.Ten. MORELLI Pier Vincenzo, Serg. SUBACCHI Giovanni, Av.Mot. FIORAVANTI
Stefano, Av.Arm. BOTTI Gildo, Av.Marc. GIULIANI Redento --- durante corsa
decollo il carrello rientrava --- Equipaggio incolume, velivolo dan- neggiato.
23 luglio 1941 --- MC. 200 M.M. 5282 --- 73^ Sq. 4° St. Merna --- Serg.
ANGELINI Armando --- causa avaria passo elica atterrava fuori campo --- Pilota
incolume, velivolo distrutto.
25 luglio 1941 --- Ro. 37 M.M. 11065 --- 38^ Sq. 71° Gruppo 0.A. ---
Merna --- S.Ten. BARBIERI Felice
--- in atterraggio cappottava --- Pilota ferito, velivolo danneggiato.
29 luglio 1941 --- MC. 200 M.M.4533 --- Scuola Add. Caccia --- Cormons ---
Serg. TAMBACCHIA Giacomo --- causa perdita controllo entrava in vite e si
lanciava con il paracadute --- Pilota incolume, velivolo distrutto.
2 agosto 1941 --- MC. 200 M.M. 5117 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Serg. SILVESTRI Guerrino
--- causa avaria motore atterrava con il carrello retratto --- Pilota incolume,
velivolo danneggiato.
3 agosto 1941 --- MC. 200 M.M. 5223 --- 73^ Sq. 4° St. --- Locavizza ---
Serg.Magg. VALLE Antonio
--- entrava in autorotazione e precipitava al suolo --- Pilota deceduto, velivolo
distrutto.
05 agosto 1941 --- S. 79 M.M. 21819 --- Nucleo Addestramento Aerosiluranti
--- Merna --- Ten. DE- SLEX Carlo, S.Ten. JUZZOLINO Emilio, Av.Mot. MARCELLINO
Alfredo, Marc. RANDONE Sergio, Arm. FRANCESCHINI Emilio --- causa interruzione
decollo per blocco comandi volo, urtava delimitazione campo --- Equipaggio
incolume, velivolo danneggiato.
10 agosto 1941 --- CR. 32 M.M. 4182 --- Scuola Add. Caccia --- Prossimità
Merna --- Ten. ERRICHELLI Fabrizio --- precipitava in vite incendiandosi a
terra --- Pilota lanciatosi con paracadute, incolume, veli- volo distrutto.
12 agosto 1941 --- S. 84 M.M. 22445 --- Nucleo Addestramento Aerosiluranti
--- Merna --- S.Ten. VALLERE Antonio, Serg. PERINA Dario, Av.Mot. SINTINI
Giuseppe, Av.Mont. RESTA Cosimo --- in atter- raggio con siluro per mancato
funzionamento dei freni urtava contro il muricciuolo limitante il campo
--- Equipaggio incolume, velivolo danneggiato.
02 settembre 1941 --- CR. 32 M.M 2830 e CR. 32 M.M. 2600 --- Scuola Add.
Caccia --- Aiello del Friuli --- Serg. PAPPALEPORE Giacomo e Mllo. CAMPANILE
Francesco --- i velivoli venivano in collisione ed i piloti si lanciavano
con il paracadute. Piloti incolumi, velivoli distrutti.
07 settembre 1941 --- FN. 305 M.M. 51767 --- 96^ Sq. 4° St. --- Merna
--- Ten.Col. MINIO PALUELLO
Marco --- atterrava con il carrello retratto --- Pilota incolume, velivolo
danneggiato.
15 settembre 1941 --- CR. 32 M.M. 3427 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Cap. PANELLI Mario --- causa avaria motore atterrava al limite del campo
--- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
15 settembre 1941 --- CR. 32 M.M. 4652 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Ten. BEVERINA Renato
--- causa avaria motore nel tentativo di rientrare in campo urtava terra
con l’ala --- Pilota ferito, velivolo danneggiato.
18 settembre 1941 --- MC. 202M.M. 7733 --- 73^ Sq. 4° St. --- Merna ---
Serg. PASSAGLIA Emanuele
--- per cause imprecisate precipitava a terra --- Pilota deceduto, velivolo
distrutto.
18 settembre 1941 --- MC. 202 M.M. 7716 --- 97^ Sq. 4° St. --- Prossimita’
Merna --- M.llo. NOVELLI Raffaello --- causa malfunzionamento motore atterrava
fuori campo --- Pilota contuso, velivolo dan- neggiato.
23 settembre 1941 --- Ca 164 M.M. 51826 --- Gruppo Complementare 4° St.
--- Merna --- Serg. MAR- TINOLI Teresio, tecnico Piaggio DE SILVIO Mario
--- causa imbardata in decollo investiva il MC. 202 M.M. 7724 della 73^ Sq.
4° St. --- Equipaggio ferito, il Ca 164 fuori uso, il MC 202 danneggiato.
25 settembre 1941 --- Ca 164 M.M. 50988 --- Nucleo Addestramento Aerosiluranti
--- Merna --- S.Ten. CAMPANILE Vincenzo --- causa malfunzionamento motore,
nel tentativo di rientrare in campo, atterrava fuori campo --- Pilota leggermente
ferito, velivolo danneggiato.
26 settembre 1941 --- G. 50 M.M. 5369 --- Scuola Add. C.T. --- Merna ---
Mar. PAPPALEPORE Giacomo
--- in atterraggio toccava il suolo con l’ala --- Pilota incolume, velivolo
danneggiato.
26 settembre --- MC. 200 M.M. 5778 della locale Scuola Add. C.T. pilotato
dal Sergente addestrando ANDRETTA Stefano: “Di rientro da un volo di addestramento
in fase di atterraggio durante il rullaggio si produceva la rottura del serraggio
del collare attaccato alla gamba di forza della ruota di coda con deformazione
ordinata 18 e la rottura della carenatura della ruota di coda. Il Pilota
rimaneva incolume. Il velivolo veniva dichiarato R.S.”. Arrivo in volo da
Padova con apparecchio SAIMAN l’Ecc. il Comandante della 2^ Squadra Aerea
Generale PORRO
27 settembre 1941 --- FN. 305 M.M. 50438 --- Scuola Add. C.T. --- Merna ---
Serg. LOCATELLI Angelo
--- atterrava con carrello retratto --- Pilota incolume, velivolo fuori uso.
28 settembre 1941 --- Ca 311 --- 71° Gruppo O.A --- Mostar --- Ten.Col.
PROTO Antonio, Ten.Col. AC- COTTI, Av.Mot. POTENTE Domenico --- collisione
col terreno --- Equipaggio deceduto, velivolo distrutto.
28 ottobre 1941 --- CR. 32 M.M. 3037 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
S.Ten. FRATTINI Flavio
--- causa arresto del motore tentava rientro in campo e metteva un’ala a
terra, cappottando --- Pilota leggermente ferito, velivolo fuori uso.
04 novembre 1941 --- G. 50 M.M. 5465 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
S.Ten. GUILLETT Paolo
--- in atterraggio toccava l’ala a terra --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
09 novembre 1941 --- S. 81 M.M. 20743 --- 18° Stormo B.T. di Viterbo ---
Grise --- Ten. MEDULLA Francesco, M.llo SCHIAVA Annio, Serg. PIRANI
Mario, 1° Av. GIOFFREDI Adolfo, l° Av. COGOLI Luigi,
1° Av. MICHELONI Fiorino --- per cause imprecisate precipitava in località
Grise, Comune di BUCCUIE (Trieste) --- Equipaggio deceduto, velivolo distrutto.
12 novembre 1941 --- CR. 42 M.M. 6903 --- Gruppo Complementare del 4°
St. --- Merna --- Serg.M. RATTICCHIERI Walter --- in atterraggio impattava
violentemente il suolo --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
25 novembre 1941 --- CR. 32 M.M. 22980 --- Scuola Add. Caccia --- Merna ---
Ten. SCAPINELLI Ga- etano --- causa arresto motore atterrava fuori campo,
cappottando --- Pilota ferito, velivolo fuori uso.
18 dicembre 1941 --- CR. 42 M.M. 6914 --- Scuola Add. Caccia --- San Pietro,
Gorizia --- S.Ten. CI- GALA FULGOSI Agostino --- entrava in vite piatta e
si lanciava con il paracadute --- Pilota incolume, velivolo distrutto.
24 dicembre 1941 --- Ca. 311 M.M. 11767 --- 38^ Sq. 71° Gr. O.A. ---
Plaski (Croazia) --- Serg.M. GRECO Pasquale, Cap. R.E. Oss. FAVARA Giuseppe,
Av. FELICETTI Umberto --- causa avaria motore atterrava fuori campo --- Equipaggio
incolume, velivolo danneggiato.
29 dicembre 1941 --- CR. 32 M.M. 2845 --- Scuola Add. Caccia --- Farra d’Isonzo
--- S.Ten. GIBELLINI Rinaldo --- causa avaria motore atterrava fuori campo
--- Pilota incolume, velivolo fuori uso.
30 dicembre 1941 --- MC. 200 M.M. 5294 --- Gruppo Complementare 4° St.
--- Merna --- All. Uff. BOSELLI Leo ---in atterraggio imbardava provocando
la rottura del carrello --- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
02 gennaio 1942 --- Ca. 311 M.M. 11680 --- 116^ Sq. 71° Gr. O.A., ---
Merna --- Cap. LOFORTI Setti-
mo, Av.Sc.Mot. BRANCACCIO Ruggero --- in atterraggio, cedimento semicarello
destro --- Equipaggio, velivolo danneggiato.
02 gennaio 1942 --- CR. 32 M.M. 6903 --- Gruppo Complementare 4° Stormo
C.T. ---Merna --- Serg. CAROSELLI Michele --- imbardata in atterraggio, rottura
ali inferiori e timone profondità --- pilota in- colume.
12 gennaio 1942 --- CR. 42 M.M. 6937 --- Gruppo Complementare 4° Stormo
C.T. ---S.Ten. SANTAN- GELI Francesco e MC. 200 M.M. 6825 --- Scuola Addestramento
C.T. --- Ten. PAIELLO Carlo --- prossimi- ta’ Merna --- collisione in volo
durante esercitazione in coppia. Piloti entrambi deceduti, velivoli distrutti.
15 gennaio 1942 --- CR. 32 M.M. 4116 --- Scuola Addestramento C.T. ---Merna
--- Serg.Add. VANINI Angelo --- collisione a terra con CR. 32 M.M. 4668 ---
Piloti incolumi, velivoli danneggiati.
16 gennaio 1942 --- CR 32 M.M. 4641 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg.Add. VANINI Angelo --- imbardata durante rullaggio e conseguente
collisione con parapalle --- Pilota incolume, ve- livolo danneggiato.
16 gennaio 1942 --- CR 32 M.M. 3918 ---Scuola Addestramento C.T. Prossimita’
campo --- Serg.Add. MREULE Aldo --- incendio a bordo durante allenamento acrobatico,
il pilota si lanciava con il paracadu- te --- pilota incolume, velivolo distrutto.
16 gennaio 1942 --- Ca. 311 M.M. 11755 --- 41^ Sq. O.A. --- Cap. CUNICO Ermanno,
Ten.Col. Oss.
R.E. QUARONI Giuseppe, Av.Sc.Marc. FABBRO Gino --- Korenica (Croazia) ---
durante lancio aerorifor- nimenti, causa pessime condizioni atmosferiche,
l’Oss. Ten.Col. QUARONI e Cap. CUNICO si lanciavano con il paracadute. L’Av.Sc.
FABBRO non avendone avuto il tempo utile, decedeva nell’urto con il terre-
no. I due sopravvissuti leggermente feriti.
23 gennaio 1942 --- Ca. 311 M.M. 11603 --- 41^ Sq. O.A. 63° Gruppo ---
Turjnaski (Croazia) - Serg. ASUMI Efisio, S.Ten. Oss. GALATI Gaetano, 1°
Av. DELL’AVERSANA Luigi --- causa cattive condizioni atmosferiche ed esaurimento
carburante, durante atterraggio a Grobnico (Sussak), urtava collina --- equipaggio
ferito, velivolo distrutto.
27 gennaio 1942 --- Re. 2001 M.M. 7218 --- 150° Sq. C.T. 2° Gr. ---Merna
--- Serg. DRINGOLI Giovanni
--- scalettamento in volo dell’elica con una pala con passo negativo ---
pilota toccava terra incolume.
16 febbraio 1942 --- CR 32 M.M. 3197 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- S.Ten. ERTI Erman- no --- in atterraggio toccava terra bruscamente con
conseguente cedimento carrello --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
19 febbraio 1942 --- CR. 32 M.M. 2999 --- Scuola Addestramento C.T. --- prossimita’
Merna --- Serg. Magg. SANDEI Mario --- Durante un volo di esercitazione acrobatica
individuale a causa di perdita di controllo del velivolo si lanciava con
il paracadute --- pilota incolume, velivolo distrutto.
19 febbraio 1942 --- MC. 200 M.M. 4544 --- Scuola Addestramento C.T. Merna
--- Serg. BOSIO Mi- chele --- causa mancato funzionamento del carrello, atterrava
con il carrello retratto --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
21 febbraio 1942 --- G. 50 M.M. 5453 --- Scuola Addestramento C.T. --- Serg.
MARGUTTI Guido --- Merna --- in atterraggio urtava terra con l’estremità
dell’ala --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
27 febbraio 1942 --- Ca. 310 M.M. 20824 --- 34^ Squadriglia O.A. --- Ten.
AIUTO Leonardo, Cap. Oss.R.E. VIGNERI Mario, Av.Sc. Mot. DI GREGORIO Gaetano
--- Merna --- Durante volo trasferimento a Gorizia, alla nacca
del motore sinistro si verificava uno squarcio ed una incrinatura --- equipaggio
incolume, velivolo danneggiato.
03 marzo 1942 --- Fn. 305 M.M. 50425 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
---S.Ten. FRIGO Giu- seppe --- causa arresto del motore in decollo, atterrava
nei pressi del campo --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
03 marzo 1942 --- Fn. 305 M.M. 50415 --- Scuola Addestramento C.T. --- prossimità
campo --- S.Ten. PERI Dante --- Durante volo di addestramento acrobatico,
per cause imprecisate, precipita al suolo --- pilota deceduto, velivolo distrutto.
05 marzo 1942 --- CR. 32 M.M. 3938 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- S.Ten. DE MARTINIS Vittorio --- dopo il decollo il complesso assale-ruota
si staccava dal carrello, il pilota avvertito, si portava all’atterraggio
--- pilota incolume, velivolo danneggiato.
11 marzo 1942 --- CR. 32 M.M. 4619 --- Scuola Addestramento C.T. --- Farra
d’Isonzo --- S.Tenente CELLE Giancarlo --- per diffettoso funzionamento del
motore, atterrava fuori del campo --- pilota inco- lume, velivolo danneggiato.
16 marzo 1942 --- CR. 32 M.M. 3037 --- Scuola Addestramento C.T. --- località
Medeuzza --- S.Ten. TOMASELLI Salvatore --- Durante un volo in coppia, causa
difettoso funzionamento del motore atterra- va fuori campo --- pilota incolume,
velivolo danneggiato.
17 marzo 1942 --- S. 79 M.M. 21879 --- 1° Nucleo Addestramento Aerosiluranti
--- tra Sistiana e Santa Croce ---S.Ten. AICHNER Martino, Serg.Magg. ROSCINI
Vitali, 1° Av.Mot. VENTRESCA Cesare, 1° Av. Elettr. AURICCHIO Michele,
1° Av.Arm. VECHIERELLI Walter e Av.All.Mot. GELUSSI Carlo --- durante
volo radente sul mare toccava con le eliche l’acqua ed era costretto all’ammaraggio
--- equipaggio riportava lievi contusioni, velivolo distrutto.
23 marzo 1942 --- CR. 42 M.M. 6269 --- 4° Stormo C.T. --- località
Vodizza --- S.Ten. BASSI Giovanni
--- causa disorientamento in volo per pessima visibilità, atterrava
fuori campo --- pilota incolume, veli- volo danneggiato.
25 marzo 1942 --- Ca. 311 M.M. 11474 --- 116^ Sq. 71° Gruppo O.A. ---
Merna --- S.Ten. MAZZEI
Angelo, Av.Sc.Aiuto Mot. BADI Luigi, Av.Sc. Mont. MICOLI Paolo --- in decollo
imbardava nvestendo altri velivoli del 71° Gruppo O.A. --- equipaggio
incolume, velivoli danneggiati.
31 marzo 1942 --- MC. 200 M.M. 5280 --- 4° Stormo C.T. --- Ajello del
Friuli --- Serg. SCAGLIONI Giu- seppe ---per cause imprecisate atterrava sul
campo di fortuna di Ajello --- pilota incolume.
10 aprile 1942 ---- CR.42 M.M. 5536 --- Scuola Addestramento C.T. --- merna
--- S.Ten. CRUCCIOLI Berardo --- in atterraggio toccava terra bruscamente
provocando la rottura del carrello --- pilota inco- lume, velivolo danneggiato.
10 aprile 1942 --- CR.42 M.M. 5444 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Ten. CARTOSIO Bruno
--- in atterraggio richiamava “alto” con perdita di velocità e capottata
--- pilota ferito, velivolo distrutto.
12 aprile 1942 --- CR.42 M.M. 7563 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg. PETTAZZONI Sergio --- in atterraggio andava in perdita di velocità
e toccava prima del campo --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
15 aprile 1942 --- G.50 M M. 6367 --- 4° St. C.T. ---Merna --- Serg.
VERDA Carlo --- dopo l’atterraggio investiva altro velivolo --- pilota incolume,
velivolo danneggiato.
21 aprile 1942 --- CR. 32 M.M. 4149 --- Scuola Addestramento C.T. --- San
Canziano (Monfalcone)
--- Serg. NICOLETTI Giovanni --- entrato in vite il pilota si lanciava con
il paracadute --- pilota incolume, velivolo distrutto.
02 maggio 1942 --- CA. 135 --- Villa Vicentina --- FEJLER FERENC, JONISI GYULA,
HAINISS GEORGE,
DUDICH FENO di nazionalità Ungherese --- precipitava al suolo per
cause imprecisato --- equipaggio deceduto, velivolo distrutto.
06 maggio 1942 --- FN 305 M.M. 50431 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Ten. MURENA Francesco --- per perdita velocita’ in atterraggio si schiantava
in prossimità campo --- Pilota ferito, ve- livolo distrutto.
08 maggio 1942 --- G. 5O M.M. 3571 --- S.Ten. DE PANIZZA Cesare --- Scuola
Addestramento C.T.
--- Merna --- prima del decollo entrava in collisione con il velivolo G.
50 M.M. 5388 --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
15 maggio 1942 --- G. 50 M.M. 5417 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- S.Ten. BEVILACQUA Ezio ---poco dopo inizio corsa decollo, causa bloccaggio
di una ruota il carrello cedeva --- pilota inco- lume, velivolo danneggiato.
15 maggio 1942 --- G.50 M.M. 5440 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- S.Ten. DE MARTINIS Vittorio --- dopo l’atterraggio imbardava e toccava
il terreno con l’elica --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
20 maggio 1942 --- G. 50 M.M. 5451 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- S.Ten. PADOVANI Luigi ---atterrava lungo investendo il velivolo S. 84
M.M. 22515 della 9^ Sq. Aerosiluranti --- pilota incolume, velivoli danneggiati.
26 maggio 1942 --- CR. 32 M.M. 6898 --- Scuola Addestramento C.T. --- prossimita’
aeroporto --- Serg. PATELLA Aldo --- causa arresto motore atterrava nel greto
del fiume Isonzo capottando --- pilota incolume, velivolo distrutto.
26 maggio 1942 --- CR. 32 M.M. 6714 --- Scuola Addestramento C.T. --- Aisovizza
--- Serg. LEOPARDI Bruno --- causa avaria motore atterrava in un campo di
fortuna capottando --- pilota incolume, velivolo distrutto.
29 maggio 1942 --- MC 200 M.M. 4513 --- Scuola addestramento C.T. --- prossimità
campo --- S.Ten. METTIMANO Alessandro --- velivolo entrava in autorotazione,
il pilota, visto vano ogni tentativo di rimettere il velivolo si lanciava
--- pilota incolume, velivolo distrutto.
30 maggio 1942 --- Br. 20 M.M. 22738 --- 243^ Sq. --- Merna --- Ten. MAZZARINO
Salvatore, Serg. Magg. PAVESI Ernesto, 1° Av.Mot. BRIONI Adriano, 1°Av.Sc.Marc.
TUVERI Valentino --- in atterraggio urtava con il carrello la recinzione
del campo con conseguente parziale rientro carrello --- equipaggio incolume,
velivolo danneggiato.
23 giugno 1942 --- G. 50 M.M. 5459 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg. IUVARA Riccar- do --- in atterraggio toccava terra con l’ala sinistra
--- pilota incolume, velivolo danneggiato.
23 giugno 1942 --- MC. 200 M.M. 5287 --- 1° Gr. C.T. di Udine --- Merna
--- Ten. TOMBOLINI Tiziano
--- atterrava con in carrello retratto --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
24 giugno 1942 --- G. 50 M.M. 5458 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Ten. JACOBUCCI Italo --- in atterraggio toccava violentemente terra
rimbalzando più volte provocando il cedimento del carrello --- pilota
contuso, velivolo danneggiato.
28 giugno 1942 --- MC. 200 M.M. 4514 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Ten. JACOBUCCI Italo --- in rullaggio veniva in collisione con il velivolo
CR. 42 M.M. 4371 della Scuola Add. C.T., pilotato dal Serg.Magg. VENTURI
Pietro --- piloti incolumi, velivoli danneggiati.
28 giugno 1942 --- CA. 164 M.M. 51002 --- località Vipacco --- Ten.Col.
BORDIN Giuseppe, 1° Av.Gov. FORZATO Aldo --- causa forte turbolenza e
correnti discensionali impattava il terreno --- equipaggio ferito, velivolo
distrutto.
02 luglio 1942 --- G. 50 M.M. 3611 --- Ruda --- Serg. DUMONT Pasquale ---
durante volo in coppia entrava in vite orizzontale schiantandosi al suolo
--- pilota deceduto, velivolo distrutto.
07 luglio 1942 --- CR. 32 M.M. 4471 --- Scuola Addestramento C.T. --- pressi
del campo. Isonzo
--- S.Ten. D’ALESSANDRO Giustino --- entrava in vite e non riuscendo a rimettere
il velivolo in assetto normale si lanciava con il paracadute --- pilota incolume,
velivolo distrutto.
20 luglio 1942 --- MC. 200 M.M. 4505 --- Scuola Addestramento C.T., --- pressi
del campo --- Ten. GERARDI Fulvio --- causa malfunzionamento motore, impossibilitato
compiere atterraggio di fortuna, si affidava al paracadute --- pilota incolume,
velivolo distrutto.
22 luglio 1942 --- S. 79 M.M. 22206 --- Nucleo Addestramento Aerosiluranti
--- Merna --- M.llo MAM- MOLO Angelo, Serg. MONZASCHI Gino, Av.All.Mot. LORENZINI
Gino, Av.All.Elettr. ADDANTE Oronzio
--- : “Durante volo notturno, causa arresto motore sinistro, atterrava in
campo con carrello retratto
--- equipaggio incolume, velivolo danneggiato.
27 agosto 1942 --- CR. 42 M.M. 4450 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- 1° Av.All.Uff. CAL- ZECCHI Romualdo --- in corsa di decollo imbardava
toccando terra con l’estremità alare e con semiti- mone di profondità
--- pilota incolume, velivolo danneggiato.
27 agosto 1942 --- CR. 42 M.M. 7038 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- 1° Av.All.Uff. CAL- ZECCHI Romualdo --- in partenza per un secondo
volo, imbardava toccando terra con estremità alare e con il semi-timone
--- Pilota incolume, velivolo danneggiato.
31 agosto 1942 --- Ca. 310 M.M. 23926 --- 34^ Sq. O.A. 61° Gruppo ---
Merna --- M.llo BLASON Mar-
cello, Av.Sc.Mot. DI GREGORIO Gaetano, Av.Sc.AiutoMot. PADERI Aurelio ---
in rullaggio si verificava la rottura del semi-carrello destro,
elica ed estremità alare strisciavano a terra --- equipaggio incolume,
velivolo danneggiato.
02 settembre 1942 --- MC. 202 M.M. 8118 ---
1° Stormo C.T. --- Merna --- Magg.
SCIAUDONE
Domenico --- in atterraggio imbardava provocando la rottura del carrello ---
pilota incolume, velivolo danneggiato.
05 settembre 1942 --- CR. 32 M.M. 3174 --- Scuola Addestramento C.T. ---
prossimità aeroporto
--- Av.Sc.All.S.Uff. CUPONE Salvatore --- non riuscendo uscire da una vite,
si affidava al paracadute --- pilota leggermente ferito, velivolo distrutto.
05 settembre 1942 --- MC. 200 M.M. 4570 --- Scuola Addestramento C.T. ---
Merna --- Serg.Magg. Marinavia FILIPPINI Ciro --- entrato in autorotazione
non riusciva rimettere il velivolo in linea di volo e precipitava al suolo
--- pilota deceduto, velivolo distrutto.
08 settembre 1942 --- CR. 32 M.M. 4622 --- Scuola Addestramento C.T. ---
Merna ---1°Av.All.S.Uff. BASCO Antonio --- causa malfunzionamento motore
in atterraggio toccava prima dei limiti del campo
--- pilota gravemente ferito, velivolo distrutto.
16 settembre 1942 --- Ca. 311 M.M. 11462 --- 119^ Sq. 61° Gr. O.A. ---Cormons
--- Ten. PERUZZO
Biagio, Ten. R.E. Oss. CANAL Carlo, Av.Sc.Mot. CRISTIANO Francesco --- per
cause imprecisate precipi- tava al suolo --- equipaggio deceduto, velivolo
distrutto.
18 settembre 1942 --- CR. 32 M.M. 2818 --- Merna --- Serg.All.Uff. SGAMBATI
Aniello --- causa rottu- ra radiatore dell’olio e conseguente grippamento
del motore, rientrava regolarmente in campo --- pilota incolume, velivolo
efficiente, motore fuori uso.
02 ottobre 1942 --- S.79 del locale 1° Nucleo Add. Aerosiluranti ---
Pola --- S.Ten. PASINI Mario, Serg. RUSSO Giuseppe, Av.All.Mot. GUASTELLA
Giuseppe, Av.All.Fot. SIGNORINI Willian, Av.All.Marc. BERNARDINI Valerio ---Durante
una virata a bassa quota con siluro si infilava in mare --- equipaggio deceduto,
velivolo distrutto.
16 ottobre 1942 --- MC. 200 M.M. 4524 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg.All.Uff. BOLDURI Stefano --- causa perdita velocità in atterraggio
toccava violentemente terra provocando la rottura del carrello e l‘estremità
dell‘ala destra --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
21 ottobre 1942 --- CR. 32 M.M. 4620 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- Asp.Uff.
CORRADI Corrado
--- in atterraggio investiva il carro soccorso ed il velivolo FN. 305 M.M.
51695 --- pilota incolume, velivoli danneggiati.
21 ottobre 1942 --- FN. 305 M.M. 51695 --- Merna --- Serg.Magg. FERRI Cormons,
Asp.Uff. GRECO Danilo --- causa avaria al motore rientrava in campo senza
danni al velivolo. Ma durante il recupero del velivolo, veniva investito
dal CR. 32 M.M. 4620 in fase di atterraggio --- piloti incolumi, velivoli
danneggiati.
22 ottobre 1942 --- CR. 32 M.M. 2651--- Scuola di Addestramento C.T. ---
Merna --- S.Ten. GASPA- RETTI Guido --- causa rottura gamba di forza carrello,
imbardava violentemente --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
23 ottobre 1942 --- MC 200 M.M. 4562 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg.All.Uff. BORASCHI Giordano --- causa imbrattamento parabrezza dovuto
a rottura radiatore olio, in atterraggio finiva sulla scarpata di recinzione
del campo --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
23 ottobre 1942 --- Ca 311 M.M. 11680 --- S.R.A.M. 61° Gr. O.A. --- Pressi
del campo --- Ten. MIZZON
Guido, Mot. TOMMASI Federico, 1° Av.Mont. FIUMARA Franco --- causa avaria
motore destro effettua- va atterraggio di fortuna, il velivolo si incendiava
--- equipaggio incolume, velivolo distrutto.
23 ottobre 1942 --- G. 50 M.M. 5451 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg.All.Uff. BIAN- CHI Emilio --- in atterraggio investiva i velivoli
MC. 200 M.M. 4568 e MC. 200 M.M. 4504, fermi in linea di volo --- pilota
incolume, 1 velivolo distrutto, 2 danneggiati.
07 novembre 1942 --- CR. 32 M.M. 3216 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
---S.Ten. MURGIA Giacomo --- in atterraggio tocccava terra violentemente ---
pilota gravemente ferito, velivolo distrutto.
11 novembre 1942 --- Ca. 311 M.M. 20824 --- 119^ Sq. 61° Gruppo O.A.
--- Merna --- Serg.Magg. ROSSI Azio, l° Av.Mot. NAPOLETANO Franco, Av.Sc.AiutoMot.
CHIARI Renato --- causa della mancata fuoriuscita carrello atterrava con
carrello rettratto --- equipaggio incolume, velivolo danneggiato.
18 novembre 1942 --- MC. 200 M.M. 5127 --- Scuola Addestramento C.T. ---
Merna --- Serg.All.Uff. MIGONE Giovanni --- in atterraggio cappottava ---
pilota incolume, velivolo danneggiato.
25 novembre 1942 --- CR. 32 M.M. 2767 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- S.Ten. RICCARDI PierVittorio --- in atterraggio, causa perdita di velocità,
toccava terra violentemente provocando il cedi- mento del carrello --- pilota
incolume, velivolo danneggiato.
27 novembre 1942 --- G. 50 M.M. 5440 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg.All.Uff. BULGARELLI Alessandro --- in atterraggio, in seguito a
perdita di velocità, cadeva d’ala ed imbardava con conseguente cedimento
del carrello --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
27 novembre 1942 --- MC. 200 M.M. 5097 --- Scuola Addestramento C.T. ---
Merna --- Serg.All.Uff. MIGONE Giovanni --- in atterraggio toccava bruscamente
e rimbalzava sull‘ala destra, cappottando --- Il pilota incolume, velivolo
danneggiato.
27 novembre 1942 --- G. 50 M.M. 5451 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg.All.Uff. ALLEGRA Aldo --- in atterraggio arrivava veloce e per non
investire linea di aerosiluranti, imbardava e provocava il cedimento del
carrello --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
30 novembre 1942 --- CR. 32 M.M. 4477 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Sten. MARTINI Remo --- in atterraggio causa di difettoso materiale, provocavasi
cedimento del carrello con conseguen- te cappottamento --- pilota incolume,
velivolo danneggiato.
01 dicembre 1942 --- MC. 200 M.M. 5246 --- Scuola Addestramento C.T. ---
Merna --- Serg.All.Uff. FIGUS Felice --- causa perdita olio del radiatore
che imbrattava parabrezza si portava all’atterraggio ed a causa della scarsa
visibilità toccava pesantemente il suolo con conseguente cedimento
della gamba di forza destra del carrello --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
3 dicembre 1942 --- S. 79 M.M. 23895 --- 41° Gruppo Autonomo Aerosiluranti
--- Merna --- Ten. DURANTE Raffaele, Ten. CINTI Manlio, Av.Sc.Mot. TADDEO
Raffaele --- in decollo imbardava uscendo dai limiti del campo urtando violentemente
contro la recinzione del campo --- Ten. DURANTE riportava ferite leggere,
resto equipaggio incolume, velivolo distrutto.
4 dicembre 1942 --- MC. 200 M.M. 5083 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Av.All.Uff. DANCHINELLI Guido --- atterrava con il carrello retratto
--- pilota incolume, velivolo danneggiato.
5 dicembre 1942 Hanno luogo in Gorizia, con larga partecipazione di personale
di questo Aeroporto, i funerali del Compianto S.Tenente Pilota BATTI Walter,
deceduto in data 26.11.942 sull’Aeroporto di Cameri, in seguito ad incidente
di volo.
05 dicembre 1942 --- G. 50 M.M. 5453 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg.All.Uff. PATUELLI Oscar --- in atterraggio imbardava provocando
il cedimento del carrello --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
11 dicembre 1942 --- CR. 32 M.M. 3043 e CR. 32 M.M. 2818 --- S.Ten. MARSON
Antonio e S.Ten.
LAMBELET Andrea --- Scuola Addestramento C.T. --- Gradisca --- durante addestramento
acrobatico in formazione entravano in collisione. Il velivolo CR. 32 M.M.
3043 precipitava in vite ed il pilota faceva uso del paracadute ma ma causa
l’insufficiente quota decedeva. Il velivolo CR. 32 M.M. 2818 rientrava in
campo gravemente danneggiato e pilota incolume.
12 dicembre 1942 --- Ca. 313 M.M. 11976 --- 1° Nucleo Addestramento Aerosiluranti
--- M.llo SAN- TINELLI Aldo, Av.Sc.Mont. SPESSATO Ernesto --- durante un
volo di prova apparecchio e motori preci- pitava nei pressi dell‘Aeroporto,
incendiandosi. L’equipaggio non ha fatto uso del paracadute --- equi- paggio
deceduto, velivolo distrutto.
22 dicembre 1942 --- MC. 200 M.M. 5117 --- Scuola Addestramento C.T. ---
Merna ---Serg.All.Uff. TURIGLIATTO Silvio --- in atterraggio, causa la scarsa
visibilità dovuta a parziale imbrattamento del parabrezza, richiamava
troppo alto ed il velivolo toccava terra pesantemente, rimbalzava e ricadendo
provocava il cedimento del carrello --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
18 gennaio 1943 --- MC. 200 M.M. 5222 --- Scuola Add. C.T. --- Merna ---
Serg.All.Uff . CALZECCHI Romualdo --- entrato in vite piatta si lanciava con
il paracadute --- pilota incolume, velivolo distrutto.
25 gennaio 1943 --- G. 50 M.M. 5465 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- S.Ten.
BORIANI Ugo --- causa improvviso arresto del motore tentava un atterraggio
di fortuna ma causa offuscamento del parabrez- za, prodotto dalla fuoriuscita
di olio dal motore, l’apparecchio urtava contro i fili dell’alta tensione
e precipitava al suolo --- pilota deceduto, velivolo distrutto.
09 febbraio 1943 --- MC. 200 M.M. 4580 --- Scuola Add. C.T. --- Merna ---
S.Ten. CORRADI Corrado
--- causa mancata fuoriuscita carrello atterrava con carrello retratto ---
pilota incolume, velivolo dan- neggiato.
11 febbraio 1943 --- CR. 32 M.M. 6998 --- Scuola Add. C.T. --- M.llo ROMANDINI
Vittorio --- causa difetto di materiale si staccava la gamba di forza sinistra
del carrello --- pilota incolume, velivolo dan- neggiato.
11 febbraio 1943 --- G. 50 M.M. 4721 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- Serg.
ODORICI Agostino --- il velivolo entrava in autorotazione e precipitava al
suolo --- pilota deceduto, velivolo distrutto.
18 febbraio 1943 --- CR. 42 M.M. 9197 --- Scuola Assalto di Ghedi --- Merna
--- S.Ten. DI GIORGIO Serafino ---in fase di atterraggio investiva un S.
79 M.M. 24519 della 204^ Sq. del 41° Gruppo A.S.
--- pilota incolume, velivoli danneggiati.
20 febbraio 1943 --- CR. 42 M.M. 9197 --- Scuola Assalto di Ghedi --- Merna
--- S.Ten. REALE Ugo --- in fase di atterraggio notturno imbardava provocando
il cedimento del carrello e rottura della semiala inferiore destra --- pilota
incolume, velivolo danneggiato.
20 febbraio 1943 --- S. 79 M.M. 23887 --- Merna --- Ten. BONAIUTO Luigi, Serg.
SANTASILIA Federico, All.AiutoMot. ANGELUCCI Armando, All.Mot. MARANI Federico
--- in atterraggio durante la corsa di arresto, urtava il velivolo S. 79M.M.
24521 --- equipaggio incolume, velivoli danneggiati.
23 febbraio 1943 --- S. 79 M.M. 24525 --- 204^ Sq. del 41° Gr. Aut.A.S.
---Merna --- Magg. ERASI
Massimiliano, Ten. COPELLO Carlo, 1° Av.Sc.Mot. ASSANTE Emilio, Av. RIGI
Liborio, Av.Sc.A.Mot. MA- RANI Federico --- durante volo notturno, causa
avaria ai motori, atterrava fuori campo --- equipaggio incolume, velivolo
danneggiato.
28 febbraio 1943 --- S. 79 M.M. 24512 e S. 79 M.M. 14517 --- 204^ Sq. del
41° Gr. Aut. A.S.---
Merna --- Ten. GIARLETTA Giuseppe, Serg. SCAGLIARINI Guido, Av.All.Mot. DE
CHIARA Guglielmo, Av.All.Arm. ROSSI Mario, Ten. FRUSTACI Mario, Serg. SANTASILIA
Federico, 1° Av.Mot. PEDERZOLI Ivo, Av.All.Mot. GALESCHI Renzo --- in
decollo il velivolo M.M. 24512 imbardava causa bloccaggio
della ruota destra. Il Pilota del velivolo gregario M.M. 14517, per
evitare la collisione, imbardava a sua volta
a destra provocando la rottura dell’estremità dell’ala destra e del
carrello --- equipaggi incolumi, velivoli danneggiati.
03 marzo 1943 --- S. 79 M.M. 23371 --- 1° Nucleo Add. Aerosiluranti ---
Merna --- Cap. CERQUENI Carlo --- in atterraggio, causa parziale fuoriuscita
carrello, il velivolo imbardava, causando il cedimento delle gamba di forza
destra --- equipaggio incolume, velivolo danneggiato.
03 marzo 1943 --- CR. 42 M.M. 8873 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- Serg.All.Uff.
GIANDOSO Enzo --- in atterraggio imbardava provocando il cedimento del carrello
--- pilota incolume, velivolo danneggiato.
08 marzo 1943 --- S. 79 M.M. 24515 --- 205^ Sq. del 41° Gr. Aut. A.S.
--- Merna --- Ten. GIARLETTA
Giuseppe --- in atterraggio, causa forte vento, toccava violentemente il
terreno e imbardava --- equi- paggio incolume, velivolo danneggiato.
11 marzo 1943 --- G. 50 M.M. 5453 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- S.Ten.
D’ALESSANDRO Aldo
--- in atterraggio, causa perdita di velocità, cadeva d’ala imbardando
violentemente e provocando il cedimento del carrello --- pilota incolume,
velivolo danneggiato.
11 marzo 1943 --- CR. 42 M.M. 6975 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- Ten.
VITALE Aldo --- in atter- raggio imbardava provocando il cedimento della
gamba di forza sinistra e riportando danni alla cellula
--- pilota incolume, velivolo danneggiato.
12 marzo 1943 --- S.79 M.M. 22563 --- 204^ Sq. del 41° Gruppo Aut. A.S.
--- Merna --- Ten. DEGLI
ANGELI Carlo --- causa basso livello carburante, eseguiva un atterraggio con
il carrello retratto --- equi- paggio incolume, velivolo danneggiato.
12 marzo 1943 --- FN. 305 M.M. 51695 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- Serg.
MAZZACCO Attilio, Serg. SANFIORI Aldo --- causa inizio incendio a bordo rientrava
in campo con il carrello retratto. Dopo l’atterraggio il velivolo si incendiava
--- piloti incolumi, velivolo distrutto.
18 marzo 1943 --- CR. 32 M.M. 2748 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- Serg.All.Uff.
LEANDRI Luciano
--- in decollo per evitare collisione con il velivolo del capo pattuglia,
imbardava capottando --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
23 marzo 1943 --- G. 50 M.M. 5459 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- S.Ten.
CASARDI Mario --- in atterraggio atterrava con il carrello retratto --- pilota
incolume, velivolo danneggiato.
22 marzo 1943 --- G. 50 M.M. 3596 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- S.Ten.
PASCALE Giovanni --- durante decollo in coppia, imbardava provocando il cedimento
del carrello --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
24 marzo 1943 --- MC. 200 M.M. 6844 --- Scuola Add. C.T. --- Merna ---
Ten. BERTI Paolo --- in atterraggio nella fase di richiamata cadeva d’ala
ed imbardava con conseguente distacco del carrello
--- pilota incolume, velivolo danneggiato.
05 aprile 1943 --- CR. 32 M.M. 9221 --- Scuola Addestramento C.T. --- Merna
--- Serg.All.Uff. ZANI Francesco --- in atterraggio causa imbardata cedeva
il carrello --- pilota incolume, velivolo danneggiato.
07 aprile 1943 --- S. 79 M.M. 23961 e S.79 M.M. 24512 --- entrambi del 41°
Gr. Aerosiluranti, 204^ Sq. --- pressi dell’aeroporto --- Equipaggio 1°
vel. : Ten. MONTERUMICI Antonio, Serg. FRACARRO An- tonio, Serg.Magg.Marc.
CALVELLINI Dino, Av.All.Mot. TADDEO Raffaele, Av.All.Aiuto Mont. COLAUTTI
Mario, Equipaggio 2° vel. : M.llo MAMMOLO Angelo, Serg. FERRARIS Aldo
e Av.Sc.Mot. BALLI Federico, Av.Sc.Marc. RIGGI Liborio --- i velivoli venivano
in collisione ed il 1° velivolo precipitava al suolo, incen- diandosi,
il 2° velivolo rientrava regolarmente in campo, con lievi danni alle eliche
--- L’equipaggio del 1° velivolo non ha fatto uso del paracadute ed è
deceduto.
13 aprile 1943 --- S. 79 M.M. 21182 --- 1° Nucleo Add. Aerosiluranti ---
Merna --- M.llo FRANCHINI Vinicio, Serg. GAMBINO Giuseppe, Av.Sc.Mot. SIMEONE
Francesco, Av.Sc.Elettr. ROTA Delfino --- Du- rante atterraggio notturno
toccava nei limiti del campo, riportando la rottura del ruotino di coda e
deformazione della fusoliera --- equipaggio non usato, velivolo distrutto.
11 maggio 1943 --- CR. 32 M.M. 2748 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- M.llo
NICOLA Emiro --- in atterraggio, producevasi il cedimento del carrello ---
pilota incolume, velivolo danneggiato.
11 maggio 1943 --- Saiman 202 M.M. 51105 --- Squadriglia Autonoma, 2^ Squadra
Aerea --- Merna
--- Ten. Col. KELLERMAN Ferdinando --- in atterraggio, per evitare la collisione
con un S.79 in atterrag- gio, imbardava causando il cedimento del carrello
--- pilota incolume, velivolo danneggiato.
17 maggio 1943 --- CR. 32 M.M. 4116 --- Scuola Add. C.T. --- Merna --- S.Ten.
PETRUCCI Giuseppe --- durante volo in pattuglia, per cause imprecisate, si
staccava la gamba di forza del carrello, in atterraggio dopo breve corsa,
il carrello cedeva completamente ---pilota incolume, velivolo danneggiato.
19 maggio 1943 --- S. 79 M.M. 22234 --- 1° Nucleo Add. Aerosiluranti ---
Merna --- Ten. BELLONI Francesco, Ten. MUSSO Rodolfo, Av.All.Mot. MARTINI
Enzo, Av.All.Marc. DI GAETANO Mario, Av.Sc. Arm. SPIGA Carmelo --- in atterraggio,
causa la mancata fuoriuscita del semicarrello destro, imbardava violentemente
e toccando terra con l’ala --- equipaggio incolume, velivolo danneggiato.
26 maggio 1943 --- MC. 200 M.M. 4500 e MC. 200 M.M. 4580 --- entrambi della
Scuola Add. C.T.
--- Merna --- M.llo PONGILUPPI Guido e S.Ten. GALBUSERA Giancarlo --- in
atterraggio, in seguito a im- bardata del gregario, il velivolo del M.llo
Pongiluppi toccava, con l’estremità dell’ala destra, la fiancata del
velivolo del gregario --- piloti incolumi, velivoli danneggiati.
10 giugno 1943 --- CR. 42 M.M. 9172 --- Scuola Add. C.T. --- pressi aeroporto
--- Serg. DONATI Fer- ruccio --- durante esercitazione di lanci reali sul
poligono di Col. Grande, al terzo passaggio, fu visto cabrare sensibilmente
e poi precipitare --- pilota deceduto, velivolo distrutto.
13 giugno 1943 --- Re. 2002 M.M. 7332 --- 1° Nucleo Add. Aerosiluranti
--- Merna --- Cap. DAVID Giuseppe --- per mancata uscita del carrello, atterrava
con il carrello rettratto --- pilota incolume, veli- volo danneggiato.
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