La sera del 31 dicembre 1966 l'aviere scelto Gian Franco Mian svolge in solitudine e per l'ultima volta le consuete incombenze e a mezzanotte in punto, con il cuore pesante, inoltra ai superiori Comandi un burocratico telegramma in cui comunica la cessazione del servizio del Distaccamento aeroportuale Gorizia, stilando di fatto l'atto ufficiale di morte di un ex grande aeroporto militare. Molti anni dopo, congedato con il grado di maresciallo aiutante, raccoglierà in queste brevi righe i momenti e i sentimenti che lo hanno accompagnato al malinconico epilogo.
DISTACCAMENTO AEROPORTUALE
«GORIZIA» (MERNA) L'ULTIMO AVIERE OPERATIVO
Nato a Romans d'Isonzo,
rammento che da bambino nutrivo la passione per l'Arma Azzurra: ogni «rumor
d'aereo» mi faceva istintivamente alzare il naso in su per localizzare
e seguire le traiettorie del velivolo. La passione si accentua ancor di
più nel momento in cui andai ad abitare vicino alla casa dei genitori
di Vittorio Cumìn: mitico capo formazione prima dei «Diavoli
Rossi» poi delle «Frecce Tricolori»; rammento quando
sfidando la mia timidezza, andavo a casa sua a chiedere a sua madre le
foto di Vittorio sul suo «F84» e m'incantavo ad osservare il
diavolone ghignante dipinto sulla fusoliera. Passati gli anni, finiti gli
studi, la fortuna fa sì che il mio sogno di bambino si avveri: vinco
un concorso per specialisti A.M.. Il primo ottobre 1965 entro alla S.S.A.M.
di Caserta specializzandomi, dopo nove mesi dì corso, assistente
tecnico meteo. Trasferito a Milano Linate, acquisisco l'operatività
presso la stazione meteo aeroportuale. Il 13 agosto 1966, data indimenticabile
per me, vengo trasferito presso la stazione meteo del distaccamento aeroportuale
di Gorizia. Presso il distaccamento, mi formo e mi maturo militarmente
e umanamente parlando, grazie alle degnissime persone, tutti sottufficiali
anziani, che mi accolgono come un figlio. Doverosamente ringrazio, facendo
virtualmente un perfetto saluto militare,
Cavallo, Negusanti,
Bandini, Furlani, Kerniat, Barenghi, Fichera ... e soprattutto un grazie
di cuore al maresciallo Cossutta, il mio capo stazione, il mio secondo
papa'. A Gorizia si viveva un'atmosfera tutta particolare, si era tutti
affiatati come una grande famiglia. Tecnicamente parlando noi giovani assorbivamo
cognizioni ed esperienze dagli anziani che pazientemente ce le propinavano.
Rammento al riguardo come il mio capo stazione (triestino d'origine) riusciva,
anche nei momenti in cui eravamo liberi dal turno, a tenerci presso l'ufficio:
«Te son libero? (sì mallo) bon, vien dentro, e ciol el manual
dei codici meteo, legi ! E se no te capisi dime che favelemo!». Purtroppo
l'aeroporto a causa di diversi fattori negativi quali: la vicinanza al
confine, la pista in erba, l'espansione ed il miglioramento tecnico-operativo
del vicino aeroporto di Ronchi dei Legionari, conducono irrimediabilmente
alla decisione da parte dei nostri comandi di sospendere ogni forma di
assistenza logistico-operativa in loco, demandando il tutto al distaccamento
aeroportuale di Ronchi dei Leg.. Arrivata la comunicazione ufficiale, tutto
il personale viene trasferito, per la maggiore, a Ronchi (me compreso),
ultimo reparto a lasciare la base sarà proprio la stazione meteo
con chiusura definitiva alle 24:00 del 31/12/66. Giorni prima il capo stazione
mi chiama: «ciò Mian, varda che el 31 te son solo! Ricordete
de trasmeter el tele!» (il telegramma che dovevo trasmettere via
telex notificando e ufficializzando così la chiusura del P.I.M.
- posto informazioni meteo - di Gorizia). A svolgere quest'ultimo fatidico
turno toccò al sottoscritto e rammento tutto come fosse successo
ieri:
Alle 20:00 do il cambio
al sìg. Pietramonti (incaricato meteo civile) che, passandomi le
consegne, mi augura Buon Anno e mi lascia un panettone ed una bottiglia
dì spumante. Ogni ora dovevo uscire fino alla capannina meteo e
rilevare i dati, faceva un gran freddo e a terra c'erano ancora cumuli
di neve ghiacciata caduta giorni prima. Completamente solo, passai quelle
quattro ore inconsapevole (troppo giovane) dell'evento storico che si stava
consumando in quel mitico, leggendario aeroporto.
Alle 23:40 inizio
le ultime osservazioni, compilo il bollettino e alle 23:50 lo trasmetto
via telex a Udine.
Alle 00:00 compilo
e (ahimè) trasmetto il telegramma di chiusura:
Al:
COMAEROP Udine Rivolto
AEROTELE METEO Milano
Per conoscenza:
2° TELEGRUPPAEREO
Padova
Testo:
Rifefoglio ......
Datato dì
AEROTELE Milano
COMUNICASI ORE 24:00
DEL 31/12/66 P.I.M. DISTAEROP GORIZIA
CESSA SVZ.
Subito dopo prendo lo spumante esco e, sotto un cielo magnificamente stellato, stappo la bottiglia augurandomi Buon Anno cacciando un urlo e bevendo a canna (benedetti 20 anni!). Alle 07:00 del 01/01/67 chiudo materialmente a chiave l'ufficio e la capannina, metto in moto il mio super «Garelli 50» (rigorosamente dipinto d'azzurro), salgo in sella e, come nella struggente scena finale del film «II cavaliere della valle solitària», mi allontano trasferito a Ronchi. Non so se per lo spumante bevuto o per il freddo, ma prima d'uscire dall'area aeroportuale mi è sembrato di sentire il rombo di parecchi aerei. L'ultimo aviere lascia la base.
M.Ilo aiutante
A.T.M. Gian Franco
Mian