Furio Lauri l'otto settembre e' in licenza
di convalescenza per ferite riportate in combattimento aereo. Si reca al
piu' vicino aeroporto, ma deve sostare forzatamente a Roma. Da pilota si
improvvisa fante a Porta San Paolo, con i granatieri, gli artiglieri e
i cavalieri. Si da' alla macchia ed organizza un gruppo di volontari che
conduce azioni di sabotaggio e di guerriglia nella zona di Monte San Ennaro
sopra Palombara Sabina. Quattro giugno 1944: Roma viene liberata. Lauri
si mette a disposizione dello Stato Maggiore dell'Aeronautica: deve rifornire
i partigiani che combattono sull'Appennino. Sono mesi in cui Alleati e
tedeschi si fronteggiano sulla linea Gotica. Dietro la linea del fuoco,
alle spalle dei tedeschi, dalla pianura padana sino al contatto con le
linee alleate, una viva attivita' partigiana con punti di forza nei grandi
centri e sulle montagne. Le formazioni partigiane non operano pero' piu'
isolatamente. Una fitta rete di collegamenti e' ormai tesa e fa capo da
una parte a Milano al C.L.N.A.I. e dall'altra, al di qua delle linee, ai
servizi di "Intelligence" della V e VIII Armata.
Lo Stato Maggiore dell'Aeronautica ha
piu' volte presentato l'aspirazione dell'Arma di partecipare alla lotta
per la liberazione del Nord Italia. Con varie motivazioni le richieste
sono eluse, finche' una necessita' tecnica e la disponibilita' di un elemento
particolarmente qualificato, quale e' Lauri, non consente di dare inizio
a questa partecipazione. Il Ten. Furio Lauri conta al suo attivo numerose
azioni di guerra ed e' pronto a realizzare il suo minuzioso piano: un velivolo
lento e disarmato idoneo ad attraversare le linee, a pelo delle montagne,
atterrare sulla cima di una di esse, consentire al pilota di compiere diversi
tipi di azioni informative e belliche, e rientrare per la stessa via con
lo stesso mezzo. Unica difesa a disposizione: la sorpresa, lo studio dei
percorsi, (sulla base delle informazioni date dai partigiani) l'atterraggio
in zone impervie, molto arretrate rispetto al fronte, controllate dai partigiani
e ritenute dal nemico inadatte per ogni sbarco aereo. L'ufficiale si offre
di dimostrare di persona la validita' del suo piano. Contropartita: vestire,
anche in operazione, la divisa italiana, portare le coccarde italiane sul
velivolo, continuare a dipendere gerarchicamente dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica
Italiana, avere lo stesso status degli ufficiali alleati nell'ambito dell'Unita'
alleata a cui fosse stato assegnato. E' cosi' che all'inizio del 1945 l'Unita'
alleata n.1 "Special Force" della V Armata, di stanza a Firenze, ha in
dotazione un velivolo italiano (tipo Cicogna) e nel suo organico un ufficiale
italiano con il compito di organizzare ed attuare azioni di "commandos"
ed "intelligence" in collegamento con le unita' partigiane. Furio Lauri
atterra dietro le linee sette volte, sorvolando il territorio nemico in
pieno giorno, alla velocita' di soli 150Kmh, senza armi a bordo, per oltre
2.000 chilometri. Tra le sue benemerenze la liberazione di Genova, il cui
porto e' salvato dalla distruzione gia' predisposta dai tedeschi, perche'
il velivolo del Ten.Lauri riesce a portare a Firenze il Comandante
militare tedesco di quel porto, catturato dai partigiani con tutti i piani
di minamento della infrastruttura, ed a riportare a Genova, prima che i
tedeschi si ritirino uno specialista artificiere. Al Ten. pilota Furio
Lauri e' stata conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Si congeda dall'Aeronautica Militare nel
'47 col grado di Tenente Colonnello. Sempre nel '47 si adopera per recuperare
e sviluppare l'aeroporto di Ronchi che era gia' stato occupato abusivamente
dai contadini delle zone limitrofe ed insieme ad altri tredici soci fonda
la Meteor. Nel '58, durante un volo officina con il prototipo di un aereo
da turismo e competizione, Tornado P55, rimane gravemente ferito e da allora
dovra' aiutarsi con il bastone per camminare. Nel novembre 1981 l’Aeritalia
entra nella società al 50% e nel marzo 1983 la Meteor diventa controllata
della Finmeccanica, nel 1990 dopo la fusione fra Aeritalia e Selenia dalla
quale nasce Alenia, la Società entra a far parte del gruppo
per il settore militare e diverrà poi Galileo Avionica, che continuera'
sulla strada da lui tracciata. L'attivita' civile viene invece trasferita
a Roma dove fonda la nuova societa' Iniziative Industriali Italiane S.p.A.
L'incidente aereo di Furio Lauri:
L'incidente avviene poco dopo il decollo per un volo prova velivolo, intorno alle ore 17 del giorno 13 giugno 1958, tra il monte Sant'Elia e l'aeroporto di Ronch. Pilota titolare del volo e' Enrico Meille, veterano del 4° Stormo di Gorizia, l'altro pilota a bordo e' l'avv. Furio Lauri.
La testimonianza di Enzo Pian, pilota
dell'aeroclub di Gorizia: Il pomeriggio del 13 giugno 1958 mi reco
all'Aeroclub dell'Aeoporto di Ronchi dei Legionari insieme all'imprenditore
goriziano Basilio Primosic per trattare l'acquisto di un velivolo "Falco".
Nonostante sia estate, la giornata e' particolarmente fredda ed umida con
il cielo completamente coperto. Incontro il col. Meille, un pilota appartenuto
al 4° Stormo di Gorizia, con il quale ci intratteniamo per alcuni minuti
durante i quali ci spiega che intende misurare la velocita' massima del
P55 "Tornado" dopo le modifiche apportate, cronometrando i tempi di sorvolo
su punti al suolo le cui distanze siano note.
In quel mentre giunge Furio Lauri che
si offre di accompagnare in volo Meille, spiegando che ha gia' individuato
dei riferimenti precisi al suolo alla distanza di 4 Km e che gia' utilizzava
per i voli prova della Meteor.
Il decollo avviene sulla pista in erba
36-18, con direzione Nord (360°). La corsa di decollo e' talmente lunga
che Primosic ed io siamo seriamente preoccupati. Anche la successiva salita
e' molto piatta. L'areo si allontana e per due volte sentiamo il rumore
del motore senza pero' vederlo.
Dopo pochi minuti dopo non sentiamo piu'
l'aereo e dopo un quarto d'ora cominciamo a preoccuparci. L'istruttore
dell'Aeroclub, Raffaele Chianese, mette in moto l' FL53 (I-FULX) e decolla
alle 17.01 per individuare il P55.
Pochi minuti dopo (alle 17.20) ritorna
indietro, ci comunica dell'avvenuto incidente e senza spegnere il motore
mi carica a bordo e mi porta sul luogo dell'incidente.
Il luogo dell'incidente si trovava a circa
2Km a Nord della testata pista 18, tra quest'ultimo e la collina di Sant'Elia
(il primo cimitero monumentale del 15-18 di Redipuglia). Il velivolo aveva
toccato in un campo di frumento ed era ben visibile il primo punto d'impatto
del velivolo con il suolo e, dopo un rimbalzo di una decina di metri, si
poteva notare un secondo punto d'impatto, con i segni di una strisciata
abbastanza breve che denotava una violenta decelerazione e conseguente
grave danneggiamento del velivolo.
Entrambi i piloti sono trasportati all'ospedale
di via Brigata Pavia di Gorizia dove inizialmente i medici danno poche
speranze per il Lauri mentre giudicano le condizioni del Meille leggermente
migliori ma poco dopo il Meille muore mentre Lauri supera i traumi dell'incidente.
Lauri era da poco reduce da un altro incidente con un aliante (Canguro),
avvenuto a Ronchi durante una manifestazione aerea nel quale si era fratturato
una gamba, tuttavia dopo una lunga e dolorosa convalescenza, riprendeva
a camminare con le stampelle.
Il funerale del col. Meille, stimato pilota
militare, si svolge pochi giorni dopo a Gorizia nella chiesa evangelica
di via Diaz, con una folta partecipazione della cittadinanza ed una rappresentanza
dell'Aeronautica Militare.
Subito dopo l'incidente, viene recuperato
il motore del P55 e' montato al banco prova dal motorista dell'Aeroclub
Luciano Zaramella che ne constatava il regolare funzionamento.
Dalla testimonianza di Lauri si deduce
che, durante la virata base per portarsi in pista, all'atto della riduzione
di potenza, il motore si e' spento. Con la convinzione di raggiungere comunque
l'aeroporto, Meille estendeva il carrello ma quando si rendeva conto che
cio' era impossibile, Lauri tentava la retrazione (manuale) che pero'
non veniva completata prima del violento impatto con il terreno.
Lauri indago' successivamente sulle cause
che provocarono lo spegnimento del motore e risulto' che lo specialista
Ilvano Carlet, che si stava occupando delle modifiche e della manutenzione
all'aereo, la sera prima dell'incidente aveva rimosso lo scambiatore di
calore per il riscaldamento dell'aria al carburatore ma non aveva fatto
in tempo a rimontarlo, cosa che si riprometteva di fare il mattino seguente.
Purtroppo il giorno successivo il col. Meille giunse in aeroporto prima
di Carlet e fece portare il velivolo in linea di volo senza effettuare
un'ispezione accurata prima del volo prova.
Un'ipotesi considerata attendibile, avvalorata
da ripetuti incidenti analoghi, e' che, non essendo installato lo scambiatore
di calore che riscalda l'aria al carburatore, all'atto della riduzione
di potenza, si sia formato ghiaccio sul diffusore con conseguente spegnimento
del motore.
Purtroppo non e' possibile sapere se,
senza la prematura estensione del carrello, si poteva evitare l'incidente
costato la vita a Meille.
Il motore del Tornado è sempre
stato conservato da Lauri come una reliquia nel magazzino della "3i" a
Monterotondo (Roma).
Da JP4 Aeronautica - Paolo Gori - AeroWEB
Un altro sportivo, il multimiliardario
Ceschina, commissiono' ai fratelli Pascale un velivolo col quale battere
il Rondone del suo amico e rivale Iginio Guagnellini al Giro di Sicilia
del 1955.
In soli otto mesi dall'ordine il P55 Tornado
effettuo' il primo volo pilotato da Giordano Serena, poi affiancato da
De Bernardi. "Sul Tornado", dice Luigi Pascale, "volai una decina di ore
e ricordo che era estremamente piacevole da pilotare: con de Bernardi facevamo
tutta l'acrobazia. Una volta, al rientro da un volo di collaudo e quindi
con un po' di tensione, Mario si presento' basso e veloce e fece due tonneaux
verticali. Era una macchina sportiva perfetta il cui unico inconveniente
era il baricentro un po' troppo avanzato".
Il debutto avvenne al III Trofeo D'Annunzio
di Pescara. Ceschina corse sul suo solito Aero 45 affidando il P55 a De
Bernardi: nella prima prova questi si classifico' nono, ma nella seconda
vinse la gara alla media di 255,846Km/h precedendo proprio Ceschina.
Intanto la messa a punto veniva completata
con la sostituzione del motore Lycoming O-290-D2 da 140HP con un O-320
da 150 e ritocchi al sistema di raffreddamento. L'aerodinamica era invece
risultata perfetta dall'inizio.
Puntualmente, il Tornado I-REGJ vinse
l'VIII Giro di Sicilia del 1956 davanti al Rondone di Guagnellini. La prima
tappa Palermo-Catania venne percorsa a 322Km/h di media, battendo il record
di categoria sui 200Km. Al ritorno si segno' addirittura una media di 332Km/h.
Fu una vittoria smagliante, come ricorda
Pascale: "La nostra squadra era costituita praticamente da me e mio fratello,
contro la grossa squadra dei Falco dell'Aviamilano, che disponeva di un'organizzazione
fantastica. La cosa piu' esaltante furono le medie fatte sagnare dal Tornado,
che montava allora un motore da 150HP ed elica a passo fisso. Eravamo talmente
esaltati che pensammo di attaccare il record di velocita' della classe
fino a 1000Kg: per il tentativo montammo un'elica a passo variabile, ma
un incidente in atterraggio fece abbandonare il tentativo".
Il Tornado spari' dalle cronache fino
al 1958, pare a causa di contrasti fra Ceschina e Serena, finche' non intervennero
Meille e Bertuzzi dell'Aer Lualdi. "Il motore era gia' un O-360 da 180HP",
ricorda l'Avv. Furio Lauri della Meteor di Trieste, "e Meille stava montando
un'elica a passo variabile. Quel 13/6/1958 stavo per andare a pranzo quando
incontrai Meille, contrariato dal mancato conseguimento delle prestazioni
previste.
Mi offrii di accompagnarlo in volo per
aiutarlo a cronometrare su una base di 4Km che conoscevo bene, cosi' decollammo:
io non ero legato, perche' avevo praticamente al collo la strumentazione
del motore ed i cronometri".
Continua Lauri: "Nel primo passaggio segnammo
addirittura 30Km/h meno che con l'elica a passo fisso, percio' decidemmo
di rientrare.
Impostammo un avvicinamento lungo perche'
il Tornado correva, e riducevamo progressivamente il gas. Quando Meille
ando' a ridare motore, questo pianto' secco: eravamo a 5-6Km dall'aeroporto,
molto bassi.
Meille mi grido' 'Pompa!' per ritrarre
il carrello: ci volevano 40 pompate per retrarlo, ed io arrivai a 30 al
momento dell'impatto, che fu violentissimo. Il carrello anteriore, semiesteso,
salto via e l'aereo quasi si disintegro'.
Il serbatorio si stacco' e volo' in avanti
sfondando il parabrezza, seguito dal sottoscritto: atterrai a circa 30m
dal velivolo, gravemente ferito. Meille, invece, rimase nella cabina e
mori' durante la notte per le ferite".
Ronchi dei Legionari 13 giugno 1958, Il
velivolo precipitato ai bordi dell'aeroporto di Ronchi per avaria motore
e sul quale si trovava come passeggero Furio Lauri (Coll. Enzo Pian)
(Arch. Lauri)) |
Ronchi dei Legionari 13 giugno 1958, Da sinistra: Di Fabio, vicepresidente Aeroclub Trieste e Nadal, addetto al Traffico sull'Aeroporto di Gorizia (Coll. Enzo Pian) (Arch. Lauri)) |
Ronchi dei Legionari - 13 giugno 1958
(Coll. Enzo Pian) (
Arch. Lauri)) |
Ronchi dei Legionari - 13 giugno 1958
(Coll. Enzo Pian)
(Arch. Lauri)) |
Partenavia P-55 Tornado
Aeroporto Lido di Venezia 1955, Partenavia P55 Tornado in esposizione alla mostra aerea. Questo aereo poco dopo sara' coinvolto nell'incidente di Ronchi dei Legionari nel quale Furio Lauri rimarra' gravemente ferito (Coll. Enzo Pian) (Arch. Lauri)) |
La storia del P55 Tornado
Ceschina, noto uomo d’affari di Venezia,
proprietario di una vetreria e di alcuni bar centrali della citta’, era
solito atterrare a Gorizia con il suo bimotore Aero 45 ed incontrare l’amico
Castelletti, istruttore dell’Aeroclub e veterano del 4 Stormo degli anni
’30.
A Gorizia, il Ceschina conosce Iginio
Guagnellini, il pilota che da diversi anni vince sempre il Giro Aereo di
Sicilia con il Rondone, velivolo progettato da Frati. Da questo incontro
nasce in Ceschina la decisione di partecipare al “Giro di Sicilia” con
la determinazione di arrivare primo. Incarica cosi’ l'ing. Pascale della
Partenavia di progettare un velivolo dalle elevate prestazioni ed in grado
di raggiungere l’obiettivo prefissato.
Nell '55 viene consegnato al Ceschina
il P55 "Tornado" (pagato una considerevole somma per quei tempi, circa
15 milioni di lire) e questi manda il suo pilota personale, Serena, a ritirare
il velivolo a Napoli Capodichino per trasferirlo all'aeroporto di Venezia
Lido.
Il Ceschina va in volo con Serena per
provare il velivolo. Ne scende poco soddisfatto ma decide comunque di far
partecipare il Serena al Giro Aereo della Sicilia che arrivera' primo.
Il Serena, dopo l'arrivo a Palermo, Bocca
di Falco, si rifiuta di proseguire con il velivolo.
Bertuzzi dell'Aer Lualdi acquista il velivolo
che poco dopo, forse a causa di un incidente, viene trasferito alla Meteor
di Ronchi dove rimane per lungo tempo in un hangar in attesa di riparazione.
Il Bertuzzi intende partecipare con questo velivolo al prossimo Giro Aereo
della Sicilia e aggiudicarsi il primo premio.
Al velivolo viene applicato sul ventre
della fusoliera un lungo tubo di Venturi dove venivano convogliati i gas
di scarico con il fine di aumentare ulteriormente la velocita'.
Il col. Enrico Meille, abile pilota del
4° Stormo, veterano della 2^ Guerra Mondiale e rappresentante a Trento
del "Falco" di Frati, viene incaricato di effettuare i voli prova. Il Meille
giunge sull'aeroporto di Ronchi con un S7 Ambrosini dal quale viene smontata
l'elica bipala "aeromatica" in lega leggera e montata sul P55, sempre con
il fine di migliorare le prestazioni.
Caratteristiche del P55 Tornado
Partenavia P-55 "Tornado", costruito nell'aprile
1955, immatricolato I-REGJ, motore Lycoming O-290D2 da 150HP a 2700 Rpm,
peso massimo al decollo: 710 Kg.
Primo proprietario Ceschina Dante, venduto
nel 1957 a "Aer Lualdi S.p.a.".