L'aeroporto di Gorizia
dalle origini al 1961

L'Austria aveva iniziato già nel 1909, sul campo di Wiener Neustadt, una notevole attività aviatoria; ci furono molti pionieri civili, sorse un club aeronautico e il costante aumento del numero degli allievi fece nascere una scuola di volo, destinata a monopolizzare tutti gli appassionati di una vasta area circostante.II campo di volo di Wiener Neustadt iniziò ben presto a soffrire di problemi d'affollamento, aggravato da condizioni meteorologiche che erano spesso avverse e creavano un grande ostacolo per l'attività di una scuola militare. Questi furono i motivi che spinsero le autorità a cercare un altro terreno, in grado di offrire maggiori garanzie meteorologiche per un'attività scolastica e alleviare il traffico su Wiener Neustadt. Gli austriaci cercarono e trovarono ottima l'area del Goriziano che, oltre a permettere di operare nel periodo invernale - cosa assolutamente impossibile per Wiener Neustadt - offriva una situazione logistica ottimale: si trovava in zona pianeggiante all'imbocco della Pianura Padana, alle pendici di monti e colli, in uno scenario che copriva in pratica tutto l'importante aspetto addestrativo. Fu così che nel 1911, gli austriaci decisero di installare una scuola di volo sul grande campo d'esercitazione del 5° cavalleria di Gorizia, in località "Campagna Grande" di S. Andrea, nei pressi della città. Non è nota la data di questa decisione, ma c'è un primo atto del ministero della Guerra1 che parlava di "...hangar trasportabili per aeroplani e palloni aerostatici", destinati al "progettato campo di volo di Gorizia". I lavori iniziarono secondo il progetto della società R. Ph.Wagner, L.& J Biro & A.Kurz, che prevedeva la costruzione degli hangar  lungo la strada Merna-Gorizia: il problema della polvere sollevata dalla carrabile, considerato che il campo di volo sarebbe stato usato quasi esclusivamente nel periodo invernale era  irrilevante.
 
 

Documento austro-ungarico con l'area per la costruzione del campo di volo con le aree circostanti.
Da: "L'aviazione a nord-est" Storia dei campi di volo del Friuli Venezia Giulia 1910 - 2007, di Piero Sore' Edizioni G.Apostolo 2007 - Sore_01

 
APPROFONDIMENTI
Il com.te Piero Sore'

Venivano anche identificati nel raggio di 50 Km. circa, prati idonei all' atterraggio di dimensione minima di metri 200x50 segnati sulle carte con due colori. Rosso: pascoli perenni privi di pietre che si adattano all' atterraggio di aerei; Giallo: superfici con coltivazioni basse (es. mais, patate, grano) adatte ad attcrraggi d' emergenza. Il progetto originario prevedeva la costruzione di quattro hangar, dell' officina, di un locale per il personale di guardia, di un locale uso uffici, di un magazzino ricambi, di un locale per scarico dell' olio usato e di due  serbatoi in cemento per la benzina della capacità individuale di 300 kg. Ogni hangar, che poggia su quattro piloni in cemeneto, ha un' apertura frontale di metri 16, un'altezza di metri 4,20 e una profondità di metri 8. Nei rimanenti 6 metri di profondità, l' hangar si restringe ad una larghezza di 6m. per un'altezza di 2,50 m.  La pavimentazione e' ricoperta con legno marino tipo "ponte di nave". La supervisione dei lavori era affidata all'amministrazione della caserma del castello di Gorizia. Alla fine del 1911 erano stati costruiti i quattro hangar e
l' officina ma l' aeroporto venne ugualmente inaugurato il 15 gennaio 1912 dall' esercito austroungarico che lo adibi' esclusivamente a scuola di volo in supporto di quella di Wiener Neustadt.
 

I corsi di pilotaggio iniziarono nel 1913: ogni istruttore non poteva seguire più di due piloti alla volta e  pertanto, in un corso di pilotaggio non potevano essere presenti più di 10-12 piloti. Inoltre considerando la situazione effettiva della scuola, con il numero degli aerei disponibili e col numero degli istruttori, fu deciso che ad un corso non dovessero partecipare più di sei ufficiali. L' aeroporto di Gorizia era stato considerato un campo difficile, soprattutto per le sue ridotte dimensioni e veniva definito "...un campo più adatto a piloti provetti che per i principianti", ma nonostante tante le difficoltà, sul campo di volo di Gorizia ci fu sempre una notevole attività addestrativa basica ma anche avanzata. Con i corsi si ebbero i primi incidenti di volo: il 4 novembre 1912 perse la vita il ten. von Petrovitz, il primo caduto su questo aeroporto militare e primo pilota militare austriaco deceduto. Il 19 dicembre 1913 il secondo incidente con kanonier Binder Eduard che cadde durante un volo prova. Nel 1915 con le prime avvisaglie dell' ingresso dell' Italia in guerra, appari' chiaro  quanto vulnerabile fosse  il campo di volo perché troppo a ridosso di quella che sarebbe stata la linea del fronte: in caso dell' entrata in guerra dell' 'Italia, venne deciso che tutto il materiale presente doveva' essere smontato e trasferito a Szombathely.

Dopo la dissoluzione dell' Austria-Ungheria che seguì la Prima guerra mondiale, Gorizia fu annessa al Regno d' Italia assieme al resto della Venezia Giulia nel 1921. Fu durante questo decennio che il campo di volo venne ampliato e sistemato non senza difficolta' poiche' era ancora attraversato da trincee e camminamenti della 1^ Guerra mondiale.

Nord


Foto scattata probabilmente nel 1924. Ingrandendo la foto si notano, da sinistra verso destra, alcuni manufatti posti in diagonale, la palazzina comando in costruzione e piu' al centro un sentiero o un "camminamento" che dirige verso le trincee prossime alla ferrovia (linea retta chiara, in diagonale). I resti di probabili trincee attraversano  il centro del campo, in direzione nord - sud. In basso a destra e' riconoscibile un camminamento/ trincea che attraversa la strada ai bordi del campo. Due "T" delimitano la lunghezza del campo e tra esse, al centro, la scritta "GORIZIA". A sud, verso la frazione di Peci, il terreno e' ancora adibito a coltivazione e, solo in un secondo tempo, verra' inglobato nell'aeroporto. (Archivio Aeronautica Militare) (FotoAerea_01.jpg)

Nel 1924 l’ aeroporto di Gorizia e' classificato dalle autorita' italiane come aeroporto militare in disuso sulla rotta aerea Udine - Pola


planimetria dell'aeroprto risalente al 1926
(Dalla Guida dell’Aeronautica, edizione 1926 - pp.150 - 154)


Guida Aeronautica del 1924

Classe e categoria:
Aeroporto militare in disarmo (*)
(*) La ripresa aerea del 1924 e la documentazione dell' archivio dell'Aeronautica militare sembrerebbe discordare dalla Guida Aeronautica su "Reparti dislocati sull'Aeroporto: Merna - Gorizia"  (omissis 20.11.1925: 38^ Squadriglia in atto di formazione del LXIII Gruppo, 21° Stormo Ricognizione 38^ Sez. stazionaria). Procedendo ad un forte ingrandimento fotografico si  riconosce la  palazzina comando in costruzione, ancora parzialmente priva del tetto, mentre tutto intorno il terreno e' smosso e senza vegetazione, segno evidente della presenza di cantieri di lavoro. La discrepanza di informazioni tra Guida aeronautica e archivio dell' Aeronautica militare potrebbe essere giustificata dal fatto che al momento della stesura della prima, i manufatti fossero ancora in costruzione o esistenti ma non consegnati al committente.

Posizione geografica:
Latitudine: 45°54' 30'' N - Longitudine: 13° 36' E Gr. / Altitudine media del terreno: m.45 s.l.m. / Declinazione magnetica al gennaio 1925: 6° 38' W (Gorizia)

Posizione regionale:
Il campo dista 3 Km. S di Gorizia e a 1,5 N. di Merna, e confina colla ferrovia Gorizia-Trieste

Descrizione dei dintorni:
Il terreno, coltivato ad orti e gelsi, non permette atterraggi di fortuna

Cartteristiche del giro d'orizzonte:
A N. il Podgora, il Sabotino, il Monte Santo, il S.Gabriele, il S.Daniele, il S.Michele; ad E si estende la Vallata del Vippacco senza notevoli quote; a S l'altipiano carsico e ad W la pianura Friulana sulla quale spicca il monte Fortin (m.115)

Principali punti di riferimento:
Di giorno, venendo da N: la citta' di Gorizia ed il bivio ferroviario per Monfalcone e per S.Pietro; da Est: si attraversa la ferrovia Gorizia-Prebacina e il torrente Vertoibizza; da Sud: si attraversa il Vippacco a W di Merna; da W: si attraversa l'Isonzo e la ferrovia Gorizia-Monfalcone all'altezza di Savogna. Di notte: a N l'illuminazione della citta' di Gorizia, e ad W l'Isonzo (a 500 m. dal campo)

Descrizione:
Il campo ha forma quadrangolare. Vi si accede dalla provinciale Gorizia-Merna. Dimensioni del terreno di atterraggio: m.1150 x 520.

Stato del suolo:
Ottimo

Ostacoli:
Da Nord a Sud: lungo la strada provinciale di Gorizia la linea elettrica telefonica alta circa m. 6; l'antenna per segnalazioni (m.18); e i manufatti del campo (m.12). A Sud: presso il confine del campo un ricolmo di terra della riservetta munizioni, alto circa 3 m., Da Nord - Ovest  ad Est: lungo la strada di accesso al campo la linea telefonica alta m. 4, e manufatti dell'altezza di m. 5 circa. Da Sud - Est a Nord - Est: lungo la ferrovia Gorizia - Trieste la linea telegrafica e telefonica alta circa m. 5

Segnali di riconoscimento e segnalazioni:
Direzione normale di atterraggio: Da E a W e viceversa. Segnali di atterraggio diurno: Due T e la scritta del nome GORIZIA. Segnali di atterraggio notturno: N.N. Indicatore del vento: Esiste solo l'albero segnalazioni senza manica

Costruzioni ed impianti aeronautici:
Hangars: N.N. Alloggi e magazzini: Alcune baracche. Officine: Esiste il locale

Rifornimenti e servizi:
Essenze e lubrificanti: Sul campo non vi sono depositi militari; esiste un deposito della Societa' Nafta distante un chilometro.

Acqua:
Esistono due pozzi attualmente senz'acqua. Servizio incendi: N.N. Servizio sanitario: Il posto più vicino di    medicazione, presso il Comando 6° Artiglieria, dista 2 Km.; l'ospedale principale di Gorizia dista circa 3 Km.,

Comunicazioni:
Ferroviarie: La stazione di Gorizia dista 3 Km. dal campo. Stradali: Buone rotabili per ogni direzione.

Mezzi di trasporto:
N.N. (Esiste un servizio automobilistico pubblico sulla provinciale Gorizia-Monfalcone-Trieste, che passa nelle adiacenze del campo). Telefono: Sul campo. Telegrafo: All'ufficio pubblico di Gorizia (Km. 4). Stazione RT: Sul campo N.N.

Informazioni varie:
Il campo e' in formazione e non vi hanno sede reparti d'aviazione

Condizioni aerometeorologiche:
Temperatura media: Annuale +13° invernale +4° estiva +22° Visibilita', nebbia e nuvolosita': La visibilita' e' generalmente buona, tranne che in estate in cui spesso e' turbata da densa foschia. La nebbia si presenta in media 18 giorni all'anno con maggior frequenza nei mesi di novembre, dicembre, gennaio e febbraio; appare fitta nelle prime ore  del mattino ed a sera inoltrata. La nebulosita' media annua e' di 5/10 di cielo coperto; i mesi piu' nuvolosi sono marzo e giugno. Precipitazioni: La media annua dei giorni di precipitazioni e' di mm 123 (28 in inverno, 38 in primavera, 35 in estate e 33 in autunno). La quantita' liquida annua caduta e' di mm. 1552 con mm. 240 in inverno, mm. 412 in primavera, mm. 430 in estate e mm. 470 in autunno. La neve cade raramente ed in quantita' piccola. Venti: Nell'anno predominano generalmente i venti del 1° quadrante. I regolari diurni sono le brezze di monte provenienti da S. I piu' forti spirano abitualmente da N. e da SE. Il tempo buono e' caratterizzato dai venti del 1° quadrante ed il cattivo dagli occidentali o da quelli di S. Carattere generale del tempo. Nel 1924 si ebbero 139 giorni con tempo bello, 91 mediocre e 135 cattivo.


 
Gorizia 1924 - dettaglio di una foto aerea: si notano alcune costruzioni e tre hangar che poco dopo verranno demoliti per far posto ad altre costruzioni. Al centro la scritta "GORIZIA". (AeronauticaMilitare FotoAerea-01A)

Si puo' ancora evincere la presenza di un reparto di volo da una fotografia del 1925 che ritrae piloti e specialisti davanti ad un Ca.46 sul campo di Gorizia; altre documentazioni fotografiche risalenti al 1926 dell' Ufficio Storico dell' Aeronautica militare, confermano quanto attestato.
 
 

Gorizia, probabilmente nel 1925: piloti e specialisti davanti a un velivolo Ca.46. (Den01)

L' aviazione con la propensione alla velocita', al rischio e alla modernita', incarna gli ideali del fascismo anche per il fascino che il volo esercitò su Mussolini. Ma al successo della nuova arma, diventata indipendente il 28 marzo 1923, contribuirono anche ragioni geo-politiche:
"Basta gettare un'occhiata sulla carta d' Italia per convincersi della necessita' assoluta di una forte aviazione. La quasi totalita' del territorio nazionale e' accessibile alle offese di un aereo nemico capace di superare la modestissima distanza di 350 Km. di andata e altrettanti di ritorno" (da: Ordinamento dello stato fascita, seconda parte).

Il regime quindi si fa' custode dell' inviolabilita' del territorio nazionale promuovendo un rapido incremento dell' aviazione con la costruzione di nuovi apparecchi e la creazione su tutta la penisola di campi di fortuna, indispensabili per la sicurezza del volo (legge approvata dalla Camera dei Deputati nel 1924 e successiva del 23 giugno 1927 n.1630). L' onere per la sistemazione dei campi di fortuna ricade inizialmente sulle provincie ma, con la successiva entrata in vigore delle leggi sui tributi locali passa alla contabilita' del Ministero dell' Aeronautica ".... con un aggravio del nostro gia' striminzito bilancio, di circa 73 milioni." (da: discorso di Italo Balbo alla Camera dei Deputati, anno 1927)
 
 

... Il campo di aviazione deve essere considerato ormai, come si considera la stazione ferroviaria, un elemento integrante della vita civile. Le vie del cielo sono entrate nel novero delle comunicazioni indispensabili al traffico di una civilta' attiva e moderna. E' un titolo d'orgoglio, ma piu' ancora e' una legittima soddisfazione alle esigenze pratiche di una grande citta possedere il campo d'aviazione"
da: discorso di Italo Balbo alla Camera dei Deputati, anno 1927

Aeroporto di Gorizia
ricostruzione grafica della disposizione delle infrastrutture

Dopo i lavori di ampliamento e sistemazione eseguita nella meta' degli anni '20,  il campo era sovradimensionato per le esigenze dell' unico Reparto di volo presente e solo con l' arrivo del 4° Stormo l' aeroporto incomincia a funzionare a pieno regime. Le costruzioni sono disposte su tre lati del quadrilatero: da nord (guardando la citta') verso sud in senso orario. Deposito carburante / hangar Ricognizione / comando Ricognizione / magazzino MSA / magazzino casermaggio (dietro MSA) / stazione R.T. (dietro MSA) / palazzina sottufficiali (dietro MSA) / hangar Gleiwitz della Ricognizione / officine terzo tipo / palazzina avieri (dietro officine) corpo di guardia / hangar Lancini / palazzina comando / piscina olimpionica per gli ufficiali / infermeria, R.R.C.C. e amministrazione / hangar Lancini 4°Stormo e relative appendici (pavimento appendici hangar 4° Stormo in manufatto rosso). Proseguendo oltre gli hangar verso la frazione di Peci: "collinetta" o "parapalle", un terrapieno alto una decina di metri per la messa a punto delle mitragliatrici degli aerei. Poco distante sul  monte Cerjie (Carso), si trova il poligono di tiro contro i palloni (direzione di tiro da Gabria verso il monte Faiti). Dal 1936 nella zona attigua agli hangar del quarto Stormo, a sud dell' aeroporto, viene attivata per la stagione estiva la colonia elioterapica destinata ai banbini  dei comuni limitrofi. Completano le infrastrutture i rifugi antiaerei in prossimita' della palazzina avieri (nord - est), oltre gli hangar della Ricognizione (nord - ovest), poco più avanti dell' infermeria, dietro gli hangar della 73^ - 96^ Sq. e 97^ - 84^ Sq., dietro la palazzina ufficiali.
L'aeroporto viene intitolato al patriota istriano Egidio Grego

La regolamentazione del traffico aereo sull' aeroporto e' contenuta nel libretto disciplina di volo. Il campo viene suddiviso in due "zone": quella a nord utilizzata dal 21° Stormo e quella a sud dal 4° Stormo. Per l' atterraggio entrambi gli  stormi utilizzano le fasce centrali adiacenti mentre per i decolli utilizzano le fasce piu' esterne e vicine ai propri hangar. Le direzioni prevalenti di decollo, vento permettendo, sono da est verso ovest e viceversa per l' atterraggio (1150 m. per 520 m.). Per i soli voli notturni (con luna piena) vengono utilizzate le direttrici Nord - Sud (dalla città verso il San Michele). Due "T" poste agli estremi della striscia utilizzata, servono da ausilio ai piloti ed  indicano le direzioni d’ atteraggio e decollo. Al centro del campo la scritta "GORIZIA" ben visibile da lontano. Una caratteristica particolare dell' aeroporto e' la sua superficie di origine alluvionale che permette un rapido drenaggio, anche dopo violenti rovesci, garantendo sempre  la piena operativita'. La visibilita' e' generalmente buona durante tutto l' arco dell'anno con una media di 18 giorni di nebbia nel primo mattino e a sera inoltrata. La nebulosità media annua è di 5/10 di cielo coperto con precipitazioni più frequenti in primavera. (Guida dell'Aeronautica del 1926)
 

Il 21° Stormo Ricognizione con la 38^ Squadriglia (63° Gruppo) e' il primo Reparto ad insediarsi sul campo di Gorizia - Merna. Verra' raggiunto nel gennaio del 1927 dal Comando di Gruppo e dalla 41^ e 113^ Suadriglia provenienti da Campoformido. Tre anni dopo, il 1°,ottobre 1929 viene rischierato sull' aeroporto il 27° Gruppo del 14° Stormo per partecipare alle esercitazioni di bombardamento sul poligono di Aviano, esercitazioni che continueranno anche nel 1930. Anche l' 8° Stormo con il 28°Gruppo (10^ e 19^ Sq.) e il 27°Gruppo (17^ e 18^ Sq.), viene rischierato sull' aeroporto di Gorizia, prima delle Grandi Manovre di Ferrara, dal 26 giugno al 24 agosto 1931. In settembre giungono da Campoformido e da Aviano il 9° e 10°Ggruppo del 4° Stormo da poco costituito in forma provvisoria.

L' 11 giugno 1932 una parata aerea congiunta del 4° e 21° Stormo, saluta l' assunzione di comando del 21° Stormo Ricognizione del. col. Amedeo di Savoia duca d' Aosta che aveva chiesto e ottenuto dal Re di passare dall' artiglieria alla Regia Aeronautica. L' anno successivo, il 5 maggio 1933, l' augusto comandante lascia la ricognizione e subentra al t.col. Bonola al comando del 4°Stormo. Nel 1934 il comando della 3^ Brigata Aerea (1° e 4° Stormo) con sede a Campoformido, viene trasferito a Gorizia e posto ai comandi del Duca d' Aosta. Nello stesso anno, il 21 maggio, e' in visita a Gorizia il sottocapo di S.M. gen.Pinna: in onore dell'alto ufficiale la 3^ Brigata sfila in volo con 62 velivoli, guidati dal Duca d'Aosta, che decollano ed atterrano a Merna. Di seguito si esibisce la squadriglia di Alta Acrobazia comandata dal ten. Tessori, su Ba.19. Il 22 novembre 1934 viene trasferito a Gorizia il 44° Gruppo del 14° Stormo per poi essere trasferito l' anno successivo in Africa orientale. Nella  seconda  metà degli  anni  '30, il silurificio Whitehead di Fiume progetta un siluro da aereo l' "RM-MAS" di calibro 450 mm, lungo 5,50 m. e probabilmente per questo motivo che nella stesso periodo, vengono rischierati a Gorizia alcuni velivoli S.M.81 e S.79 per sperimentare il lancio nel mare antistante a Pola. Uno di questi lanci venne effettuato il 4 maggio 1937 da un trimotore S.M.81 pilotato dal gen.D.A. Amedeo di Savoia. Dall' inizio del 1936 e fino al 31 agosto dello  stesso anno, ritorna a Gorizia, con la denominazione originaria, il 14° Stormo con il 45°Gruppo. Nello stesso anno il Duca d' Aosta lascia il comando della 3^ Brigata per assumere il 1° marzo, con il grado di generale D.A., il comando della 1^ Divisione Aerea Aquila, che manterra' fino a dicembre 1937 e alle cui dipendenze vengono poste la I^  Brigata Aerea con l' 8° e 14° Stormo e la 3^ Brigata Aerea con il 1°, 4° e per un breve periodo il 6° Stormo. A meta' agosto 1936 in seno al 4° Stormo viene istituito il Nucleo di Addestramento con sede nell' hangar Lancini centrale e rimarra' operativo fino al 1938. Nel mese di settembre del 1936, viene trasferito a Gorizia il 3°Gruppo del 6° Stormo, costituito nel gennaio dello stesso anno.

Il 10 giugno 1940 l' Italia entra in guerra: personale ed armamenti vengono trasferiti dai campi di manovra di Ronchi dei Legionari, Divaccia e Aidussina che si trovano nel settore d' impiego dell' aeroporto, sul campo di Merna per poi essere inviati sul fronte occidentale. Contemporaneamente i comandi superiori emanano precise disposizioni ai Reparti per la protezione passiva dei velivoli facendoli decentrare ai margini del campo. Gia' dai giorni precedenti della dichiarazione di guerra comincia l' avvicendamento di Reparti sull' aeroporto di Merna: il 7 giugno il 10°Gruppo del 4° Stormo parte per l' Africa settentrionale. Il 19 giugno il personale del 71°Gruppo e della 116^ Squadriglia O.A. viene trasferito ad Aosta per le operazioni sul fronte occidentale contro la Francia; il 20 giugno il 9°Gruppo viene trasferito sul campo di Mirafiori.
Il 25 luglio 1940 viene costituito il primo reparto della specialità Aerosiluranti della Regia Aeronautica che assume la denominazione di "Reparto Sperimentale Aerosilurante" poi modificata in "Reparto Speciale Aerosilurante": vi fanno parte Carlo Emanuele Buscaglia, Carlo Copello, Guido Robone, Melley Forzinetti e Dequal, quest' ultimo ne assume il comando.

Il 9 ottobre 1940 il capo del governo Italiano, Benito Mussolini, incontra il gen. Pricolo sull' aeroporto di Gorizia. Il 27 ottobre, quattro S.79 partono da Gorizia alla volta di Grottaglie per costituire la 281^ Squadriglia Autonoma Aerosiluranti.
Gli ultimi due mesi dell' anno sono segnati da due incidenti mortali: il 21 novembre uno dei  cinque  Ju.87 provenienti da Graz e diretti a Gorizia al comando del s.ten. Marco Larcher, per un' avaria al motore atterra sui campi di Mossa (a 6Km.da Gorizia) tranciando un cavo dell' alta tensione. Il pilota ed il 1° aviere rimangono illesi ma tra i soccorritori, ignari della presenza del cavo, uno muore e altri due rimangono feriti. L' altro incidente avviene l' 11 dicembre quando un C.R.32 della Scuola Addestramento Caccia per un' errata manovra entra in vite ed il pilota serg. Clemente Bonfanti lanciandosi viene investito dai piani di coda.
Nello stesso mese di dicembre viene costituita a Gorizia la 279^ Squadriglia Aerosiluranti che, nel gennaio '41, sara' trasferita a Catania e in aprile in Egeo.
Chiudono l' anno le operazioni di siluramento effettuate il 26 dicembre da cinque S.79 del Nucleo Addestramento Siluranti al comando del ten. col.Carlo Unia.

Nel 1941 l' aeroporto di Gorizia è uno tra i più affollati d' Italia: vi sono i Macchi M.C. 200 e M.C. 202 del 4° Stormo Caccia, rientrato dall' Africa a fine gennaio e, in attesa di trasferimento per le operazioni nel Mediterraneo, viene sistemato nell' hangar Lancini a Nord, vicino alla palazzina Comando. I Fiat C.R.32, C.R.42, G.50 e i Macchi M.C. 200 della Scuola di Volo Avanzato costituitasi nella primavera dello stesso anno per la specialita' caccia, alloggiati negli hangar già sede delle Sq. 96^, 84^, 90^ e 91^ del 4° Stormo e, secondo alcune testimonianze, anche negli hangar della Ricognizione sul lato opposto del campo. I trimotori S.79 e S.M.84 del 1° Nucleo Addestramento Aerosiluranti e ancora altri velivoli in attesa di assegnazione ai Reparti sui vari fronti di guerra. ll primo aprile 1941 viene costituito il Comando Aviazione Caccia al comando della 2^ Squadra Aerea e dalla quale dipendono il 4° ed il 54° Stormo.
 
 

Gorizia - 8 maggio 1942: una formazione di CR42 della Scuola Caccia sorvola l'aeroporto. A terra alcuni MC. 200 e S. 79.
(Arch.DelMoro 06)

Tra gli istruttori della scuola caccia comandata dal Cap.Pezze' il Serg.Guido Pongilupi nel 1942

Il 6 marzo 1941 il pilota  serg. Manlio Dell'Angelo, a bordo di uno Junkers Ju. 87R-2 (Stuka) dopo il decollo esegue un tonneau ma, trovandosi troppo basso,  precipita sulla linea di volo del 9°Gruppo uccidendo l' aviere Guido Buffa che sta' lavorando su un M.C. 200.
 
 

Gorizia - 6 marzo 1941: lo Stuka precipitato sulla linea di volo davanti agli hangar della Ricognizione utilizzati, in quel periodo, dalla Scuola Caccia. (Arch.Brancaccio bra08)

All' inizio delle ostilita' con la Jugoslavia, la notte del 6 aprile 1941 viene attivata sull' aeroporto di Gorizia e su quelli di Ronchi ed Alture di Pola, la sezione "Caccia Notturna" ed il servizio d' allarme dall' alba al tramonto. Ne fanno parte la 96^ e 97^ Sq. con compiti difensivi su Gorizia, Trieste  e Monfalcone, e la 73^ Sq. con compiti offensivi. Al termine delle operazioni in Jugoslavia, tra il 17 e il 20 aprile tutto il 9°Gruppo rientra a Gorizia mentre il 10°rimane a Ronchi. Il 1° maggio viene sciolta la Sezione Caccia Notturna che versa i suoi C.R. 42 al 2° Stormo. Il 7 giugno giunge al 10°Gruppo del 4° Stormo l' ordine di partenza per la Sicilia seguito pochi mesi dopo da quello per il 9°Gruppo con la stessa destinazione. Un mese dopo, in luglio, il 6° Stormo viene rimpatriato con tutti i velivoli fuori uso e il personale del 2°Gruppo viene rischierato a Gorizia per il passaggio sul nuovo velivolo in via di assegnazione, il Reggiane Re.2001. La consegna dei velivoli viene completata nel febbraio 1942, dopodiche' il Gruppo viene trasferito prima in Sicilia e poi a Pantelleria per le operazioni sul Mediterraneo. Nel 1942, sull' aeroporto di Gorizia opera, con velivoli S.M.82 "Marsupiale", la 603^ Squadriglia del 146°Gruppo Trasporti, impegnata in Croazia in operazioni di rifornimento alle truppe italiane.
 
 

Gorizia - marzo 1942: S.M.82 Marsupiale della 606^ Squadriglia, CXLVIII Gruppo Trasporti. (Arch.Bulfon bul003)

Con foglio d'Ordini n.10 del 5 aprile 1942 - XX, l'aeroporto di Gorizia assume sotto la data del 20 marzo il nome di Amedeo di Savoia Duca d'Aosta
 
 
 

Nel novembre del '42 transita e viene fotografato sull' aeroporto di Gorizia il Cant-Z 1015, unico esemplare costruito dai C.R.D.A. di Monfalcone.
 
 

Gorizia - novembre1942: una rara fotografia del CANT-Z 1015.
(Anno di costruzione 1939.Trimotore transatlantico, Velocita' max di 565 Km/h e di stallo a pieno carico 135 Km/h. Autonomia 5000 Km. Peso a vuoto 9.400 Kg. A pieno carico 18.500 Kg. Tre motori Piaggio XII RC da 1280 Hp). (Arch.DelMoro dmo10)

Dal 20 marzo 1942, come da  Foglio d'Ordini n.10 del 5 aprile 1942 - XX parte prima, Comunicazioni e Disposizioni Varie, l' Aeroporto di Gorizia viene intitolato ad Amedeo di Savoia Duca d'Aosta.
Tra il 1942 e il 1943 personale civile femminile, formato presso la casa balilla di Gorizia, oggi "Scuola d'Arte", viene impiegato alla stazione R.T. con il compito di ricevre i bollettini meteo da trasmettere ai piloti.
 
 

Aeroporto: personale civile della stazione R.T. (Arch.Orzan orz007)

All 'inizio del 1943, nell' hangar Gleiwitz della Ricognizione Aerea, si insedia la S.R.A.M. (Sezione Riparazione Aeromobili Motori) con un centinaio di persone tra operai e impiegati amministrativi coordinati da personale militare tra cui il ten. G. Ricciarelli,  un capitano ed altri avieri. Gli uffici amministrativi si trovano in un caseggiato basso a fianco dell'hangar. Dopo l' 8 settembre 1943 il ten. Ricciarelli con l' aiuto di un' amica impiegata della S.R.A.M. riuscira' a fuggire e tornare a casa mentre il comandante verra' deportato in Germania. La S.R.A.M. continuera' ad operare sull' aeroporto fino al 18 marzo '44 (data dello spezzonamento) dopodiche', uffici ed impiegati verranno trasferiti nella scuola elementare di S.Andrea e poi nella sede dell'O.N.F.A in S.Pietro a Gorizia.
 
 

Gorizia: personale civile e militare impiegato nella S.R.A.M. (Franco SramFranco-03)

 
APPROFONDIMENTI

« Il governo italiano, riconosciuta l' impossibilità di continuare l' impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell' intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, Comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza »
 

Il proclama Badoglio e' accolto dalla popolazione goriziana con manifestazioni di giubilo e cortei spontanei mentre le forze armate abbandonate al caos e senza ordini si sfaldano: in aeroporto rimangono due giovani ufficiali dell' Aeronautica (il s.ten. Ferdinando Piccolo ed il s.ten. Luigi Della Rovere) e i carabinieri del piccolo presidio. Nel mattino del 9 settembre1943 i partigiani occupano l' aeroporto trafugando le armi  dai depositi e quelle di bordo dai pochi aerei, per lo piu' da addestramento, ancora presenti: i due ufficiali dopo difficili trattative riescono ad impedire la loro distruzione.
Il 12 settembre 1943 dopo aver annientato in un cruento conflitto a fuoco la resistenza dei reparti partigiani asseragliati alla stazione ferroviaria e rastrellato la zona dello scalo e delle caserme, nel tardo pomeriggio i tedeschi occupano l' aeroporto. I militari italiani vengono portati alla caserma "Aosta" (oggi "Montesanto") di via Trieste per definirne la sorte. I due ufficiali dell' Aeronautica, dopo aver sottoscritto un "atto di lealta' " vengono reintegrati e nominati rispettivamente comandante (s.ten. Ferdinando Piccolo) e vicecomandante (s.ten. Luigi Della Rovere) dell' aeroporto, incarichi che manterranno per pochi mesi fino alla nascita della Rpubblica Sociale Italiana.
A meta' settembre viene attivato dai tedeschi il "Comando Prima Compagnia Aeronautica Italiana - Aeroporto di Gorizia" per gestire la presentazione del personale ex R.A. sbandato, le liste della leva aeronautica e le strutture aeroportuali. In aeroporto si insedia il "Gebirgspionierbataillon 83" della Wehrmacht che vi restera' fino al suo trasferimento a Villa Opicina nel novembre 1943.

Il 18 settembre 1943 atterra a Gorizia-Merna uno Junkers Ju.52 con un primo gruppo di piloti italiani del G.T.V. (Gruppo Trasporti Velivoli), Reparto costituito ad Aviano il giorno 15 settembre 1943 con personale che, rifiutando la capitolazione si e' volontariamente messo a disposizione della Luftwaffe con il compito di salvaguardare e recuperare il materiale di volo disseminato sui vari campi di volo del centro - nord Italia.
Il 26 settembre 1943 il campo di Gorizia inizia ad operare come aeroporto di raccolta del G.T.V. per i velivoli italiani destinati al trasferimento in Germania (con insegne Luftwaffe).
Sull' aeroporto i tedeschi, che utilizzano la manodopera italiana (TODT), predispongono una serie di infrastrutture protettive allo scopo di riparare i propri aerei dalle incursioni nemiche costruendo piste di decentramento affiancate da piazzole protette daterrapieni a forma di U. Le piste sono strade in terra battuta che, partendo dal campo di aviazione, escono da quest' ultimo e si sviluppano a raggera dirigendo verso le vicine loclità di Merna, Savogna fino all' estrema periferia sud di Gorizia, dietro l' ospedale militare di via S. Michele ora via Ristori. Il 18 ottobre 1943 i partigiani cannoneggiano l' aeroporto con granate di artiglieria "non spolettate" (probabilmente per impreparazione). Il 28 ottobre 1943 i tedeschi ordinano di trasferire sul campo di Gorizia i Fiat C.R.42 e i Macchi M.C.200 e M.C.202 basati sull' aeroporto di Treviso. Successivamente questi aerei e quelli qui convogliati da altri campi, saranno trasferiti in Germania.

Il 5 novembre 1943 inizia lo schieramento sull' aeroporto dei Savoia Marchetti S.79 della 2^ e 3^Squadriglia del Gruppo Autonomo Aerosiluranti. Il Gruppo e' stato costituito a Firenze il 15 settembre 1943 al comando del cap. Carlo Faggioni, un asso di quella specialita', e intitolato al maggiore pilota M.O. Carlo Emanuele Buscaglia, il piu' valoroso degli aerosiluratori italiani ritenuto morto durante una missione sulla rada di Bougie nel novembre '42. Con enormi sforzi il Gruppo riesce ad ottenere un' elevata efficienza operativa con un organico ampliato e aerei di nuova costruzione: fino ad una trentina di velivoli ripartiti in tre Squadriglie.

Il successivo 23 novembre,1943 nasce ufficialmente l' Aeronautica Nazionale Repubblicana (A.N.R.). Gorizia e la sua provincia pur trovandosi  in territorio soggetto alla potesta' dell' Alto Commissario della Zona di Operazioni Litorale Adriatico, in cui e' estromesso ogni potere civile e militare della Repubblica Sociale Italiana, le autorita' tedesche consegnano all' A.N.R. l' intero aeroporto Gorizia - Merna, codificato "operativo n°30" e "ordinario 93". I campi di Ronchi, Vipacco, Aidussina, San Pietro del Carso, sono usati in comune con la Luftwaffe. Il 9 febbraio 1944 nella ricorrenza della Repubblica Romana (1849), prestano solenne giuramento collettivo tutto il personale dell' Aeronautica Nazionale Repubblicana. La cerimonia ha luogo nell'ambito delle squadriglie del Gruppo Buscaglia.

Il 25 febbraio 1944 dopo aver abbattuto sulle Alpi Bavaresi un B-24 Liberator perdendo un aereo, atterrano sul campo di Gorizia undici Macchi M.C. 205 Veltro del 1°Gruppo Caccia Terrestre "Asso di Bastoni" decollati su allarme da Campoformido. Ai primi di marzo 1944 per la sicurezza dell' aeroporto, viene schierato in localita' Sant'Andrea un "Nucleo Paracadutisti di Protezione" dell' A.N.R. con il compito di affiancare alcuni militari del 4° Reggimento M.D.T. (Milizia Difesa Territoriale) "Gorizia" nella difesa contraerea, contro attacchi di truppe aviotrasportate e nella sorveglianza antisabotaggi. I distaccamenti prendono posizione al Castello di Rubbia, in localita' San Pietro e Merna.

Il 5/8 marzo 1944 provenienti da Venegono, atterrano a Gorizia dieci S.79 S della 2^ Squadriglia Buscaglia diretti all' aeroporto trampolino di Perugia.

La versione S del Sai.79 si distingue per l'aggiunta del cannone da 20 mm, per la eliminazione della gondola ventrale del puntatore e per le modificati agli scarichi per le azioni notturne
 
 

Da Perugia sei di essi, al comando di Faggioni, decollano la sera del 10 marzo 1944 per azioni di guerra contro il naviglio alleato impegnato negli sbarchi a Nettuno e Anzio. La missione ha pieno successo pur con la perdita di un velivolo abbattuto (quello del ten. Teta) e il danneggiamento di quello del ten. Ottone Sponza che rientra alla base di Gorizia con due soli motori in funzione. Nella notte del 13 marzo 1944 nuova partenza per l' aeroporto "tranpolino" di Perugia con cinque aerosiluranti:  la meta e' sempre la stessa, il fronte dello sbarco di Nettuno e Anzio. Il 15 marzo 1944 il rientro a Gorizia da Perugia degli S.79S per riarmo con siluri e partenza il giorno seguente, rimandata a causa del maltempo lungo la rotta appenninica.
La reazione avversaria non si fa' attendere e il 18 marzo 1944 bombardieri americani bombardano con spezzoni l' aeroporto. Il 19 marzo 1944 vengono trasferiti a Venegono gli equipaggi aerosiluranti rimasti senza velivoli, seguiti dopo qualche giorno da alcuni S.79 S gia' danneggiati dallo spezzonamento e sommariamente riparati dagli specialisti. Causa l'inagibilita' del campo di Gorizia - Merna, il Gruppo "Buscaglia" si trasferisce per operare da Lonate Pozzolo. Per gli stessi motivi il Comando del G.T.V. si trasferisce in localita' San Pietro, presso la palazzina gia' sede dell'O.N.F.A.

L'11 agosto 1944 suona nuovamente l' allarme per un altro bombardamento e nell'aprile 1945, a pochi giorni dalla fine delle ostilita' un ultimo bombardamento di minore intensità si abbatte sull' aeroporto, di fatto gia' dismesso. Il 29 aprile 1945 il presidio tedesco abbandona l' aeroporto. Nel periodo che intercorre tra il bombardamento del 18 marzo 1944 e la ritirata tedesca, i lavoratori della "Todt" demoliscono cio' che resta dei tre hangars metallici (4° Stormo) situati verso Peci, l' hangar della Ricognizione Aerea e l' hangar Lancini a est dell' aeroporto e ogni altra struttura metallica. I rottami vengono inviati alle fonderie tedesche, verosimilmente della Stiria o della Carinzia, per alimentare l' industria bellica del Reich; unico superstite il grande hangar Gleiwitz  della Ricognizione oggi utilizzato dall' Aero Club.

Il 1° settembre 1945 termina la 2^ Guerra Mondiale. Nell'ottobre dello stesso anno l' 88^ Divisione di Fanteria degli Stati Uniti si insedia sull' aeroporto con tredici monomotori ad ala alta Stinson L.5 cosi' distribuiti:
1 Stinson L.5 a disposizione del Quartier Generale della Divisione (HQ 88^ "Blue Devils)
3 Stinson L.5 a disposizione, uno per ciascun Comando di Reggimento di Fanteria (HQ 349° - 350° e  351° Inf.Rgt.)
9 Stinson L.5 a disposizione dei Comandi di Battaglione d'Artiglieria (HQ 337° - 338° - 339° - 931° F.A. Bn.)

Compito dei monomotori l'osservazione aerea e la direzione del tiro delle artiglierie per la vigilanza del tratto della "Linea Morgan", dal confine austriaco al Carso meridionale.
 
 

Gorizia 1947 velivolo da osservazione aerea Stinson L.5 "Sentinel". Visibili sul timone le insegne del 337° Battaglione di Artiglieria Campale, inserite nel quadrifoglio blu, emblema dell' 88^ Divisione U.S.A. 
Per gentile concessione de:Gruppo di Ricerca Storica Isonzo

In attesa della conferenza di pace del 10 febbraio 1947, a Gorizia scoppiano disordini e scontri tra manifestanti filoslavi e italiani, sedati dalle forze di polizia alleate. Le parti vogliono arrivare alla conferenza dimostrando l' appartenza della citta' ciascuno alla propria etnia e per questo, con l' approssimarsi della confernza, gli scontri si fanno piu' violenti.
 
 

Estratto del trattato di pace fra l'Italia e le Potenze Alleate ed Associate - Parigi, 10 febbraio 1947

Art. 3.
Le frontiere fra l'Italia e la Jugoslavia saranno determinate nel modo seguente:
1. Il nuovo confine seguirà una linea che parte dal punto di congiunzione delle frontiere dell'Austria, Italia e Jugoslavia, quali esistevano al 1º gennaio 1938 e procederà verso sud, seguendo il confine del 1938 fra la Jugoslavia e l'Italia fino alla congiunzione di detto confine con la linea di demarcazione amministrativa fra le province italiane del Friuli (Udine) e di Gorizia;
2. da questo punto la linea di confine coincide con la predetta linea di demarcazione fino ad un punto che trovasi approssimativamente a mezzo chilometro a nord del villaggio di Memico nella Valle dell'Iudrio;
3. abbandonando a questo punto la linea di demarcazione, fra le province italiane del Friuli e di Gorizia, la frontiera si prolunga verso oriente fino ad un punto situato approssimativamente a mezzo chilometro ad ovest del villaggio in Vercoglia di Cosbana e quindi verso sud fra le valli del Quarnizzo e della Cosbana fino ad un punto a circa 1 chilometro a sud-ovest del villaggio di Fleana, piegandosi in modo da intersecare il fiume Recca ad un punto a circa un chilometro e mezzo ad est del Iudrio, lasciando ad est la strada che allaccia Cosbana a Castel Dobra, per via di Nebola;
4. la linea quindi continua verso sud-est, passando immediatamente a sud della strada fra le quote 111 e 172, poi a sud della strada da Vipulzano ad Uclanzi, passando per le quote 57 e 122, quindi intersecando quest'ultima strada a circa 100 metri ad est della quota 122, e piegando verso nord in direzione di un punto situato a 350 metri a sud-est della quota 266;
5. passando a circa mezzo chilometro a nord del villaggio di San Floriano, la linea si estende verso oriente al Monte Sabotino (quota 610) lasciando a nord il villaggio di Poggio San Valentino;
6. dal Monte Sabotino la linea si prolunga verso sud, taglia il fiume Isonzo (Soca) all'altezza della città di Salcano, che rimane in Jugoslavia e corre immediatamente ad ovest della linea ferroviaria da Canale d'Isonzo a Montespino fino ad un punto a circa 750 metri a sud della strada Gorizia-Aisovizza;
7. allontanandosi dalla ferrovia, la linea quindi piega a sud-ovest, lasciando alla Jugoslavia la citttà di San Pietro ed all'Italia l'ospizio e la strada che lo costeggia ed a circa 700 metri dalla stazione di Gorizia-S. Marco, taglia il raccordo ferroviario fra la ferrovia predetta e la ferrovia Sagrado-Cormons, costeggia il Cimitero di Gorizia, che rimane all'Italia, passa fra la Strada Nazionale n. 55 fra Gorizia e Trieste, che resta in Italia, ed il crocevia alla quota 54, lasciando alla Jugoslavia le città di Vertoiba e Merna, e raggiunge un punto situato approssimativamente alla quota 49;
8. di là, la linea continua in direzione di mezzogiorno attraverso l'altipiano del Carso, a circa un chilometro ad est della Strada Nazionale n. 55, lasciando ad est il villaggio di Opacchiasella ed a ovest il villaggio di Iamiano;
9. partendo da un punto a circa 1 chilometro ad est di Iamiano, il confine segue la linea di demarcazione amministrativa fra le province di Gorizia e di Trieste fino ad un punto a circa 2 chilometri a nord-est del villaggio di San Giovanni ed a circa mezzo chilometro a nord-ovest di quota 208, che segna il punto di incontro fra le frontiere della Jugoslavia, dell'Italia e del Territorio Libero di Trieste.


 

Per effetto della conferenza di Parigi, Gorizia viene mutilata del suo territorio ma soprattutto del suo entroterra (90%) che si estendeva dal mare fino a Tolmino. Il confine con la Jugoslavia di Tito corre da nord a sud passando per la parte orientale della citta' noncurante delle case e del cimitero di Merna che viene diviso. L' aeroporto per pochi metri, la testata pista 27 dista appena 150 metri dalla linea confinaria, resta in Italia. Gorizia diventa l' ultimo baluardo dell' occidente.Sul tetto della stazione nord, ora in Jugoslavia, svetta minacciosa la stella rossa: qui incomincia la cortina di ferro!
 

Un aereo sconosciuto proveniente dalla Jugoslavia ha sorvolato di notte Gorizia e i dintorni, girando particolarmente sulla localita' del Collio.Volava a luci spente. Dopo aver sorvolato anche la zona collinare del cormonese, rientrava nel territorio Jugoslavo
(Da "Il Giornale di Trieste" del 1° giugno 1948)

 
Veduta aerea dell'aeroporto di Gorizia. Sulla destra la linea rossa segna il confine di Stato. (Chianese)

Peggiore sorte tocca a Trieste che perde gran parte della sua provincia e viene inserita nel neocostituito "Territorio Libero di Trieste" sotto il controllo degli Alleati. A protezione "Territorio Libero" nel marzo 1947, l' U.S.Army trasferisce da Gorizia a Trieste parte degli effettivi della 88^ Divisione tra cui gli aerei da ricognizione per poi completare nei mesi successivi il trasferimento dell' Unita' sul nuovo campo di aviazione di Prosecco (Ts). L' 88^ Divisione sara' l' ultima unita' aerea operativa dall' aeroporto di Gorizia in quanto anche l' Aeronautica Militare, considerando la vicinanza al confine di stato, trasferira' su altri aeroporti la propria attivita' declassificando l' aeroporto in distaccamento dipendente dal Comando di Udine. Nel corpo di guardia viene ricavato l' ufficio comando, la segreteria, l' ufficio amministrativo, la sala mensa e la cucina. Nella palazzina ufficiali vengono alloggiati i sottufficiali e gli avieri. A comandare il distaccamento si susseguono il ten. Niesutta, il m.llo Negusanti e il cap. Falchi.
Negli anni '60 e '70 l'Aeronautica Militare tornera' a volare a Gorizia con i Corsi di Cultura Aeronautica.

Verso la fine degli anni '40 l' aeroporto viene riconvertito per ricevere il traffico civile diventando scalo regionale. L' edificio situato a Nord della "demolita" Palazzina Comando e costruito sul finire degli anni '30, viene riparato dai dani subiti dallo spezzonamento del 1944 e nel suo interno sistemati gli uffici della "Direzione d'Aeroporto", l' ufficio CDA (piani di volo) dell' Aeronautica Militare, la stazione meteo (al centro sotto la torre) e il bar (a sinistra per chi guarda con le spalle al campo di volo). Viene anche aggiunta una "appendice" sul tetto dell' edificio (dipinta con una "scacchiera bianco-rossa) con la funzione di "Assistenza al Volo" (non una Torre di Controllo) per fornire informazioni meteo e di traffico ai velivoli in arrivo e partenza. Il servizio e' operativo solo dall' alba al tramonto (HJ). Dove sorgeva l' hangar Lancini, viene ricavato il piazzale per la sosta e parcheggio degli aeromobili di linea. Verso ovest, oltre gli hangar della Ricognizione, il radiofaro che verra' chiuso all' inizio degli anni '60 con il trasferimento dei voli commerciale a Ronchi. Le societa' SISA e LAI sono le prime compagnie aeree che effettuano il collegamento giornaliero tra Gorizia e Roma, via Venezia lido, con un velivolo C47.
 
 

Nel dopoguerra, ove sorgeva l'hangar Lancini Nord, vengono parcheggiati gli aerei dell'Aviazione Civile. Nella foto, un C.47 (DC3) in sosta, sorvolato dall'AlaParma del Col. Adriano Mantelli. (AeroClubGo 05)

Con l'inizio dei voli di linea, sull'aeroporto si insedia il 16 settembre 1947 la caserma della G.d.F. (al piano terra e al primo piano della palazzina sott'ufficiali) sede di Brigata (Brigata Aeroporto) e Tenenza. L'attivita' dei militari e'  in relazione al servizio delle aerolinee civili e di pattugliamento lungo il confine da Peci alla Casa Rossa. Cessati i voli, la caserma viene chiusa il 30 giugno 1969.

Il 9 settembre 1949 viene redatto lo Statuto e registrato l' Anno Costitutivo dell' Aero Club di Gorizia intitolato alla memoria del Cap. Osservatore Luciano Marni.  Nel 1983 l' Aero Club di Gorizia assorbe l' attività dell' Aero Club di Trieste, assumendo la nuova ed attuale denominazione di Aero Club Giuliano di Gorizia e Trieste.

Anche l' attivita' industriale sostenuta dalla costituzione della zona franca, comincia a svilupparsi con l' insediamento di piccole e medie attivita' produttive tra cui, negli anni '50, l' industria dolciaria ITMA. Con i suoi laboratori e uffici nella palazzina sottufficiali (n.26) e nell'ex  magazzino vestiario (n.25), l' azienda diventa una delle realta' occupazionali più significative della citta'.

ll 4 novembre 1962 alla presenza del capo dello stato on. A. Segni, del ministro della difesa on. G. Andreotti, del capo di SMA Gen. Aldo Remondino, della principessa Anna di Francia vedova di Amedeo Di Savoia Duca d' Aosta e numerose autorita' civili e militari, viene inaugurato il monumento ad Amedeo di Savoia e il Lapidario. Il monumento e' costruito sul posto della  palazzina comando con i piedi della statua che poggiano esattamente sul posto in cui si trovava la scrivania del Duca.
Opera dello scultore veronese Vittorio di Colbertoldo, su progetto di Paolo Caccia Dominioni, raffigura il Duca in tenuta di volo con lo sguardo rivolto verso l' Amba Alagi. Alla base del complesso una serie di cippi commemorativi dei luoghi più significativi della Grande Guerra e quello indicante l' Amba Alagi; alle spalle del monumento la rosa dei venti. Oltre la strada SS 55 il Lapidario che ricorda i Caduti del 1° e 4° Stormo.
 
 

Aeroporto di Gorizia: il monumento ad Amedeo di Savoia Duca d'Aosta inaugurato nel 1962. (Foto Cocianni)
APPROFONDIMENTI
Arch. Cocianni

 

Dal 1966 e fino al 1975 nel periodo estivo l' Aeronautica organizza i Corsi di Cultura Aeronautica per studenti con età compresa tra i 16 e i 19 anni.
 
 

Gorizia - 1973: palazzina Ufficiali, il 4° Corso di Cultura Aeronautica.
(AeronauticaMilitare go4.73.3: 1973)

Alla mezzanotte del 31 dicembre 1966 il 1° aviere Gian Franco Mian emette l' ultimo bollettino meteo ed invia al Comando della Zona Aerea di Milano il telegramma con il quale comunica che la stazione meteo non e' più operativa.
 
 

Telegramma di cessazione dell'operativita' della stazione meteorologica dell'aeroporto di Gorizia

Al:
   COMAEROP Udine Rivolto
   AEROTELE METEO Milano
   Per conoscenza:
   2° TELEGRUPPAEREO Padova
   Testo:
   Rifefoglio ...... Datato dì
   AEROTELE Milano
   COMUNICASI ORE 24:00 DEL 31/12/66 P.I.M. DISTAEROP GORIZIA
   CESSA SVZ.

omissis

1° aviere Gian Franco Mian

Delle costruzioni originali si riconoscono ancora i manufatti fatiscenti del deposito di benzina, della palazzina sottufficiali, del magazzino vestiario, della stazione R.T., della baracca recupero velivoli incidentati, del magazzino MSA, del serbatoio pensile dell'acqua, dell' officina III tipo, dei rifugi antiaerei, della piscina. Tracce dei piazzali del 4° e 21° Stormo, dell' Ufficio Comando della Ricognizione Aerea, di due robusti manufatti, probabilmente serbatoi d' acqua, dietro gli hangar della 73^ e 96^ Sq, della 97^ e 84^ Sq. e della 90^ e 91^ Sq. del 4° Stormo. Poco piu' indietro, i ruderi della "cabina impianto anti incendi" e la "piscina" della Colonia Elioterapica. Distrutti i tre hangar Lancini del 4° Stormo, quello del 6° Stormo ed i due della Ricognizione Aerea, le palazzine dell'infermeria e del "Reparto Servizi e Cassa", dei R.R.C.C. La stazione RT (Radio Telegrafica), situata fuori dall' aeroportuale, e' stata smantellata mentre la "palazzina avieri" e' stata demolita dalla ditta Mattiroli tra gli ultimi anni '50 e i primi '60 perche' "pericolante". Esiste ancora, ma impraticabile, l' aerostazione passeggeri, con la posticcia torretta adibita all' assistenza ai velivoli commerciali e la pavimentazione dell' hangar Lancini, utilizzato quale area di parcheggio per i velivoli di linea. Sono tuttora utilizzati, seppure fatiscenti, l' hangar Gleiwitz dal locale Aero Club, il corpo di guardia dall' Associazione Arma Aeronautica, l' autorimessa dall' Associazione Nazionale Paracadutisti d' Italia, la cabina dell' alta tensione ed il parcheggio coperto. La palazzina ufficiali, utilizzata dell' Aeronautica Militare fino agli anni '80, e' stata ceduta alla Guardia di Finanza che vi ha insediato un Battaglione dell'Arma.
Nel 1980 il Demanio Aeronautico cede l' aeroporto al Demanio Civile.
 
 

Edifici costruiti dal 1924 al 1936
mq
mc
Centrale elettrica (nel dopoguerra: aerostazione passeggeri nel DG)
490
2.400
Autorimessa
510
3.500
Corpo di guardia
210
900
Officina III tipo
610
4.300
Hangar Gleiwitz
1.860
12.000
Magazzino M.S.A.
900
7.400
Magazzino Vestiario
900
7.400
Palazzina Sottufficiali
2.760
12.800
Stazione R.T.
200
950
Totale
8.440
51.450
Edifici costruiti nel dopoguerra
mq
mc
Segreteria AeroClub 
160
600
Laboratorio Fotografico
150
1.100
Totale
310
1.700

 
 
Area e piazzole in cemento
mq
Piazzali hangar 4° Stormo
7.500
Piazzale hangar 6° Stormo
2.500
Uffici Amministrativi
500
Totale
10.500