Dopo la parentesi bellica e le incertezze del primo dopoguerra, inizia nei paesi occidentali una progressiva ripresa economica che raggiunge l'apice nei primi anni '60. In questo contesto l'aviazione civile rinasce e si sviluppa anche grazie alla quantita' di velivoli da trasporto militare, soprattutto americani ancora disponibili. La SISA e la LAI, prime compagnie aeree italiane del dopoguerra utilizzano velivoli militari (Douglas C-47 e C-53) che la Commissione Alleata di Controllo ha messo a disposizione dello Stato italiano. Contemporaneamente diversi aeroporti militari italiani vengono dismessi e riconvertiti per ricevere il traffico civile compreso quello di Gorizia che diventa scalo regionale.
Domestic Network
fine anni '50
(concessione
della rivista VOLARE)
Nel luglio del 1947,
la SISA che e' stata fondata appena un mese prima a Campoformido, a causa
del traffico aereo sul quell'aeroporto, trasferisce attrezzature ed aeromobili
sul campo di Gorizia - Merna. L'aeroporto di Ronchi dei Legionari non e'
disponibile in quanto in uso eslusivo alle forze aeree anglo-americane.
1947 Aeroporto di Gorizia, velivoli DC3
(C-47) della S.I.S.A.
(AeroClubGo_01) |
Verso la fine del
'47 il Douglas C-47 (DC3 nella versione civile), con le marche I-SOLE,
a causa di un atterraggio "lungo" supera il "fine pista" e si ferma all'altezza
del vialetto interno (Nord-Sud), parallelo alla strada statale n. 55.
Aeroporto di Gorizia, il C-47 (DC3) della
SISA incidentato in seguito ad un atterraggio "lungo". I detriti su cui
si e' fermato il velivolo potrebbero essere quelli della "Palazzina Comando",
danneggiata dai bombardamenti del 1944 e successivamente demolita.
(incivolo1947) |
Viene costruito un
modesto fabbricato nel quale si trovano gli uffici della Direzione Civile
(Civilavia) dell'aeroporto (a destra per chi guarda con le spalle al campo
di volo), l'ufficio CDA (piani di volo) gestito dall' Aeronautica Militare,
la stazione meteo (al centro sotto la torre) e il bar gestito dalla sig.ra
Edvige (a sinistra per chi guarda con le spalle al campo di volo). Costruita
nei primi anni del dopoguerra per le esigenze dell'Aviazione Civile, una
piccola "torretta" adibita all'assistenza al volo, operativa dall' alba
al tramonto (HJ). L' ACC (Aircraft Control Center) di Treviso, assicura
il Controllo del Traffico Aereo. Di fronte agli uffici della Direzione
Civile, la pavimentazione di quello che rimane dell'hangar Lancini, e'
utilizzata come piazzale per il parcheggio degli aeromobili di linea e
lo sbarco/imbarco passeggeri. Verso ovest, oltre i piazzali ove srgevano
gli hangar della Ricognizione, e' installato un radiofaro che verra' disattivato
all'inizio degli anni '60, in occasione del trasferimento dei voli commerciale
a Ronchi.
Piazzola parcheggio
aeromobili; in volo l' Alaparma di Mantelli.
(AeroClubGo_02) |
Non disponendo di
radioassistenze l'avvicinamento deve essere condotto a vista (VFR): da
Venezia il volo procede a mille piedi di quota (300 metri ca.) poiche'
tutto lo "spazio aereo" e' "restricted" per motivi militari. Particolare
attenzione e' necessaria in avvicinamento a causa della vicinanza del "confine
di stato": la testata pista 27 dista appena 150 metri. Con basse visibilita'
i piloti a volte sono soliti prendere come riferimento il tracciato della
ferrovia che passa accanto all' aeroporto. Anche risalire da valle il corso
dell' Isonzo in direzione di Gorizia può facilitare l'individuazione
dell'aeroporto: diversi sono i goriziani cui e' capitato di osservare il
DC 3 sorvolare a bassa quota l' Isonzo. Il sig. Prandi, dipendente dello
scalo ai tempi della L.A.I., racconta che il comandante Pecoroni conosceva
cosi' bene ogni dettaglio orografico della zona che riusciva sempre ad
atterrare. Capitava di rado che il campo fosse interessato da condizioni
meteorologiche estreme con visibilita' molto bassa. Si racconta che, a
causa della nebbia, il com.te Pecoroni si trovo' costretto a riattaccare
perchè giunto troppo alto sulla pista, sconfinando conseguentemente
in territorio Jugoslavo ed uno zelante poliziotto jugoslavo non esito'
ad aprire il fuoco con il fucile mitragliatore e l'aereo riporto' alcuni
fori in fusoliera.
Sull'aeroporto non
e' disponibile esiste un servizio antincendio fisso: i Vigili del Fuoco
di Gorizia si recano quotidianamente in cocincidenza con i voli in
partenza ed in arrivo.
Aeroporto di Gorizia, vgili del fuoco (Rosito 01) |
Essendo scalo regionale, l'aeroporto viene utilizzato anche per i voli di stato e il 10 giugno 1949 l'aereo presidenziale con DeGasperi che si reca in visita a Trieste, atterra all'aeroporto di Gorizia.
Gli equipaggi
sono formati dal comandante, un secondo pilota ed una hostess. Durante
la sosta a Gorizia, alloggiano all'albergo "Bon Furlan" in via Ascoli
e frequentano le trattorie della zona. L'aeroporto di Gorizia viene scelto
dalla SISA quale base di armamento per i suoi aeroplani DC3 (C-47 nella
versione militare). Successivamente la SISA e' assorbita dalla L.A.I. (Linee
Aeree Italiane) che utilizza l' aeroporto come scalo periferico. Unico
volo di Linea e' il Gorizia - Roma - Gorizia con scalo a Venezia Lido:
parte alle 08.00 del mattino e ritorna a Gorizia alle 16.00. Secondo alcuni,
nel 1954 il volo per Roma proveniva da Praga e mentre sembra esistesse
un collegamento con Milano.
Una testimonianza
del com.te Alberto Salvia:
Ho fatto diversi voli per Gorizia nel periodo a cavallo degli anni '54 e '55: Venivamo da Roma con il DC-3, facendo scalo su Venezia Lido. Ero un pilotino appena assunto dalla L.A.I. con esperienza solo militare su T.6, G.59 e Mustang F.51. Il DC-3 mi sembrava un aeroplano enorme. Volavo con Comandanti molto più anziani di me, reduci dalla guerra. Li guardavo con grande stima e rispetto. Trascorse molto tempo prima che mi facessero fare un atterraggio a Gorizia. L'aeroporto presentava il problema del confine molto vicino e quindi bisognava avere una certa dimestichezza con la zona, altrimenti, in virata base o nel caso di una riattaccata, era facile sconfinare. La stessa precauzione valeva anche per il decollo per la pista orientata verso Est (09): bisognava iniziare la virata appena staccate le ruote. Ricordo l'hotel Posta dove pernottavamo per poche ore perchè si arrivava tardi, con il buio e si partiva molto presto. La sera dopo esserci tolti la divisa, andavamo a piedi all'albergo "Alla Transalpina" per cenare e passavamo davanti alla sbarra del confine (Casa Rossa), in un'atmosfera nebbiosa, e ricordo che il Comandante Morciano, alludendo alla sentinella di guardia, mi diceva: "vedi ... quello è un soldato jugoslavo!". (Il Comandante Salvia dopo i primi anni in L.A.I e' transitato in Alitalia dove ha chiuso la sua carriera nei primi anni '90 con l'incarico di capopilota del Boeing 747) |
Nel 1948 le tre societa'
aeree operanti in Italia, SISA-Transadriatica e Airone si fondono in unìunica
societa' A.S.T. poi L.A.I.
Aeroporto di Gorizia, anni '50. Personale dello Scalo e ... amici, sul piazzale che in precedenza costituiva la pavimentazione dell'hangar Lancini-Nord (Castelletti08) |
Il traffico passeggeri per Roma e' scarso con una media di 8/10 posti occupati su 28, equivalente ad un "coefficiente di riempimento" del 30%. Oltre allo scarso traffico ci sono altri problemi: l'esigua lunghezza della pista 09-27, circa 1150 metri, che arriva quasi a ridosso il confine di stato ed inoltre i rilievi del Carso, del monte Sabotino e del Calvario che impediscono ai velivoli commerciali di nuova generazione di manovrare con sicurezza
Nel 1954 viene stilato il Piano Nazionale di Riqualificazione dei Trasporti con il quale viene riconosciuta l'importanza strategica dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari per il F.V.G. Ronchi infatti è attraversata da una rete stradale e ferroviaria che collega non solo i capoluoghi di regione ma si innesta con l'intera rete stradale e ferroviaria nazionale. Nel 1956 viene costituito il "Consorzio per l'Aeroporto Giuliano" e il 2 dicembre 1961 il primo volo commerciale con un DC-3 della SAM (Societa' Aerea Mediterranea). A nulla è valso l'accorato appello del sindaco di Gorizia Ferruccio Bernardis in un telegramma al Presidente del Consiglio Segni : <Pregola vivamente a nome della città tutta di scongiurare il trasferimento dell'aeroporto civile da Gorizia a Ronchi, il provvedimento avrebbe negative ripercussioni sulla popolazione di Gorizia già duramente provata dalla nota situazione e in attesa di provvedimenti atti a potenziare la sua economia e non a deprimerla> Il 31 dicembre 1961 si chiude per l'aeroporto di Gorizia l' epoca dei voli commerciali iniziati pochi anni prima, nel 1947.
Inizialmente l'aeroporto
di Ronchi dipende amministrativamente per il personale militare, da Gorizia:
ogni fine mese un messo passa per Gorizia a ritirare gli stipendi del personale.
Fino al 1980, i sottufficiali impiegati a Ronchi risiedono a Gorizia, nella
palazzina ufficiali; ogni mattina un mezzo dell'Aeronautica trasporta il
personale all'aeroporto di Ronch e fa ritorno alla sera.
Aeroporto di Gorizia, primi anni ’50, piazzale dell'hangar Lancini. Da sinistra: Olivo Primosic (3°), segretario del direttore d’Aeroporto (4°), impiegato del CDA (5°), Nicolino Pinausi (6°). Sullo sfondo, a sinistra, l'officina III tipo, con ancora i danni causati dallo spezzonamento del 1944. (Miscellanea-varie) |
Alcuni
addetti allo scalo di Gorizia:
Caposcalo sig. Parenzan Assistente Caposcalo sig. Prandi poi Primo Caposcalo a Ronchi nel 1962 Motorista di terra sig. Callegaris Operaio "tuttofare" sig. Marassi Addetto ai trasporti sig. Eder Direttore d'aeroporto: dott. Ferro Operatori del "Servizio Informazioni Volo": m.llo Bandini (gia' pilota del 4°Stormo), m.llo Ventriglio, m.llo Pozzati (gia' pilota del 4° Stormo) Addetti meteo: m.llo Simeoni, m.llo Miani (operativi HJ) Operatori radio: m.llo Fioritti, m.llo De Nicola, m.llo Sartori, m.llo Cossutta, m.llo Gabellini, m.llo Collini (operativi HJ) |