Documento austro-ungarico con l'area per
la costruzione del campo di volo con le aree circostanti. Da: "L'aviazione a nord-est" Storia dei campi di volo del Friuli Venezia Giulia 1910 - 2007, di Piero Sore' Edizioni G.Apostolo 2007 (Sore_01.jpg) |
Il campo di Gorizia visse tre vite distìnte:
la prima dal 1911 al 1915, la seconda dal 1923 al 1945 e la terza dal secondo
dopoguerra ad oggi. La prima parte della sua vita va raccontata con particolare
attenzione, poiché è una storia bella ed importante, che non
si collega tuttavia a nessuno degli altri campi che gli stavano attorno. Da
quando l'esercito austro-ungarico costruì il campo di Gorizia, si
parlò sempre di una scelta militare per un ipotetico prossimo fronte
e furono trovate motivazioni politiche e strategiche che giustificavano la
scelta, ma tutte queste teorie risultarono essere sbagliate.
E vero che i monti del Carso da una parte e
la città di Trieste con il suo porto dall'altra, erano un ottimo scenario
addestrativo ed è altrettanto vero che ciò fu sfruttato dagli
allievi piloti, ma quando nacque il campo di Gorizia, l'Austria non si preparava
ancora per una guerra contro l'Italia. I documenti austriaci dell'epoca non
parlavano certo dell' "amico" italiano, ma consideravano e temevan.o solo
il pericolo dello "spionaggio italiano" in quella zona: era questa l'unica
preoccupazione. 11 campo nacque esclusivamente come scuola militare, ebbe
subito mfrastrutrure da vero aeroporto e non entrò mai nella strategia
e nella storia della Prima guerra mondiale.
La storia del campo di Gorizia è lunga
e caratterizzata da momenti esaltanti e momenti d'oblio, con il massimo dello
splendore nel periodo tra le due guerre e uri ruolo marginale nella storia
del Secondo conflitto mondiale. Lasciò in ogni caso la sua impronta
indelebile nella storia dell'aeronautica militare italiana e in quella del
nord-est italiano.
L'Austria aveva iniziato già nel 1909,
sul campo di Wiener Neustadt, una notevole attività aviatoria; ci
furono molti pionieri civili, sorse un club aeronautico e il costante aumento
del numero degli allievi fece nascere una scuola di volo, destinata a monopolizzare
tutti gli appassionati di una vasta area circostante.
I militari austriaci ebbero fin dall'inizio una
grossa simpatia per il mezzo aereo, iniziarono subito un'attività di
volo molto sostenuta su quel campo e considerarono l'aeroplano come un valido
aiuto alle operazioni militari. Anche loro capirono però solo più
tardi che l'aereo era soprattutto un mezzo bellico.
II campo di volo di Wiener Neustadt iniziò
ben presto a soffrire di problemi d'affollamento, aggravato da condizioni
meteorologiche che erano spesso avverse e creavano un grande ostacolo per
l'attività di una scuola militare. Questi furono i motivi che spinsero
le autorità a cercare un altro terreno, in grado di offrire maggiori
garanzie meteorologiche per un'attività scolastica e alleviare il traffico
su Wiener Neustadt. Gli austriaci cercarono e trovarono ottima l'area del
Goriziano che, oltre a permettere di operare nel periodo invernale - cosa
assolutamente impossibile per Wiener Neustadt - offriva una situazione logistica
ottimale: si trovava in zona pianeggiante all'imbocco della Pianura Padana,
alle pendici di monti e colli, in uno scenario che copriva in pratica tutto
l'importante aspetto addestrativo.
Fu così che nel 1911, gli austriaci decisero
di installare una scuola di volo sul grande campo d'esercitazione del 5°
cavalleria di Gorizia, in località "Campagna Grande" di S. Andrea,
nei pressi della città. Non è nota la data di questa decisione,
ma c'è un primo atto del ministero della Guerra1 che parlava di "...hangar
trasportabili per aeroplani e palloni aerostatici", destinati al "progettato
campo di volo di Gorizia".
Fu deciso d'iniziare la costruzione secondo i
disegni presentati dalla società R. Ph.Wagner, L.& J Biro &
A.Kurz, con la variante "A" del tetto in lamiera ondulata. Fu deciso anche
qualche particolare in più, come l'inserimento di due finestre nelle
fiancate, la posa delle parti metalliche nel terreno trattate preventivamente
con minio e di far pervenire tutto il materiale necessario presso la stazione
ferroviaria di Gorizia.
Un documento più interessante2 stabiliva
il luogo della sistemazione degli hangar e delle officine sul campo di volo
del Grosser Exerzierplatz presso Gorizia e specificava che, con riferimento
all'ispezione effettuata sul campo d'esercitazione da una commissione guidata
dal magg. Tarnawski (rappresentante del comando militare di Gorizia), si
definiva che "il luogo prescelto per le costruzioni era indicato nel disegno
allegato con la lettera H".
Il motivo di questa scelta era dovuto al fatto
che, lungo il bordo sud del campo, c'erano ostacoli fissi del 5° cavalleria
di Gorizia e che non era possibile spostarli sui bordi più corti del
campo stesso. Nell'area contrassegnata dalla lettera "P" c'era invece la
zona d'addestramento dei pionieri, con i loro percorsi di guerra, ed anche
qui uno spostamento del campo sarebbe stato altrettanto impossibile. Sul
bordo nord si trovava un ostacolo, alcuni piccoli fossati dell'artiglieria
e non venne in mente a nessuno di spostare questi intralci in altro luogo.
Nel documento fu specificato che: "...osservando questa superficie del campo
d'esercitazione, abbastanza ristretto per essere un campo di volo, con solo
500 metri, sul lato più largo in dirczione nord-sud e non ritenendo
opportuno spostare gli ostacoli della cavalleria, non fu considerato possibile
costruire gli hangar sul lato nord del campo poiché questa soluzione
avrebbe ristretto fu ritenuto consigliabile costruire gli hangar su due linee,
oppure obliqui, nell'angolo nord-est del campo.
Nell'angolo sud-est c'era un fossato e in quello
nord-ovest ci sarebbe stato lo spazio per la posa degli hangar, ma questa
soluzione sarebbe stata poco adatta visto il forte vento dominante. Una soluzione
possibile era quella di sistemare gli hangar sul lato nord-est dell'"Exerzier-platz",
lungo la ulteriormente la già stretta elisse che formava il campo
di volo".
Visto che dal cornando austriaco non fu escluso
l'acquisto, in un secondo momento, dei campi confinanti a nord in modo d'ingrandire
la larghezza dell'elisse del campo di volo, non strada Merna-Gorizia; così
si poteva ottenere anche il vantaggio di disporre di un cor-legamento diretto
che univa, "in circa 20 minuti a piedi", la città alla caserma della
cavalleria e a quella dell'artiglieria.
In considerazione degli svantaggi che avrebbero
potuto derivare dal sollevamento della polvere dalla strada, si ritenne che
il lato nord-ovest non sarebbe stato migliore, visto che il campo di volo
sarebbe stato usato principalmente nel periodo invernale. Fu stabilito che
collocare gli hangar alle spalle della strada non era considerato un problema
e non avrebbe creato fastidi particolari. Come soluzione ottimale della sistemazione
delle aviorimesse fu accettata la disposizione con l'officina "W" nel mezzo
e due hangar da entrambi i lati e, poiché nelle vicinanze non c'era
l'acqua, fu ritenuto fondamentale costruire una fontana. Tale soluzione "sarebbe
stata utile per tutti, ma soprattutto per il personale in addestramento e
specialmente nelle stagioni calde sarebbe stata particolarmente gradita".
Per lo stoccaggio della benzina, fu previsto
di interrare due piccoli serbatoi cementati della capacità individuale
di sei taniche da 50 kg e ricoperti per essere protetti dalla pioggia. Questi
serbatoi avrebbero dovuto essere posti tra gli hangar e nel disegno furono
individuati con la "B".
Inoltre, poiché la caserma della cavalleria
era a circa 20 minuti di distanza e il deposito munizioni a Vertojba aveva
un solo piccolo locale per le guardie, si ravvisava l'assoluta necessità
di costruire un locale adatto alla stagione invernale per sopperire alle
esigenze del personale impegnato nei servizi di guardia nelle officine e
negli hangar. La costruzione doveva avere un locale per gli ufficiali, un
magazzino ricambi, una cancelleria, una stanza per i sottufficiali, un piccolo
fornello, un locale per i servizi igienici, un lavello e anche un posto adatto
per Io scarico dell'olio usato.
Alla fine degli studi fu considerato indispensabile
porre gli hangar di spalle, lungo la strada Merna-Gorizia e di racchiuderli
nel tratto più corto, a graffa, con una recinzione di filo spinato
dell'altezza di 1,5 metri, senza zoccolo. Questo lavoro sarebbe stato commissionato
alla ditta Hutter & Schranz di Vienna, che avrebbe presentato la propria
offerta. Fu stabilito inoltre che la supervisione dei lavori poteva essere
affidata all'amministrazione della caserma del castello di Gorizia.
Per questi manufatti, ritenuti indispensabili
per la sistemazione del campo di volo, fu interessata la ditta di costruzioni
goriziana Andrea Perko, che avrebbe dovuto inviare le relative offerte.
Nella relazione conclusiva su questi argomenti
del 9 agosto 19111 si raccomandava di ricercare "...nella nostra zona di confine,
in una striscia della larghezza di circa 50 km da Pontafel (Pontebba) fino
al mare, posti d'atterraggio idonei". Il documento continuava dicendo: "I
risultati di questa ricerca dovranno essere riportati entro la fine d'ottobre
su una carta speciale al 75.000 al R.K.M. segnando:
Rosso: pascoli perenni privi di pietre, che
si adattano all'attcrraggio di aerei.
Giallo: superfici con coltivazioni basse (es.
mais, patate, grano), ed adatte ad atter-raggi d'emergenza.
In entrambi i casi questi punti d'atterraggio
devono avere come minimo una dimensione di metri 200x50, non essere di natura
carsica, essere pianeggianti o solo leggermente inclinati (1:20)".
Con una lettera del 22 giugno 1911, la J. G.
Gridi di Vienna, dopo i vari preliminari commerciali, informava che il prezzo
dei quattro hangar costruiti come da specifiche, più le finestre richieste
con vetri gialli, il montaggio, la costruzione del pavimento e una spedizione
a non più di 500 km di distanza da Vienna, sarebbe stata di 44.791,50
corone.
Fu ribadito, inoltre, che ogni hangar aveva
un'apertura frontale di metri 16, un'altezza di metri 4,20 e una profondità
di metri 8. Nei rimanenti 6 metri di profondità, l'hangar si restringeva
ad una larghezza di metri 6 per un'altezza di metri 2,50.
L'hangar poggiava su quattro piloni cementati
nel terreno e la copertura del tetto e delle fiancate era fatta di lamiera
ondulata. Ogni hangar era fornito inoltre di quattro finestre fisse con vetri
gialli, che servivano solo da lucernari.
Nella superficie del tetto, come nelle fiancate
della costruzione, c'erano dei rinforzi atti a permettere a queste parti
di sopportare un peso per neve di 50 kg/mq, e una pressione contemporanea
per un vento di 120 kg/mq.
Il pavimento era posto a 10 cm dal terreno e
ricoperto con un legno marino tipo "ponte di nave", ed il ferro sarebbe stato
di esclusiva provenienza austriaca.
È interessante vedere le garanzie che
la ditta diede e cioè:
"- per le fondamenta, le parti in ferro ed il
pavimento, due anni
- per la pitturazione, un anno
- per la copertura, sei mesi dal momento della
consegna".
La fine dei lavori era assicurata, entro la
data limite del settembre 1911 e il pagamento entro quattordici giorni dalla
consegna.
Con data 1° ottobre 1911 (registrato con
il n. 120) c'è un "Kommissionsprotokol" che illustra tutti i lavori
eseguiti a Gorizia a quella data. È superfluo riportare il verbale
dell'ispezione, ma è indicativo vedere quanta urgenza avesse avuto
l'esercito austro-ungarico nel costruire il campo di Gorizia e con quanta
celerità abbia fatto eseguire i lavori.
A quel punto, c'era stata l'evidente necessità
di assicurare alla nuova scuola di volo gli aerei per l'addestramento e il
2 giugno 1911 il comandante del K.u.K Verkehrstruppen-Brigadenkom-mando, scrisse
al ministero della Guerra una lettera4 con la quale precisava che sulla base
delle "direttive per l'accettazione di aeroplani", il monoplano Etrich aveva
superato le verifiche.
Subito dopo, il 5 aprile 1911, partì dallo
stesso comando un'altra comunicazione5 indirizzata sempre al ministero della
Guerra, la quale precisava: "...Visto che le prove d'accettazione del velivolo
Etrich avevano dato esito positivo e poiché era logico chiedersi se
le altre macchine ordinate
sarebbero state altrettanto idonee ai compiti
previsti e visto che oltretutto non sarebbero state in numero sufficiente
per garantire l'addestramento di 15 ufficiali e visto che per esperienza i
tempi di produzione e spedizione si sarebbero protratti a lungo, si suggeriva
l'immediato ordine di due aerei Etrich". Altri due furono ordinati allo stesso
comando il 3 giugno.
Il 14 giugno 1911, sempre lo stesso comando di
brigata inviò al ministero della Guerra un documento molto interessante,
che evidenziava l'evoluzione che l'aereo aveva avuto in quel periodo. Il documento6
faceva notare che gli aerei erano costruiti con specifiche emanate nell'autunno
1910, quando le attuali esigenze non erano ancora apparse all'orizzonte.
Allora la funzione primaria di un aereo era quella di addestrare gli ufficiali
piloti e non veniva richiesto altro che di fare piccoli voli di ricognizione,
con un osservatore a bordo, su territori appropriati. Ora all'improvviso,
con le nuove ordinazioni massicce effettuate nel maggio e giugno del 1911,
si ravvisava la necessità di avere aerei con migliorate qualità
di decollo e d'atterraggio e una maggiore efficienza generale. Fu evidenziato,
che avrebbero dovuto essere progettati e realizzati aerei idonei a sorvolare
tenitori più difficili e bisognava dare pertanto ai costruttori le
"specifiche" richieste per le macchine da costruire entro il 1.912.
Qualche giorno dopo, il 18 giugno 1911, lo stesso
comandante di brigata emise un documento7 che elencava le caratteristiche
richieste a un aereo militare ed è interessante vedere quali fossero
le aspettative tecniche dell'epoca. Il documento diceva:
- l'aereo deve essere biposto - pilota ed osservatore
- per un peso totale di 750 kg.
- dev'essere idoneo di volare, col passeggero,
su un percorso di 300 km di distanza.
- dev'essere idoneo a salire, in qualsiasi condizione
di tempo, ad una quota di ì .000 metri e dovrebbe poter sviluppare
una salita media di 100 metri il minuto.
- il motore dovrebbe essere assolutamente affidabile.
- la macchina dovrebbe essere costruita in modo
da poter essere governato anche in situazioni di vento a raffica.
- il decotto e l'atterraggio devono poter essere
effettuati anche su terreni non ideali, come campi agricoli (stoppie, campi
arati), prati e pascoli, e in spazi particolarmente ristretti.
- la macchina deve potei' veleggiare senza intervento
umano.
- il decollo deve poter avvenire senza aiuti
esterni.
- il pilota e l'osservatore devono avere ottima
visuale esterna.
- la macchina deve poter essere adattata rapidamente
per un trasporto via terra.
Un altro documento parlava dell'aereo Pischof
che aveva caratteristiche di maggiore instabilità rispetto aU'Etrich
e sembra quasi impossibile leggere che in quegli anni, vicini ai grandi massacri
di soldati, ci fosse stato chi scriveva che "...la sicurezza della vita dei
piloti doveva essere prioritaria rispetto agli interessi commerciali delle
varie ditte costruttrici", e più avanti si leggeva che "...se un'automobile
ha un'avaria questo si ferma e basta, ma se la stessa cosa succede ad un
aereo, questo precipita ed è distratto assieme al pilota. È
per questo motivo che viene richiesto uno stretto collegamento tra un gruppo
di tecnici e il reparto aeronautico che deve provvedere alla loro formazione".
Con riferimento alla speranza di una rapida riduzione
degli incidenti, e alia formazione di questo gruppo di tecnici, si può
notare che l'Inghilterra aveva a quel tempo sei ingegneri e quindici meccanici
sottufficiali per reparto (come in Germania e in Francia) e che a marzo si
sarebbe costituito lo stesso gruppo anche in Italia.
Nell'ottobre 1911, la situa/ione a Gorizia era
problematica per la mancanza di personale; fu richiesto l'invio di almeno
venticinque soldati e la possibilità di reclutare forze lavoro locali,
poiché il reparto avrebbe dovuto prendere possesso dell'aeroporto entro
il mese di dicembre. Il comando faceva inoltre presente che, siccome l'Italia
lasciava i confini "aperti", doveva essere creata una "zona proibita" di
adeguate proporzioni, tutto attorno il campo di Gorizia per motivi di sicurezza,
ma principalmente per limitare il pericolo di spionaggio.
Corsi e allievi piloti a Gorizia
Nonostante tutti i problemi, i corsi di pilotaggio
iniziarono con grande tempestività, e anche in anticipo sui tempi
previsti. Un'ordinanza ministeriale decideva che:
// giorno 1-11-1911 gli ufficiali indicati nella
lista dovevano presentarsi alle ore 9 sul campo di Gorizia:
Com.te: ten. Karl Stonami del FJB.s n,5
Ufficiali istruttori:
ten. Rudolf Holeka del IR.s n.W
ten. Waldemar Kenese del HR.s n.12
Allievi:
ten. Franz Schònplug
ten. Alfred Schindler
s.ten. Bruno Schonowsky
L'ufficiale tecnico sarebbe stato inviato dall'apposito
dipartimento direttamente a Gorizia, mentre l'ufficio tecnico avrebbe provveduto
per l'invio di 35 persone.
Assieme al materiale c'erano da inviare:
4 aerei da guerra
4 aerei da scuola
2 automobili.
Qualche giorno dopo (precisamente il 26 novembre),
dallo stesso comando di brigata giunse un nuovo ordine del giorno, con il
quale si formalizzava che:
1° corso di pilotaggio del 1912 da tenersi
a Gorizia e gli istruttori che sarebbero stati gli ufficiali della scuola
e cioè:
Direttore: cap. Stephan von Petroczy
Com.te: ten. Karl Stohanzl
Aggregato: s.ten Karl Banfield
Ufficiale tecnico sarà designato dall'ufficio
tecnico.
Partecipanti al corso:
ten.ti: Eduard Babouczek del J.R.87
KurtWilchelmEdl.v.Remfelddel].R.45 Rudolf Holeka
del J.R.10
s.ten.ti: Johann Riedlinger Edl v. Kastrenberg
del J.R.27
Vietar Schiinzel dal FsAB2
Anion Venzel dal J.R.19
Anton Liboivtitz dal FaAR3
JosefFlassig dal FsAR4
Gli ufficiali in elenco dovevano trovarsi il
3 gennaio 1912 a Gorizia, presso l'ufficio Comando del Corso.
Questo elenco di nomi era seguito da un'altra
lista di ventisei artigiani di varie specialità che dovevano recarsi
a Gorizia: tra questi c'erano carpentieri, fabbri in ferro e fabbri in ottone,
falegnami, sarti, idraulici ecc. che "...sarebbero rimasti in forza al reparto
volo, ai quali sarebbe stata corrisposta un'indennità giornaliera
a persona di 25 heller, cioè 25 centesimi di corone".
Si precisava inoltre che "...il Comando del
Dipartimento Tecnico doveva preoccuparsi di fare sostituire immediatamente
gli aerei danneggiati con dei nuovi".
"Per la produzione delle parti di ricambio per
sei aerei, escluse le parti del motore, erano assegnate 2.500 Korone, per
un totale di 15.000 Korone" ed inoltre "...finché permarranno le prevedibili
difficoltà, saranno assegnate a Gorizia entrambe le automobili di
soccorso."
La lettera del comando terminava con un auspicio
e cioè che in previsione del reclutamento dei nuovi partecipanti al
corso della primavera del 1912, fosse presa in considerazione la possibilità
di assumere solo ufficiali.
Il programma del corso fu emesso il 30 gennaio
1911 dal Comando aeronautico sulla base della direttiva8 riguardante l'istruzione
degli ufficiali: il programma ist.ru-zionale andava costruito sulla base
di una formazione pratica e precisava che l'obiettivo del corso di pilotaggio
era quello di ottenere che ogni ufficiale fosse in grado di guidare ogni
aereo con comandi di volo simili all'Etrich e che fosse idoneo ad essere
impiegato anche come osservatore e precisava inoltre:
Ogni ufficiale dovrà essere in grado
d'eseguire le seguenti manovre su un aereo da lui scelto:
- Volo ad una quota di almeno 500 m. con successivo
attcrraggio in volo veleggiato.
- Volo su terraferma in circuito chiuso ed atterraggi
a Simmering Haide, Fischamend e Wr. Neustadt nelle 24 ore.
- Volo in presenza di vento con forza non inferiore
ad 8 m/sec.
L'istruzione teorica sarà curata dal
comandante di dipartimento durante le giornate di tempo cattivo ma, con un'istruzione
basata sulla pratica, sarà necessario discutere solo su argomenti
inerenti.
Alla fine del 1911, fu sollecitata con una lettera
la costruzione a Gorizia del deposito carburante, in quanto ritenuto indispensabile
e nello stesso periodo altri documenti chiarivano "...che le costruzioni
abitative non erano ancora realizzate e che il luogo della loro progettazione
non era compatibile con il deposito munizioni, che risultava essere troppo
vicino".
Il 20 novembre il comando del III corpo d'armata
scriveva al ministero della Guerra, precisando che l'affitto del Grande Campo
d'Esercitazione di Gorizia era stato prolungato dal 31 agosto dell'anno in
corso, fino al 1924. Con lo stesso documento, si precisava anche che sul
campo erano già stati costruiti quattro hangar e un'officina e che
avrebbe dovuto essere costruita ancora una palazzina per alloggi e per altri
utilizzi e due depositi di benzina"; inoltre: "...come si può vedere
dai piani, il tutto era ad una distanza inferiore ai 300 metri dal deposito
munizioni di Vertojba e ciò era proibito dalla gendarmeria di Gorizia,
perché in contrasto con gli ordinamenti comunali". Questa correttezza
burocratica era indubbiamente una caratteristica dell'esercito austro-ungarico,
che anche in periodi molto critici, obbediva ai regolamenti comunali, giacché
la legge che regolava la materia'" disponeva che con "...l'ubicazione dei
depositi carburante si poteva procedere alla costruzione degli hangar che
erano in metallo, ma non con quella delle altre costruzioni".
Fu suggerito il reperimento di una nuova area,
individuabile a nord-est dello spiazzo utilizzato come campo di volo, a tuia
distanza di 400 metri dagli hangar. Nonostante tutti i problemi incontrati,
l'aeroporto fu inaugurato dall'esercito austroungarico il 15 gennaio 1912
e, come previsto, fu adibito esclusivamente a scuola di volo in supporto
di quella di Wiener Neustadt.
L'organizzazione non era però ancora conclusa
e il 14 agosto 1912 il comando del 3° corpo d'armata austro-ungarico inviò
un documento al ministero della Guerra, dov'era evidenziato che non erano
ancora stati fatti quei lavori, ritenuti urgenti, per trasformare il Campo
d'Esercitazione della Cavalleria in un campo di volo. Si precisava che per
poter realizzare una scuola di volo, era necessario fare prima una corretta
pianificazione del campo, e in un documento si leggeva:
Tra i previsti ed urgenti lavori mancanti ci
sono:
- Le aule ufficiali.
- La costruzione della strada, con deviazione
dalla principale di Trieste, che con una lunghezza di 385 metri avrebbe collegato
gli hangar con la palazzina alloggi del personale. Questa avrebbe permesso
di raggiungere senza problemi l'autorimessa e l'hangar-officina. ,
- Sistemazione di un'apparecchiatura per l'allarme
che doveva collegare gli hangar alla palazzina del personale, in modo che
le guardie avessero potuto dare un tempestivo segnale in caso di necessità.
La necessità di quest'apparecchiatura derivava dal fatto che il campo
d'esercitazione si trovava in zona di confine ed in uno spazio aperto, dove
solo gli hangar erano protetti.
- Sistemazione di un sistema di parafulmini.
- Costruzione di una condotta dell'acqua dal
pozzo costruito vicino agli hangar fino alla palazzina alloggi, visto che
i costi di un nuovo pozzo in quella zona sarebbero stati uguali alla condotta,
- Aumento della profondità dell'attuale
pozzo.
Il ministero della Guerra fu incaricato di
eseguire quanto richiesto entro l'autunno dell'anno in corso.
TI 2 settembre 1912, il reparto volo del ministero
inviava una nota" al ministero della Guerra, dove dichiarava che Gorizia
era. stato considerato un "campo difficile", e ciò parzialmente per
le sue caratteristiche del terreno, ma soprattutto per le sue ridotte dimensioni
e veniva definito pertanto "...un campo più adatto a piloti provetti
che per i principianti".
La nota continuava con disquisizioni sulla difficoltà
tecnica di condurre i corsi e soprattutto sul carico di lavoro degli istruttori
e sui limiti di fatica che potevano sopportare. Con tali analisi siarrivava
alla conclusione che ogni istruttore non poteva seguire più di due
piloti alla volta e che pertanto, in un corso di pilotaggio non potevano
essere presenti più di 10-12 pilori. Vista la situazione effettiva
della scuola, con il numero degli aerei disponibili e col numero degli istruttori,
fu deciso che ad un corso non dovessero partecipare più di sei. ufficiali.
A Gorizia i corsi previsti sì susseguirono,
lo stesso, regolarmente e con una partecipazione di gruppi non superiori a
6-8 piloti alla volta. Questo numero era in pratica anche il limite massimo
della produzione di piloti, poiché la disponibilità di aerei
scuola era molto limitata e che in tutta l'Austria-Ungheria nel 1912 c'erano
complessivamente 15 aerei, di cui 14 Etrich e un Pfeilflieger.
Nonostante le difficoltà incontrate, sul
campo di volo di Gorizia ci fu sempre una notevole attività addestrativa
basica, ma soprattutto avanzata. Da qui partivano; numerosi voli per esercitazioni
sulla zona carsica circostante, sulla città di Trieste, sul mare,
e altri voli anche in collaborazione con la nave da battaglia Tegetthoff
che era all'ancora nella baia di Trieste. In settembre12 fu deciso l'inizio
di un nuovo corso di pilotaggio per sei piloti a partire dal 1° novembre
1912 e due corsi di pilotaggio per l'inverno 1912-13. Il gruppo di allievi
era composto dai tenenti Herman Edler von Nemec e Aristide von Petrovitz
e dai sottotenenti Kamillus Perini, Bruno Schonowsky, Franz Schònplug
e Alfred Schindler.
Il 4 novembre 1912 perse la vita il ten. von
Petrovitz, il primo caduto su questo aeroporto militare che ebbe anche il
triste primato di essere il primo pilota militare austriaco deceduto. Tutto
sommato, la sicurezza del volo era molto elevata poiché, vista l'epoca,
il tipo di materiali, l'ambiente circostante e tutto l'insieme delle problematiche,
"appena" un anno dopo e cioè il 19 dicembre 1913, ci fu un secondo
incidente mortale, con il kanonier Binder Eduard, che cadde durante un volo
prova.
Per esigenze operative, alla fine del 1912 furono
aperte dall'esercito austro-ungarico altre quattro scuole in tutto l'impero,
ma Gorizia rimase sempre una base molto importante.
Nel 1914 le forze dell'aria furono riorganizzate
e con questa ristrutturazione un reggimento era costituito da due battaglioni,
a loro volta composti rispettivamente da quattro compagnie e ognuna di queste
da quattro o da sei "Zugen", che potevano essere paragonate alle nostre squadriglie.
Iniziò subito la suddivisione delle prime formazioni del "Reggimento
dell'Aria" tra gli aeroporti esistenti e la n. 3 raggiunse Gorizia al comando
del cap. Karl Stohanzl. Fu poi decisa la costituzione del Flugpark (deposito
aerei) n. 3 a Gorizia con 7 aerei13. Di questi, 3 erano Lòhner da
guerra Gì, COI ed El e 4 erano Etrich-Taube con battezzati Condor,
Habicht, Falke e Adler.
Con le prime avvisaglie dell'ingresso dell'Italia
in guerra, l'esercito austro-ungarico capì subito che quel campo di
volo era in una posizione strategicamente indifendibile, perché troppo
a ridosso di quella che sarebbe stata la vera linea del fronte e così
fu sancita la fine di questo campo-scuola austro-ungarico14 e fu deciso e
predisposto tutto per un abbandono in caso dell'entrata in guerra dell'Italia,
con trasferimento da Gorizia di tutto il materiale sul terreno inutilizzato
della Piazza d'Armi della cavalleria (Kavallerieexerzier-platz) a Szombathely.
Bozza del progetto del campo di Gorizia, con la
sistemazione degli hangar e dell'officina